Una Wonder Woman insolitamente più vicina alla mitologia norrena che a quella greca sarà protagonista di una storia dal sapore vichingo. Questa la direzione presa dagli sceneggiatori Becky Cloonan e Michael W. Conrad sulla serie dedicata a Diana, che vede le matite di Travis Moore a impreziosire le pagine.

 

 

Il team che ha firmato le storie di Immortal Wonder Woman durante l’evento Future State ci introduce a questa bizzarra ambientazione nordica sul numero #770 della serie regolare. Cloonan e Conrad hanno risposto ad alcune domande di Games Radar ed eccovi le risposte più succose.

 

Wonder Woman #770, copertina di Travis Moore

Cloonan – Quando scrivi qualcosa come Wonder Woman, sai che un sacco del suo retaggio ha radici nella mitologia greca, quindi ha senso tentare altre strade, come quella norrena. Quando si portano il mito e gli dei nella storia, il trucco è riuscire a bilanciarne gli aspetti narrativi con quelli del genere super eroistico. Bisogna prendere i personaggi che esistono nelle saghe e farli diventare qualcosa che può stare sulle pagine di un fumetto, in particolare nell’Universo DC. Non siamo certo le prime persone che vi portano gli dei nordici, ma seguiamo le leggendarie orme di Jack Kirby.

La mitologia norrena è incredibilmente complessa e confusa, quindi credo che sia una bella sfida tentare di sbrogliarla e renderla funzionante per una storia. Vogliamo che sia riconoscibile, ma anche portarle nuovi sapori. Non volevamo nemmeno che i costumi dei personaggi fossero troppo da super eroi. Da un lato, desideravamo un aspetto storico, epico, dall’altro elementi fumettistici. Non è facile trovare un equilibrio e dare l’impressione di essere ad Asgard o nel Valhalla, mostrare le sue ampie sale. Allo stesso tempo, questo non è un poema epico, ma una storia di super eroi.

Conrad – Mi entusiasma l’idea che questa versione cali più verso gli abiti storici. Ovviamente li abbiamo un po’ aggiornati, perché apparissero spettacolari sulla pagina, cosa fondamentale, per noi, ma abbiamo fatto un gran lavoro di ricerca su ciò che davvero si vestiva all’epoca, sullo stile di vita di quei popoli. Una volta fatto il nostro mestiere, abbiamo mandato tutto a Travis per dargli un po’ d’ispirazione.

 

Nonostante gli dei di Asgard esistessero già nell’Universo DC, i due hanno voluto distanziarsi dalla loro immagine già stabilita, prendendosi parecchie libertà. Inoltre, Conrad sa che nel mondo del Fumetto ci sono degli dei norreni molto famosi, ricodificati dalla Marvel. Anche la distanza da quell’immaginario e le radici molto più ancorate al mito sono una componente della manipolazione che avviene su Wonder Woman.

 

Wonder Woman #771, copertina di Travis Moore

Cloonan – Io amo le atmosfere un po’ inquietanti e credo che le mie storie vadano sempre un po’ in quella direzione, persino quando cerco di distanziarmene.

Conrad – Le nostre sensibilità ci portano verso storie che hanno a che fare con le profezie di disastro e, come vedremo, il cammino di Wonder Woman attraverso Asgard le darà molte ragioni per sentire su di sé l’inquietudine. Cercheremo di farlo comprendere ai lettori sin da subito: la speranza è che questo abbia il suo effetto quando inizieremo a rivelare la grande storia che c’è dietro.

Seminare indizi e indicazioni su un mistero è terribile, perché quando sai già le risposte alle domande sei sempre preoccupato di dire e rivelare troppo. Il mio impegno di scrittore è di tenermi a freno e non dare troppe informazioni, per lasciare che il lettore continui a nutrire dubbi. Recentemente ho visto la MasterClass di David Lynch, di cui sono enorme fan, in cui dichiara che in ogni storia è importante lasciare uno spazio per il sogno. Mi ha davvero ispirato.

