La temuta scure che cala a volte in modo inaspettato su una serie in corso ha mietuto sul fronte DC Comics una vittima eccellente, la serie John Constantine, Hellblazer scritta da Si Spurrier e disegnata da Aaron Cambpbell. Lo stesso sceneggiatore ha avuto modo di commentare l’accaduto in una lettera rivolta direttamente ai lettori.

 

 

Ma Spurrier sembra avere ancora molto da dire sull’argomento, e sui canali di Reddit, in occasione di una chat con i suoi fan, è tornato sul tema, fornendo un punto di vista più personale e più informale sull’accaduto, partendo dalla vicenda specifica per poi allargarsi a riflessioni più generali sul mondo del Fumetto odierno.

Questo il frutto delle sue riflessioni:

 

Sandman Universe Presents Hellblazer #1, copertina di Bilquis Evely

Spurrier – Il mio stupido, colossale, dannatissimo errore è stato quello di presumere che vivessi ancora negli anni ’90, quando i fumetti avevano a disposizione un paio di dozzine di numeri per mostrare i muscoli e trovare un pubblico più completo possibile prima che qualcuno si lamentasse della loro resa economica. Ovviamente dovrò essere cauto sui dettagli. Sto lavorando a un paio di nuovi progetti con elementi del mio team creativo di Hellblazer. Probabilmente ne riparleremo più avanti, ma al momento, questi progetti non includono più Hellblazer. Sì, sono irritato anche per questo. Aaron e io continuiamo a lavorare insieme (speriamo di avere presto qualcosa da dire al riguardo) e se mai ci fosse anche la minima opportunità di tornare a lavorare su John Constantine, potete star certi che la coglieremmo.

Avevo immaginato il successivo arco di Hellblazer in maniera molto vaga. Non voglio entrare troppo nel dettaglio, se mai avessimo la possibilità di tornarci sopra, ma il titolo era Dead in America. Seguiva John, Noah e Nat mentre fuggivano oltreoceano negli Stati Uniti, dove John convince con l’inganno gli altri a intraprendere una complicata impresa che in realtà consiste (ovviamente) nel salvare la propria pellaccia. O meglio, in questo caso nel riportare in vita il suo corpo rianimato ma ancora molto morto prima che marcisca irreparabilmente. I primi tentativi coinvolgono un certo individuo a base vegetale nelle paludi della Louisiana, la deliziosa Clarice Sackville e il perduto cono di ossidiana venerato dall’Imperatore Eliogabalo a Roma un paio di migliaia di anni fa. Molto, molto, molto divertente.

Constantine, Hellblazer, copertina di John Paul Leon

Avevo inoltrato una proposta fottutamente magnifica per Black Label, assieme a uno dei miei artisti preferiti, che consisteva nel separare il mito di Lanterna Verde dall’attuale continuità dell’Universo DC in modo davvero interessante e rispettoso per raccontare una storia di fantascienza psichedelica totalmente assurda, incentrata sulla memoria, la perdita e il potere assoluto. Piaceva da matti a tutti quanti, editor compresi, ma è stata considerata troppo difficile da vendere. Viviamo in condizioni di mercato che a volte sembrano fatte su misura per fregare i narratori come me che non sono molto bravi a fare le cose più ovvie.

In tutta onestà non ho idea di chi dovrei importunare per queste proposte, di questi tempi. Ci sono stati dei tali terremoti all’interno della comunità editoriale della DC, così tante persone eccellenti hanno perso il lavoro, e non ho ancora avuto la possibilità di capire chi è cosa. Confesso di essere un filo irritato: dopo che Dreaming è stato candidato all’Eisner e che il mio ciclo di Hellblazer, che è stato il fumetto con le migliori recensioni complessive per dieci mesi consecutivi, nessuno mi ha contattato per dare il mio contributo alle fantastiche novità in corso nell’Universo DC. Ho provato più volte a contattare gli editor, senza molta fortuna. Nel migliore dei casi, tutti erano talmente occupati e stressati che sono passato in secondo piano. Se devo dare retta alla paranoia, forse sto antipatico a qualcuno ai piani alti, chissà?

Way of X #1, copertina di Giuseppe Camuncoli

Avevo un progetto molto interessante, ancor prima che Hellblazer finisse nel cesso, ma tutto è crollato nel momento in cui DiDio ha lasciato l’edificio. Onestamente, non ho idea di cosa sia successo. Per fortuna la Marvel è arrivata con un paio di progetti proprio al momento giusto, e i miei incredibili editor Black Label continuano a volermi bene. Quindi va tutto bene. Per farla breve: mi piacerebbe assolutamente fare altre cose nell’Universo DC, e ho idee più grandi di quanto possiate immaginare. Ma volere e ottenere, a quanto pare, non sono la stessa cosa.

Datemi qualche strana proprietà intellettuale di cui nessuno si ricorda e lasciatemi scatenare. È proprio questo il motivo per cui Swamp Thing ha avuto un tale successo. E lo stesso vale per Sandman, in una certa misura. Purtroppo i giorni in cui c’era un approccio ragionevole alla creazione dei fumetti sono passati. Ora è molto raro che un’azienda dia il via libera a una serie su cui non può fare almeno un pronostico in termini di vendite. Ci vuole il nome di un grande personaggio o il nome di un grande autore, o entrambe le cose. Benvenuti nel mercato diretto. Continuo a sperare che il mercato digitale inverta questa tendenza, che renda le cose più sperimentali e offra più opportunità di stupire i lettori con qualche fulmine a ciel sereno.

 

Black Knight: Curse of the Ebony Blade #1, copertina di Sergio Davila

 

 

Fonte: Bleeding Cool