Brian Michael Bendis è tornato ad occuparsi del suo Jinxworld in maniera continuativa, ora che è diventata un’etichetta vera e propria in seno alla DC Comics. Le sue opere indipendenti hanno già iniziato ad essere pubblicate, con il debutto di Pearl e il ritorno di Scarlet, cui sono seguiti Cover e United States vs. Murder Inc.

Comicosity lo ha intervistato sull’argomento, ed ecco le sue dichiarazioni più interessanti, a partire da quelle su Cover, storia di fumettisti che lavorano anche come spie per il governo:

 

Cover #1, anteprima 01

Io e David Mack ci conosciamo sin da bambini. Abbiamo visto il mondo assieme e siamo stati per convention per vent’anni. Ne abbiamo viste parecchie. Ci sono molte storie sulla nascita dei film, delle canzoni, della passione dietro la creazione di nuove cose. E i fumetti sono probabilmente la testata d’angolo della nostra intera cultura. Tutti coloro che fanno Fumetto adorano farlo e volevamo raccontare la storia di quanta passione sia coinvolta in questo mestiere, ma anche della solitudine che esso comporta molto spesso.

Un sacco di cose divertenti stavano capitando nelle nostre vite. Mi avevano appena chiesto di parlare a Langley [sede dell’FBI – NdR], e David aveva iniziato a lavorare per il Dipartimento di Stato e a viaggiare per tutto il mondo. Abbiamo iniziato a incontrare un sacco di gente interessante che non avremmo mai conosciuto altrimenti. Mettere insieme questa storia è stato un modo per esprimere noi stessi e far uscire tutta la nostra passione in una volta sola, divertendoci con una storia di genere. Lasceremo che si dipani e vedremo cosa ne penserà la gente, prima di dire se sia o meno reale. I personaggi non hanno l’aspetto di nostri avatar, ma c’è molta verità nella vicenda. Non so se sia quella che la gente si aspetta.

Io credo che David sia un genio, non una persona comune. Abbiamo parlato a lungo di quel che vogliamo per questa storia, e io l’ho scritta pensando a come farlo divertire. Io la scrivo e gliela consegno. Lui ha il compito di raccontarla. Non deve per forza fare tutto quel che gli dico nella sceneggiatura. Se vuole può. Ma lui sa che è scritta per lui. Quando ha iniziato a mandarmi i primi disegni, erano bellissimi. Nelle sue tavole c’è come una musicalità che passa dall’astrattismo al realismo nei momenti in cui i personaggi ne hanno più bisogno.

 

Una scelta che, nonostante ci siano moltissime indicazioni sui personaggi da parte di Bendis, in fase di sceneggiatura, nasce dall’estro di Mack, il quale sorprende costantemente il suo collega, spiazzandolo con le sue decisioni compositive e sfidandolo a fare del suo meglio per esserne all’altezza. Bendis ha quindi parlato di United States Vs. Murder Inc., la sua ennesima storia noir:

 

Quando hai una passione, questa ti porta a curiosare sull’argomento. Quando scrivevo le mie prime storie, non avevo alcuna credibilità. Nessuno mi conosceva ed era difficile che la gente si aprisse con me. Ora, vengo presentato come quello che ha creato Jessica Jones, e la gente è disposta a raccontarmi di tutto. Un sacco di storie. Per molti anni, sono stato appassionatissimo delle storie di Murder Inc., delle storie sull’arrivo della Mafia nel nostro Paese. Alcune ispirano oggi gli eventi che sto raccontando con Superman, su Action Comics.

Volevo raccontare una nuova storia di Murder Inc., ma mi sono reso contro che era già stata raccontata altrove. Ci sono almeno un paio di film usciti negli ultimi tempi, classiche storie di gangster, che non sono andate molto bene perché non avevano nulla di nuovo in sé. Allora ho iniziato a discutere con Michael Oeming della possibilità di raccontare una storia di gangster che fosse interessante per noi. Se le cinque famiglie non si fossero mai arrese? La nostra è un’America completamente diversa in cui però raccontiamo una storia molto, molto americana.

 

United States Vs. Murder Inc. #1, anteprima 01

 

E una storia che, per quanto possa sembrare inverosimile, Bendis considera del tutto possibile nella realtà. Legami tra crimine e governo, accordi in piena luce di grande portata, operazioni dell’FBI incredibilmente audaci. La vicena cerca di capire come il mondo reale reagirebbe a eventi come questi, al fatto che la norma sia un governo nazionale strettamente connesso alle mafie. Bendis ha poi rilasciato qualche commento sulle attuali trame di Scarlet:

 

Scarlet #1, anteprima 02

Attualmente, stiamo rivedendo il primo arco narrativo di Scarlet per adattarlo a un pilota televisivo, quindi stiamo riscrivendo quella storia per adattarla all’epoca contemporanea. Contemporaneamente, stiamo lavorando alle nuove trame. Sono sinceramente felice di vedere quanta verità ci sia in queste storie e orgoglioso delle scelte di Alex Maleev.

Scarlet non è una storia politica. Parla di quanto la società sia in grado di sopportare le schifezze, di quanta corruzione la gente sia disposta a ingoiare prima di non poterne più. E, davvero, non credo sia un argomento politico. Perché nessuno è favorevole alla corruzione.

Quella di rivoluzionaria è una maschera che Scarlet Rue si è messa addosso, e i lettori nel secondo numero vedranno invece il suo vero volto. Ci sono momenti, nel primo arco narrativo, in cui la vediamo chiamare le persone a rivoltarsi e ci accorgiamo che questo semplice atto è per lei una guarigione dai suoi vecchi traumi, la spinge ad andare avanti. Ma queste azioni l’hanno cacciata nella situazione in cui ora si trova ed è lei l’unica responsabile.

Non c’è modo di uscirne. Le proteste non finiscono mai bene, quindi qualcosa deve cambiare. Ci sono delle scelte da fare e quel che è interessante è che lei è talmente coraggiosa da fare in modo che gli altri protagonisti si fermino, si blocchino. Ecco perché la città è cristallizzata, attualmente, nella storia.

 

 

 

Fonte: Comicosity