Ci sono Brian Michael Bendis, David F. Walker e Jamal Campbell, team creativo di Naomi, ai microfoni di Comic Book Resources. L’introduzione nell’Universo DC di questo personaggio del tutto nuovo e legato in maniera misteriosa a Superman è recente e ha alle spalle un mistero che, a quanto promesso da Bendis, aggiungerà un elemento di novità all’intero ordito dell’intero cosmo narrativo.

Gli autori hanno esordito parlando del processo di creazione di un personaggio del tutto originale in un universo già affermato.

 

Naomi #1, copertina di Jamal Campbell

Bendis – La storia riguarda soprattutto la prospettiva di Naomi sull’Universo DC, la sua percezione della storia dal suo punto di vista. Questa è letteralmente l’unico modo in cui io e David desideravamo raccontarla. Non c’è mai stata un’idea alternativa. Nel momento in cui la vediamo nel primo numero, sappiamo che questa è la storia di Naomi e che può essere narrata come si deve solo attraverso i suoi occhi e le domande per cui lei cerca una risposta.

A volte la gente lancia delle serie nuove e non vanno tanto bene, lo sappiamo. Ogni settimana esce un film che non ce la fa, questo non vuol dire che smetteremo di provare. I successi più grandi della mia carriera sono stati il lancio di Jessica Jones e Miles Morales. A volte costa fatica, ma non riuscirete a convincermi che la battaglia non valga la pena.

Quando sono arrivato alla DC, non solo mi hanno chiesto di creare nuovi personaggi, ma mi hanno fatto via libera, mettendomi nelle condizioni di creare personaggi e idee che poi avrei potuto condividere con tutti gli altri autori. Ecco perché la prima cosa che ho fatto è stata chiamare David, dicendogli che avevamo l’opportunità di raccontare una storia onesta, unica e bellissima.

Walker – Un sacco di volte si legge una storia e si guarda un film in cui c’è un personaggio davvero, davvero interessante, ma non veniamo a conoscerne la vicenda intera, perché in realtà la storia riguarda soprattutto qualcun altro. Leggi o guardi Harry Potter, c’è un personaggio che ti piace tra i comprimari e vorresti saperne molto di più, ad esempio.

Noi non volevamo che questa cosa potesse accadere al personaggio di Naomi. Se avesse fatto il suo debutto nelle storie di Young Justice, o qualcosa di simile, non avremmo mai potuto raccontarla come avevamo bisogno di fare, come volevamo. Una delle cose a cui teniamo di più è narrare una vicenda che di solito non vedreste sulle pagine di un fumetto o che, al più, sarebbe relegata a una parentesi che riguarda un elemento di un ampio cast, probabilmente di terza fascia.

Naomi #2, copertina di Jamal Campbell

Ci abbiamo pensato davvero a lungo e abbiamo deciso che valeva la pena provare. Non capita molto spesso e si tratta di una sfida non da poco, ma io credo che ci siano persone là fuori che una storia di questo tipo la vogliono leggere, la storia di qualcuno che sia come questo personaggio che abbiamo creato.

Naomi, sotto molti aspetti, debutta come una di noi. Apparentemente è una normale umana in un mondo normale, dove però accade qualcosa di straordinario, ovvero l’apparizione momentanea di Superman. Quel momento cambia completamente la sua prospettiva e lei inizia a fare domande, a scavare sempre più a fondo e quel che scoprirà è che, per quanto suoni banale, siamo tutti persone speciali. La storia è lei che scopre la sua forma di straordinarietà.

All’inizio, io e Brian abbiamo iniziato con un certo cinismo, ci chiedevamo quanto tradizionali volessimo essere nel raccontare questa sorta di viaggio dell’eroe. Abbiamo visto storie del genere un milione di volte, ma Brian mi ha fatto notare che ci sono un sacco di giovani lettori, là fuori, che non hanno mai letto un’avventura di questo genere. Sono loro quelli che vogliamo accompagnare in questo viaggio, con un personaggio che non ha la fisionomia di un eroe tradizionale.

Campbell – Dato che la storia e il personaggio sono quasi completamente nuovi, non c’era nessun riferimento precedente da valutare, o quasi. La sensazione di non avere alcun limite è davvero rinfrescante. Posso andare in qualunque direzione e arrivare al risultato da qualunque punto di partenza. Ho ripassato molto i miei film e videogame preferiti per questo lavoro e ho ho anche fatto grande accesso ai ricordi della mia vita privata. Anche lì posso trovare piccoli angolini dell’Universo DC, il che è entusiasmante.

Per me è stato grandioso vedermi recapitare le sceneggiature e scoprire che ci sono alcune sezioni in cui mi richiedono cose molto precise, come un’emozione o un’espressione che devo per forza rendere in un certo modo, mentre altre mi lasciano completamente libero di interpretare a modo mio. Cosa davvero grande, perché rappresenta sia una liberazione che una sfida.

 

Una libertà che Walker e Bendis sono stati felici di concedere a Campbell, che si è dimostrato all’altezza del compito sin dalle prime tavole e dagli studi che ha recapitato ai due sceneggiatori. Una storia così personale e di scoperta, richiede la capacità di rendere molto vive sulla pagina le emozioni, spesso contrastanti, di una giovane donna che sta imparando a conoscere se stessa e la propria personalità. La versatilità di Campbell in questo specifico campo è dunque preziosa per la qualità di Naomi.

 

Naomi #6, copertina di Jamal Campbell

 

 

Fonte: Comic Book Resources