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Blackhand Ironhead, la recensione
Ecco le dichiarazioni di Lopez in merito alla seconda fase della serie, ospitata in versione digitale da Panel Syndicate.
Lopez – Ho iniziato a lavorare nel mondo dei fumetti in Spagna, nel 1998, e avevo una carriera piuttosto avviata, ma quando ho avuto l’occasione di lavorare per la Marvel e la DC non potevo certo passare la mano. Dopo quindici anni, però, sentivo che mi mancava qualcosa, sentivo il bisogno di raccontare storie mie, come BlackHand IronHead. Amy e Alexia già vivevano da tempo nei miei taccuini.
C’erano un sacco di cose che volevo raccontare ai lettori, dire loro che possono essere tutto quel che vogliono, che siamo tutti esseri razionali in grado di distinguere il bene dal male e vogliosi di fare la cosa giusta. Sentivo che i fumetti di super eroi erano sin troppo autoreferenziali e concentrati sulle loro continuity.
Mi ero quasi dimenticato che ci sono un sacco di generi interessanti, come le storie per i giovani adulti, in cui si può raccontare una vicenda comica su due sorelle come la mia, in cui, super poteri a parte, si narra delle loro famiglie, uguali a quelle di tutti quanti: piene di segreti e di cose non dette, che vengono rivelate dalle nonne solo quando si è grandi abbastanza.
Ecco come Panel Syndicate presenta il secondo volume di BlackHand IronHead.
Alexia ed Amy, una eroina e l’altra super criminale, si incontrano al funerale di loro padre. Ereditano la Fondazione, che tiene l’universo super eroistico sotto controllo. Insieme finiscono per distruggerla quando scoprono che è una copertura, fatta di bugie e corruzione. Ma, nel corso della storia, capiscono di aver portato alla luce troppi scheletri nell’armadio e che sono loro, adesso, ad essere perseguitate. Anche se dovrebbero saltarsi vicendevolmente alla gola, non hanno niente se non l’appoggio dell’altra. Avranno davvero preso la decisione giusta?
La seconda stagione della serie ha preso il via lo scorso 12 maggio.
Fonte: Games Radar
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