CLASSIC STAR WARS

Serie di 20 numeri mensili

Data di pubblicazione: 1993-1994

Autore: Archie Goodwin

Disegnatori: Al Williamson

Colori: Steve Bucellato e altri

Copertine: Al Williamson e altri

Dopo l’ottimo successo di vendite ottenuto sia con Dark Empire che con Tales of the Jedi la Dark Horse capisce di avere tra le mani la proverbiale gallina delle uova d’oro con il franchise di Star Wars e mette in lavorazione vari nuovi progetti. C’è però bisogno di colmare il vuoto in attesa che le nuove produzioni siano realizzate, nonché di fornire qualcosa di più tradizionale e vicino alle pellicole cinematografiche rispetto al futuro crepuscolare di DE o al passato leggendario di TOTJ. La scelta è dunque quella di attingere al passato, stavolta fumettistico, della saga, lanciando la linea Classic Star Wars.

ClassicStarWars9CCLa concessione della licenza stellare significa che la Dark Horse in teoria ha ora accesso anche a tutto l’archivio di fumetti starwarsiani realizzati dalla Marvel negli anni 1977-1985. E se buona parte del parco lettori americano conosce a menadito le vicende della serie mensile Marvel pubblicata tempo addietro, altrettanto non si può dire di un’altra produzione dell’epoca, sempre realizzata dalla Marvel ma pubblicata al di fuori dei canali fumettistici regolari, vale a dire come striscia a fumetti sui quotidiani. Classic Star Wars si ripropone di “restaurare”, riordinare e presentare il ciclo in questione in versione ammodernata e colorata (le strisce originali erano in bianco e nero) a cadenza mensile, un’operazione che genererà una serie di ben 20 numeri più vari speciali.

Paradossalmente Classic Star Wars può risultare più affascinante ai cultori del fumetto in generale che non agli appassionati di Star Wars. Sul fronte delle trame, propone avventure assortite da inserire tra un capitolo cinematografico e l’altro della trilogia classica con il cast dei protagonisti tradizionali: Luke, Han, Leia, Chewbacca, i droidi e Darth Vader. Tuttavia, sia per i rigidi limiti imposti dalla Lucasfilm (all’epoca non solo non è consentito spingersi avanti o indietro sulla linea temporale, ma nemmeno “impegnare” i protagonisti in situazioni critiche o importanti, visto che il loro sviluppo sul grande schermo è ancora in fieri) sia per la natura frammentata della pubblicazione e strisce sui quotidiani, si tratta di avventure di piccola entità, generalmente autoconclusive o di breve respiro che puntano molto sul sense of wonder: ambientazioni esotiche, mostri e creature aliene a volontà e pericoli insoliti sono i temi principali che caratterizzano le trame di Classic Star Wars. Per quanto si tratti di storie piacevoli e ben sceneggiate, chi cerchi emozioni forti o colpi di scena epocali è avvertito di cercare altrove: quelle proposte in questa sede sono avventure equiparabili ai cartoni animati del sabato mattina o alle serie di fantascienza vintage come Buck Rogers e Flash Gordon.

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Ed è proprio questa caratteristica probabilmente a costituire il principale punto di forza “filologico” della serie, perché Classic Star Wars segue sulla carta stampata esattamente lo stesso percorso che la pellicola di Lucas ha seguito al cinema. I fan di vecchia data sapranno che la creazione dell’universo originale di Star Wars è stato, ironicamente, una soluzione di ripiego per Lucas, che inizialmente voleva cimentarsi nella realizzazione di un film su Flash Gordon, i cui diritti all’epoca erano già stati reclamati da DeLaurentiis. La passione di Lucas per le atmosfere pulp, le ambientazioni esotiche e l’azione “swashbuckling” utilizzate nelle vecchie storie di Gordon traspare in ogni fotogramma della pellicola originale. Cosa c’entra questo con Classic Star Wars? Semplice: a realizzare le strisce a fumetti viene arruolato un mostro sacro dell’epoca, Al Williamson, che guarda caso non è altri che colui che aveva raccolto il testimone da Raymond e prolungato le avventure di Flash Gordon a fumetti negli anni passati. Ad affiancarlo ai testi un altro pilastro della Marvel dell’epoca, Archie Goodwin. Assieme i due “reincarnano” nel fumetto la vena “gordoniana” di Star Wars alla perfezione, impegnando eroi e malvagi dell’universo lucasiano in quella corsa sulle montagne russe tra mostri, pianeti esotici, alieni e situazioni pericolose tipiche della fantascienza pulp dell’infanzia di Lucas. Classic Star Wars ci regala quindi, come ben suggerisce il nome, uno Star Wars tipicamente vintage, con trame e trovate che agli occhi di un lettore odierno potrebbero apparire a volte ingenue o inconcludenti, ma che sanno riproporre a chi cerca le atmosfere di una Sci-Fi avventurosa e pulp i sapori dell’avventura d’annata.

Tra le tante avventure che compongono la serie, segnaliamo le quattro che potrebbero più interessare al lettore starwarsiano purista:

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– “L’Impostore”, dove Darth Vader ingaggia un sosia per far credere che Kenobi sia ancora vivo onde attirare Luke allo scoperto, situazione che genera un interessante partita a scacchi psicologica tra il padre, il figlio e il terzo incomodo;

– “La Bestia Notturna di Yavin”, una storia che esplora in maggior dettaglio la suggestiva ma fugace ambientazione degli antichi templi che ospitavano la base Ribelle di A New Hope e a cui Veitch e Anderson si divertiranno a ricollegarsi nelle loro saghe Jedi dei tempi antichi

– “Tradimento a Fondor”, che vede la costruzione e il varo del temibile Super Star Destroyer Executor di Darth Vader;

– “Fuga su Hoth”, che racconta come Luke e la Ribellione scoprano per la prima volta il pianeta di ghiaccio che poi diventerà la nuova sede della base Ribelle, una storia che uno dei guru della continuity starwarsiana moderna, Ryder Windham, recupererà e approfondirà poi nel suo Shadow Stalker, di cui parleremo in futuro.

La serie è stata anche riproposta in tre volumi trade paperback dai titoli ombrello In Deadly Pursuit, The Rebel Storm e Escape to Hoth.

 

Equilibrio della Forza

 Lato Chiaro

– L’uso dei protagonisti originali nell’ambientazione a loro più consona, gli anni della Ribellione.

– Le atmosfere pulp e il sense of wonder che si rifanno alla fantascienza di vecchia data.

– Buoni riferimenti ai luoghi e alle situazioni introdotte nella trilogia classica.

Lato Oscuro

– Avventure di breve durata o di corto respiro che lasciano il tempo che trovano e non incidono in alcun modo permanente.

– Caratterizzazioni e sviluppi a volte naif o semplicistici.

 

Giudizio Finale

Lettura piacevole e poco impegnata, non adatta a chi cerca le emozioni forti o i colpi di scena inaspettati, ma che soddisferà chi ama le atmosfere vintage e lo stile degli autori e disegnatori coinvolti.

 

Chrono Star Wars #2: Tales of the Jedi

Chrono Star Wars #1: Dark Empire

Si ringrazia il gruppo Facebook Star Wars Club Perugia per la collaborazione