La figura di Superman, il “patriarca” di tutti i giustizieri, ha spesso ispirato riflessioni approfondite sulla natura dell’uomo, del superuomo e dell’eroismo, raccontando storie che si sono distinte a volte per il loro messaggio di speranza e a volta per i cupi scenari distopici a cui hanno dato origine. È in questo filone che rientra anche la miniserie Superman and the Authority, realizzata da Grant Morrison e illustrata da Mikel Janín.

A metà strada tra il Superman sicuro e decisionista degli albori del personaggio e quello crepuscolare e spento di molte storie incentrate sulla sua “fine”, il Superman di Morrison è un personaggio che cerca di mediare tra il sublime e il catastrofico, affidandosi al pragmatismo della mezza età e alle figure che gli stanno vicine per risolvere i dilemmi della sfida che gli si para davanti.

Giunto alla conclusione della miniserie proprio in questi giorni con il numero #4, lo scozzese riflette sui temi portanti della storia, sui tratti del “suo” Superman e del ruolo del personaggio nell’arco della storia del Fumetto:

 

Superman and the Authority #4, copertina di Mikel Janin

Morrison – In questa storia Superman è quasi lo stesso individuo che ha fatto la vita che conosciamo, che ha incontrato un sacco di supereroi e ha fatto tutto quello che ha fatto. È il Superman che conosciamo, ma c’è un po’ più di pragmatismo in lui. Il motivo per cui lo associo di più al giovane Superman di Action Comics è perché pensa innanzi tutto a portare a termine il lavoro. Una delle cose che trovo interessanti di Superman. Per me dovrebbe sempre fare la cosa giusta, e farla senza pensarci.

Ultra-Humanite è stato il primo nemico importante di Superman e mi piaceva l’idea che si riproducesse attraverso corpi diversi. Quello di Superman è un corpo unicissimo e singolare, è il superuomo di Charles Atlas; è un individuo unico in tutto, mentre l’Ultra-Humanite è qualcuno che si propaga attraverso altre persone e cose. Ho pensato di fare leva su quell’aspetto del personaggio e di fornirgli non solo più corpi, ma anche più cervelli: è qualcosa che si sta semplicemente riproducendo. È una sorta di rete intellettiva collettiva, la muffa che combatte contro il singolo individuo. Mi è sembrato un modo interessante di posizionare i due personaggi.

Superman and the Authority #4, anteprima 01

Alcune delle migliori storie di Superman sono quelle immaginarie in cui muore, o si scinde in due figure diverse alla fine. In All Star affrontava la sua morte in senso letterale. Nella mia storia è di mezza età, è più vecchio e ha un figlio che fa parte della continuity: inizia a pensare di poter sfuggire alle aspettative, ora che la gente sa che c’è suo figlio a indossare il costume e a fare quello che fa Superman.

In breve, si tratta di un Superman di mezza età piuttosto che di un Superman morente. Anche se sta perdendo i suoi poteri, sta pensando a come affrontare la cosa e ad accettarla. Se perde i suoi poteri, può reclutare una squadra per sostituirli e può svolgere il ruolo di Doc Savage, anche se in modo leggermente diverso. Un lato interessante di questo aspetto da esplorare è il fatto che per un’idea da parte del pubblico Superman sia sempre stato visto come troppo perfetto, il che è ridicolo. Non è più potente di Thor o di qualsiasi altro personaggio potente, ma Superman ha più difficoltà a essere accettato perché è il primo.

Superman and the Authority #4, anteprima 02

Penso che sia interessante vederlo in una posizione in cui possa ricordare alla gente il fatto che rappresenti il meglio che c’è in noi e il modo migliore in cui facciamo le cose: ecco come affronta la morte, ecco come affronta la giovinezza, ecco come affronta le crisi di mezza età. Il ruolo di Superman è quello di osservare ciò che sperimentiamo e trovare un modo per accettarle, renderle utili e meritevoli. Questo è ciò che mi piace del genere di storie sulla fine dei tempi: anche se Superman sta perdendo i poteri, continua a fare tutto questo, continua a essere Superman. Non smette di essere di ispirazione per gli altri e non smetterà di farlo finché non si spegnerà, steso su un letto verde scintillante.

Quando invecchi, sviluppi dei punti di vista diversi su tutto, ma ricordi anche i tuoi punti di vista precedenti, che puoi assegnare a personaggi diversi. Nel caso di Superman, tengo sempre a mente che rappresenta il meglio di ciò che siamo, è questo che lo fa funzionare.

Per me quella di Superman è la storia di un bravo ragazzo che sta morendo o sta affrontando la mezza età e inizia a dubitare del fatto che gli umani possano cavarsela nel modo in cui sperava. Qual è l’esito migliore in cui può sperare? Fino a che punto può essere gentile, compassionevole e comprensivo? Questa è la mia chiave di lettura per Superman: è noi al nostro meglio.

Superman and the Authority #4, anteprima 03

È una storia che volevo raccontare per contrastare tutte le altre di Superman, quelle in cui si ricrede sulla sua missione, o gli succede qualcosa di terribile, tipo la morte di Lois, e decide di dettare legge. Stavolta mi piaceva l’idea che Lois fosse viva e semplicemente non fosse nei paraggi mentre Superman fa le sue cose con i suoi amici.

Questi sono un Superman e una Lois che si conoscono da molto tempo. Hanno questi battibecchi divertenti. Hanno un figlio e sono persone anziane. Ho pensato che fosse importante che lei avesse un ruolo, quello di salvare Superman, perché questo è ciò ce fa Lois, e per prendersi cura del ragazzo. L’ultima scena in cui vediamo lei e Superman scomparire da Kandor vuole rifarsi a quella di Jor-El e Lara in cui Krypton viene distrutto. È una sorta di ritorno alla genesi e lo vediamo svanire attraverso un piccolo portale in un universo che ci mostra come sarebbero potute andare certe cose.

 

 

Fonte: CBR

 

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