Il direttore del circo però non è soddisfatto di Snoopy e costringe Polly ad addestrarlo come un vero cane da circo: dopo avergli dato il nome d’arte Hugo the Great, la giovane circense gli insegna a fare la capriola e a pedalare sul monociclo, a terra e su una fune sospesa. Col tempo le richieste si fanno sempre più esigenti: dopo averlo fatto esibire sul trapezio, il direttore del circo pretende che Snoopy sia dipinto di rosa per avere un aspetto più gradevole, e lo stesso trattamento deve essere applicato anche a Fifi. Polly cerca di immergere entrambi nella vasca con la vernice ma Snoopy si oppone, anche se nel tentativo di proteggere la sua amata durante la lotta finisce comunque nella tinozza, diventando così completamente rosa. I due cani riescono a fuggire, ma la barboncina dopo poco ci ripensa e decide di tornare al circo, mandando in frantumi il cuore di Snoopy.
Nel frattempo Charlie Brown e i suoi amici si stanno rassegnando all’idea che Snoopy non tornerà più a casa; persa ormai ogni speranza, si sveglia nel cuore della notte trovando Snoopy sotto la doccia che si lava via la vernice di dosso. Senza dire una parola il cane si prepara la cena e, dopo aver finito di mangiare, torna a dormire sulla sua cuccia; non prima però di averla arricchita con una nuova decorazione, l’insegna luminosa di Hugo the Great.
La Vita è un Circo, Charlie Brown conferma una tendenza che purtroppo negli special televisivi dei Peanuts di fine anni ’70 inizia a prendere piede, ovvero trame improbabili che allontanano i personaggi dal contesto e dalle atmosfere proprie della striscia a fumetti. In questo caso è strano vedere Snoopy imparare senza alcuna difficoltà complessi esercizi circensi, ma anche lo spunto della cagnolina di cui innamorarsi è abbastanza banale e potrebbe appartenere a qualunque altro cartone.
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