Vi abbiamo già dato conto della notizia che riguarda Xerxes: The Fall of the House of Darius and the Rise of Alexander, lo spin-off di 300 che si concentra sull’antagonista di Leonida e dei soldati spartani. Frank Miller ha risposto ad alcune domande in merito a questa miniserie in cinque numeri, per la quale torna nelle vesti di autore completo.

 

Xerxes #1, anteprima 01

La storia è rimasta quella che avevo in mente nel 2009, ma certamente è diverso il mio approccio, rispetto ad allora. La vicenda si è espansa molto più di quanto pensassi ai tempi, perché mi è stato fatto notare quanto la storia di Serse sia connessa a tante altre. Quella che avevo immaginato come la storia di battaglia piuttosto lineare ora si occupa molto di più del concetto stesso di civilizzazione. Come sempre accade alle questioni militari.

Della storia delle Termopili e di 300 mi sono innamorato da bambino, vedendo il film I 300 Spartani negli anni Sessanta. Ho deciso allora che, quando fossi diventato un fumettista, avrei scritto e disegnato la loro vicenda. Lo feci e, come sappiamo, è diventata il film di Zack Snyder, che ha fatto un lavoro pazzesco nell’adattarla.

Ho sempre pensato, dacché terminai di scriverla e disegnarla, che 300 potesse essere il punto di partenza per altre narrazioni. Credo che la Storia sia un soggetto perfetto per i fumetti. Xerxes è una vicenda più ampia rispetto a 300, che copre un lasso di tempo più lungo.

Ci sono delle figure fondamentali nella storia dell’umanità, e Serse è una di esse. Ha riprogrammato il mondo intero e il suo impero era di una vastità inimmaginabile per l’epoca. A quei tempi, sembrava davvero che la casata di Dario dovesse finire per dominare il mondo.

Xerxes: The Fall of the House of Darius and the Rise of Alexander

Quando vennero i Macedoni e Alessandro, le regole cambiarono. Era un periodo in cui il destino del mondo veniva trasformato in continuazione dagli eventi che accadevano in una regione relativamente piccola, dato che l’Asia era un mondo lontano e separato, sotto ogni punto di vista. Il regno di Serse era più grande di quello di suo padre, il che era straordinario.

Questa è la sua storia, di colui che possiamo definire l’antagonista di Alessandro, la cui storia in generale, da un punto di vista più ampio, non racconteremo ancora. Il suo ruolo qui, trova definizione in rapporto alla figura di Serse e alla sua dinastia. Alessandro, in questo caso, è il coriaceo avversario che arriva da Occidente. Sarà lui a trasformare il mondo, che ha un’esistenza prima e dopo Alessandro. Sono due epoche profondamente diverse tra loro.

Come accade per 300, il tema che attraversa la storia è quello dell’eroe. Alessandro è chiaramente, indubitabilmente un eroe, ma la cosa affascinante di lui è che, invece di incarnare una collisione costante tra Oriente e Occidente, ha avuto la brillante idea di abbracciarli entrambi, nel corso degli anni.

 

Miller dice di sentirsi come tornato a casa, ora che si è occupato dopo tanti anni sia dei testi che delle matite di un fumetto. Inoltre, Xerxes è stata l’occasione perfetta per fare passi avanti rispetto al passato, buttarsi in un’operazione di ricerca importante e di riscoprire che la Storia è sempre più bella se studiata a fondo. Inoltre, tanti complimenti al colorista Alex Sinclair, che secondo Miller è stato fondamentale per l’energia delle tavole di questa miniserie.

 

Xerxes: The Fall of the House of Darius and the Rise of Alexander

Se la storia abbia una rilevanza nel mondo contemporaneo? Non saprei. Non riesco, nemmeno nei miei sogni più sfrenati, a immaginare come possa c’entrare con il presente la storia di un leader che sogna di essere una divinità. Non so proprio di cosa stiate parlando.

Quel che vedo nel mondo dei fumetti oggigiorno mi entusiasma. Non voglio fare una litania di nomi di persone che apprezzo, ma la cosa più interessante è il fatto che siano cadute le barriere tra i generi: oggi escono fumetti di ogni tipo, in grado di stare in piedi sulle proprie gambe. Non ci sono solo tizi in costume che si prendono a pugni a vicenda. Il sistema e l’ambiente sono davvero più aperti.

E l’altra questione è che i comics sono diventati molto più internazionali. La catena inglese di distribuzione Forbidden Planet apre a New York senza che sia un sacrilegio, compete con molti altri protagonisti meritevoli del settore. I fumetti sono più internazionali e, quando viaggio per il mondo, mi rendo conto che l’influenza della nostra tradizione ha grande influenza su quelle di altri Paesi. Siamo un ambiente molto più sano e differenziato.

 

 

 

Fonte: Comic Book Resources