Ogni episodio dell’Esalogia delle Origini è introdotto da un prologo in cui il giovane Deboroh lascia la Città Molto Grande per dirigersi in treno verso la Città Senza Nome. Il suo compagno di scompartimento è costretto ad ascoltare il lungo racconto sulla sua vita e sull’inizio della sua carriera da supereroe, ma quella che sembrava solamente una cornice per il flashback su cui si incentra la saga, qui si rivela essere un elemento molto importante, in grado di emozionare il lettore e fornire una chiave interpretativa sorprendente e suggestiva.

Leo Ortolani presenta Uomini e Topi con una copertina che richiama quella di Kamandi #20, altro omaggio a Jack Kirby dopo l’episodio precedente in cui il Re aveva un ruolo attivo nella storia. L’illustrazione mostra Deboroh senza maschera, pronto a lasciarsi alle spalle il suo ruolo di Rat-Boy all’interno di una squadra ormai dichiarata come un fallimento.

Deve anche abbandonare le memorie che ha a riguardo, visto che Janus Valker lo sottopone a un macchinario in grado di cancellare i suoi ricordi. L’obiettivo principale è eliminare qualunque collegamento con lui, visto che lo scienziato ha scoperto di non essere il suo padre naturale, ma un esperimento gli ha impiantato nella mente quella convinzione. Il suo ruolo di genitore adottivo però non sembra dimostrare un minore attaccamento, visto che l’uomo è disposto a compiere grandi sacrifici per il piccolo Rat-Boy, anticipando in un certo senso un discorso che Ortolani affronterà al di fuori del fumetto (col volume Due figlie e altri animali feroci) una volta portata a termine la lunga procedura dell’adozione.

Janus sarebbe disposto ad abbandonare la città e lasciare che l’Ombra si impossessi di Joba, il fratello decisamente più desideroso che l’entità oscura abiti il suo corpo. L’ambizioso avversario però sembra voler uccidere anche Deboroh e per proteggerlo lo scienziato scatena la sua furia lasciandosi così avvolgere dall’Ombra.

La nemesi del protagonista del fumetto si è quindi formata per salvarlo, una rivelazione che di sicuro crea un forte legame tra i due e rende ancor più epico questo racconto delle origini. Ma è ancor più interessante assistere allo svelamento della figura dell’incappucciato, ovvero lo stesso Ortolani che si rappresenta come deus ex machina metafumettistico, il responsabile delle avventure di Rat-Man sotto tutti i punti di vista, anche se scopriamo essere stato lo stesso supereroe a raccontargli le sue origini.

Nelle intenzioni dell’autore questo rapporto tra creatura e creatore avrebbe dovuto portare avanti una riflessione fumettistica sulla quale si sarebbe incentrata la trama principale, ma come vedremo la vicenda proseguirà in altre direzioni. Ortolani avrà comunque l’opportunità di rappresentarsi all’interno della sua opera raccontando le sue sensazioni nei panni di fumettista, ma Rat-Man riuscirà a raccontare anche molte altre cose…

 

TRM 18