 

Componente fondamentale delle atmosfere inquietanti son anche i colori di Tamra Bonvillain, che la Cloonan trova perfetta per conferire profondità alle tavole e alla pagina. Inoltre, i due autori non nascondono di aver voluto conferire alla storia il sapore di un’avventura di Dungeons & Dragons, con tante piccole missioni a latere rispetto alla storia principale e parecchi personaggi secondari in funzione di aiutanti di Diana. In qualche modo, una maniera per dare sollievo al personaggio, dopo le grandi difficoltà di Dark Nights: Death Metal.

 

Conrad – Wonder Woman è passata attraverso un tritacarne, in quella storia, quindi abbiamo dato vita a questa idea divertente, un’occasione per lasciare che lasciasse giù un po’ del peso accumulato, che si divertisse. Nella speranza che si divertano anche i lettori.

 

Un’avventura che non avviene sulla Terra, ma che vede Diana ascendere alla Sfera degli Dei, dimentica della propria esistenza terrena, se non del senso di eroismo che la anima. Altro stratagemma per far sì che il peso delle responsabilità le sia in qualche modo levato dalle spalle. I due l’hanno messa in un contesto come l’aldilà, in cui la violenza di cui è capace è completamente irrilevante, poiché tutti sono morti in questo mondo. La morale pacifista ma guerriera che caratterizza Wonder Woman, con tutte le sue contraddizioni e difficoltà, qui può sfogarsi e lasciarsi andare.

 

Wonder Woman #772, copertina di Travis Moore

Cloonan – All’inizio ero decisamente intimidita dall’idea di prendere in carico un personaggio con tanta e tale storia alle spalle. Diana è stata la Dea della Guerra, la paladina della pace, è stata un esempio di violenza come di pacifismo. Ci sono così tanti elementi dentro la sua identità che è complicato trovare un equilibrio. Ma ogni team creativo che ci ha preceduto ha portato qualcosa di nuovo e quindi, una volta al lavoro, ci siamo sentiti a nostro agio nel fare altrettanto.

Conrad – Non sarebbe un po’ triste e trito fare con lei qualcosa di già visto? Dobbiamo a noi stessi e ai nostri lettori almeno il tentativo di aggiungere nuovi concetti a Wonder Woman. Il modo in cui abbiamo intenzione di farlo è prendere quegli elementi del suo personaggio che comunicano con noi e di spingerli sul proscenio. E il modo giusto per farlo non è imitare qualcosa di già fatto in passato.

Ho letto parecchie storie del passato, anche recente, ho preso un sacco di appunti sui nuclei emotivi che ho trovato e sulle cose che funzionano, per me, sulla mia visione del personaggio. So che Becky ha fatto altrettanto. Siamo concordi su quel che amiamo di Diana e dobbiamo solo trovare nuovi modi per mostrare ciò che la rende unica.

 

Gli autori sanno delle critiche che sono loro piovute addosso, in alcuni casi, riguardo la loro storia di Future State, il cui legame con la continuity non è immediatamente percepibile. Ma vogliono confortare i lettori: c’è un progetto in ballo e tutto ha un proprio ruolo. Non vedremo una storia in cui Wonder Woman combatte fianco a fianco con la Justice League, ma un’avventura in cui si cerca di riscoprire i principi del suo personaggio. E, pertanto, una perfetta finestra d’entrata alle sue storie. E la mitologia norrena è solo l’inizio di un viaggio inclusivo di altre leggende, altri luoghi, altre culture.

 

Conrad – Se la gente è interessata a farsi un’idea delle possibilità che abbiamo davanti, suggerisco di dare un’occhiata alla mappa del Multiverso stilata da Grant Morrison. Noi l’abbiamo usata come nostra guida, quindi andate a recuperarla. Ve la ricordate dalla lettura di Multiversity? Per noi è stata un riferimento fondamentale.

 

Wonder Woman #770, variant cover di Joshua Middleton

 

 

Fonte: Games Radar