Come sappiamo, Brian Michael Bendis e David Marquez rimettono insieme la banda in occasione del loro progetto all’interno di Infinite Frontier, l’iniziativa di rinnovamento della DC Comics, ovvero il nuovo corso della serie Justice League. La coppia che ha firmato storie di Miles Morales, Defenders, Iron Man e Civil War II, ovviamente in casa Marvel, si ricostituisce per prendere in carico il super gruppo per eccellenza della DC Comics.

 

 

Lo sceneggiatore, all’alba di questa nuova era della Justice League, ha rilasciato alcune dichiarazioni in una lunga intervista, di cui vi proponiamo i passaggi più saporiti e significativi.

 

Justice League #59, copertina di David Marquez

Bendis – Era previsto che io scrivessi solo 25 numeri di Superman, nella run originale. Poi le cose si sono allungate un po’ con la pandemia e altre questioni. Ma mi sono divertito un sacco. Un anno prima stavo chiudendo i conti con Superman e hanno iniziato a propormi cose riguardo Justice League, in diverse incarnazioni. Ed io mi sono chiesto se avrei mai potuto scrivere le storie del gruppo. Non ci avevo mai pensato, ma sarebbe stato splendido. Poi mi hanno chiamato e mi hanno dato l’incarico, al che ho iniziato a pensare a cos’avessi da offrire.

Non volevo prendermi il compito al mio arrivo alla DC, ma aspettare di conoscere meglio i personaggi, immergermi nel loro mondo. E poi, dopo due anni di Superman, sentivo di avere un’idea molto più sensata di cosa fare con la Justice League. La serie ha la stessa centralità di una storia degli Avengers, su cui si incontrano tutti gli altri personaggi: è il contesto in cui le varie mitologie si intersecano e si connettono a vicenda e volevo assicurarmi di potergli fare… giustizia.

 

Il gruppo è certamente stato influenzato dalla grande rivelazione dell’identità di Clark Kent e Superman architettata da Bendis, cosa che gli fa molto piacere, prevedibilmente.

 

Justice League #60, copertina di David Marquez

Bendis – Tutte le relazioni di Clark sono necessariamente cambiate. Quando riveli una verità del genere su te stesso, le persone che hai attorno ti si fanno più vicine. E questa cosa è perfetta per la Justice League in particolare, perché una volta risolti tutti i problemi più personali sulla serie di Superman, ora possiamo mostrare il personaggio che abbraccia la nuova versione delle sue amicizie e delle sue relazioni all’interno del gruppo. E poi, una mossa come questa fatta da una persona potente come Superman ha un effetto domino su un sacco di cose e questa serie è il luogo ideale per mostrarlo.

Sono anche felice del fatto che il mondo si sia messo nella posizione per far sì che la cosa potesse accadere. Accogliendo Naomi nel team, come matricola. Lei porta con sé un sacco di nuove idee e di nuove minacce. Il concetto di base del suo personaggio non ha a che fare solo con la storia di Naomi, ma con l’idea di trascinare con sé il proprio mondo, nuovi conflitti, nuova linfa all’Universo DC. E Justice League è una grande opportunità per dare gas ad alcune di quelle idee.

 

Un percorso, quello del personaggio di Naomi, che attende il ritorno di Jamal Campbell alle matite per il secondo ciclo delle sue storie, previsto originariamente all’interno della linea Wonder Comics. Ma l’impegno del disegnatore su Far Sector si è prolungato oltre le aspettative. Ecco perché le questioni legate alla sua nascita e le minacce che esse comportano per l’Universo DC hanno bisogno dell’attenzione di gente come Batman, Superman e Aquaman.

 

Bendis – Quel che stiamo cercando di fare su Justice League è di fare in modo che l’intero Universo DC sia in qualche modo invitato a far parte del gruppo, chiunque ne abbia mai fatto parte o chiunque sia necessario per una specifica missione. Io vedo la Justice League diversamente da come guardo agli altri super gruppi. Se racconteremo una storia di tono fantascientifico, ecco che metteremo assieme tutti gli scienziati necessari. Certo, c’è un nucleo di guerrieri, ma che ha attorno un sacco di persone che possono contribuire in ogni situazione che si presenta. L’Universo DC è popolato da un sacco di esperti.

 

Bendis ha avuto grande libertà nel scegliere gli eroi che avrebbero fatto parte della squadra e non ha selezionato solo i propri preferiti. Superman e Batman sono presenti anche in forza dei cambiamenti in atto nelle loro vite. Così come Aquaman, Hawkgirl, Black Adam e Hippolyta. Tutti insieme, con il portato delle loro esperienze personali, raccontate nelle serie in solitaria, dovranno trovare definizione come gruppo. Bendis non nasconde che il caso più interessante sarà quello di Black Adam. La sua personalità e il suo percorso saranno una sfida interessante per la Justice League.

 

Bendis – Sapevo che nella storia si sarebbero presentate delle situazioni che nemmeno io avevo immaginato. I personaggi hanno un po’ preso il sopravvento. So che suona strano, ma chi scrive per mestiere sa che a volte capita. Quando scrivevo Avengers, non sapevo che Luke Cage e Spider-Man sarebbero diventati una coppia così interessante da far interagire. Ed ora sono affascinato da Hawkgirl e Black Canary, dalla loro amicizia.

Justice League #61, copertina di David Marquez

Non appena ho saputo che la nostra serie avrebbe ospitato anche le storie di Justice League Dark e ho capito la qualità dei suoi autori, ho compreso di voler giocare con questa cosa. Non appena avremo messo i binari per le nostre trame, voglio portare le cose in una situazione tale che le due serie si influenzino a vicenda e farlo in maniera da non danneggiare nessuna delle due. Leggendo una si potrà osservare l’altro lato della medaglia della prima. Vogliamo costruire un grande evento magico e mistico all’interno della linea di storie della Justice League, che coinvolgerà entrambi i gruppi. A volte la storia che dovrebbe essere di appoggio avrà il ruolo di trama principale dell’albo, per esempio. A volte ne sarà il cuore.

Finora, Black Adam è il personaggio che mi ha messo più in crisi come narratore. So che il pubblico è molto interessato a lui e a vedere cosa combineremo. Sono davvero grato a The Rock per aver già piantato la sua bandiera su Black Adam e aver messo in luce il fatto che diventerà sempre più complesso. Sono onorato. La DC ci ha detto che, se io e David fossimo stati interessati ad averlo nel gruppo, c’era la volontà di dargli spazio ed io ne fui entusiasta. Un regalo che non avrei immaginato.

Io tratto ogni personaggio nella storia come quello principale. Perché è così. Tutti loro sono o sono stati star della propria serie. Sono tutte figure con un tema portante molto forte alla base e ognuna di esse ha uno scopo potente. Molti procedono di concerto ed è grandioso averli tutti nella stessa storia. Ma come individui, credo che ognuno di essi meriterebbe una serie tutta sua. Alcuni già ce l’hanno e altri stanno per vederla nascere.

Includo nel discorso anche il ritorno di Naomi, perché le trame che vedrete su di lei in Justice League non sono in sostituzione della sua seconda stagione, ma in aggiunta. Tutto quel che succederà su Justice League avrà un effetto sulla sua esistenza, già completamente capovolta dagli eventi del passato. Questa serie sarà solo un altro esempio di come la sua vita sia stata potentemente stravolta.

 

 

 

Fonte: Games Radar