Lo spazio che il sito ufficiale di DC Comics riserva ai suoi autori è dedicato questa settimana a Mariko Tamaki, sceneggiatrice di Supergirl: Being Super, Harley Quinn: Breaking Glass, al lavoro sul primo arco narrativo targato Infinite Frontier di Detective Comics e sulla graphic novel I Am Not Starfire, di imminente pubblicazione.

In concomitanza con il mese dedicato al retaggio asiatico-americano, la Tamaki racconta come ha affrontato l’aspetto nelle sue opere a fumetti e i suoi piani per il futuro:

 

Detective Comics #1034, copertina di Dan Mora

Tamaki – Non ho esordito nel settore come sceneggiatrice di fumetti. Come scrittrice e come artista in generale ho iniziato a lavorare in molti spazi della comunità artistica queer. Ho lavorato nell’editoria femminista e nell’editoria indipendente. Le mie esperienze come giapponese-canadese sono state una parte importante del mio lavoro all’inizio, perché in quegli spazi scrivere era qualcosa di molto personale. L’obiettivo era di sviluppare a fondo quelle storie, di creare degli specchi anziché delle porte.

Quando ho iniziato a lavorare sui fumetti mainstream, non li vedevo come un filone dove potevo veramente ricollegarmi alle mie esperienze personali. Mi è capitato di descriverlo come qualcosa del tipo: “qualcuno ti dà le sue figurine di Batman e ti dice ‘Oggi puoi giocare con Batman'”. Questo non significa che non fossero storie personali, solo che non erano personali per me. Le eventuali opportunità di collegarsi a qualcosa di più soggettivo in quelle storie per me sono un bonus. Quindi per me è stato davvero interessante avere la possibilità con questa antologia di realizza qualcosa a tema esplicitamente asiatica e di lavorare su un personaggio asiatico. Case non è come me, ovviamente, ma è sicuramente qualcosa di… personale.

Detective Comics #1034, anteprima 01
La cosa che mi piace di Cain è che è una guerriera di altissimo livello. In termini di abilità e capacità è a livelli elevatissimi. Nessuno si chiede mai “Cass sarà in grado di farlo?”. La risposta è sì, ovviamente ce la fa. Le sue capacità fisiche sono definite in tal senso. Ho pensato però che ci fosse spazio per occuparmi di un aspetto più emotivo: quando passi così tanto tempo a lavorare su una parte della tua vita, cosa sei costretta a trascurare? (non che Cass avesse scelta, ovviamente!).

Questa per me è l’aspetto più bello delle storie su supereroi. Sono tutti personaggi così incredibilmente abili in una parte specifica della loro vita, ma è impossibile che un supereroe sia formato sotto tutti gli aspetti, se non altro per la quantità limitata di ore che ci sono in un giorno. Se sei impegnato a salvare il mondo, la cosa ti porterà via del tempo, e i tuoi argomenti di conversazione con gli amici inizieranno a scarseggiare. O comunque, ci sarà qualcosa che finirai per trascurare. Questo è stato l’aspetto più interessante del mio lavoro su Bruce Wayne e Batman, quindi era sicuramente qualcosa che cercavo anche in Case.

Detective Comics #1034, anteprima 02

Ho l’impressione che ogni volta che puoi contare il numero di autori asiatici su una mano o ogni volta che entri in uno spazio pubblico e senti di essere una minoranza nella folla, c’è spazio per crescere. Penso però che il mondo dei fumetti stia diventando sempre più grande e diversificato, o quanto meno, da quando ne faccio parte ho notato che sta crescendo.

Sono stata entusiasta di vedere Sarah Kuhn, al lavoro su Shadow of the Batgirl con Nicole Goux. È sempre bello vedere qualcuno che si avvicina al fumetto da altre parti del mondo letterario. Penso che a volte ci sia una specie di preconcetto secondo cui, se non hai fatto parte di qualcosa per tutta la vita o per tutta la carriera, non dovresti mai farne parte. La capacità di entrare nei fumetti come scrittore o artista, o di entrare nei fumetti supereroistici come scrittore o artista in qualsiasi fase della tua carriera, è qualcosa di straordinario quando accede. Ci sono così tanti narratori straordinari in ogni angolo del mondo letterario che possono contribuire con cose incredibili al fumetto.

Detective Comics #1034, anteprima 03

Anche Minh Lê, con il suo Green Lantern: Legacy, illustrato da Andy Tong, è stato fantastico. Proviene dai libri illustrati. È sempre molto entusiasmante per me vedere qualcosa del genere. Penso che potrebbe andare anche funzionare in senso inverso: chi lavora sui fumetti più mainstream potrebbe realizzare graphic novel o scrivere in prosa. Se si fanno più frequenti questi scambi tra i vari filoni del mondo artistico, tutti potranno dare il loro contributo, e la loro narrazione, a questo mondo.

Ho adorato lavorare su Detective Comics. È stata una grande sfida. Non è necessariamente il personaggio a essere impegnativo, quanto il formato: scrivere un arco narrativo che copra da otto a dodici numeri e che sia suddiviso in segmenti di venti pagine che si concludano sempre con un cliffhanger. Non è facile. Adoro davvero tutti gli artisti con cui ho lavorato. È stato molto emozionante lavorare con Dan Mora, per esempio. Resto senza fiato ogni volta che vedo cosa sta facendo. Anche lavorare con gli editor DC Paul Kaminski e Dave Weilgosz è stato un piacere, come anche la nostra colorista Jordie Bellaire e la nostra letterista Aditya Bidikar. Il semplice fatto di fare parte di qualcosa chiamato “il Bat-team” è molto bello: ci incontriamo in continuazione, è fantastico.

Detective Comics #1034, anteprima 04

Lavorare su una serie regolare è molto simile a scrivere per la Televisione. Mantenere tutte queste storie interconnesse è un compito complesso, è stata una grande sfida. Mi piace molto quando in un lavoro prendi qualcosa che sai fare e riesci ad applicarlo a qualcosa con cui hai meno familiarità.

Prendiamo per esempio la figura del sindaco Nakano, che rappresenta un aspetto molto interessante dei fumetti. Aveva una parte molto piccola in una storia breve che ho scritto (in Detective Comics #1027) e ora è diventato il sindaco di Gotham. È come mettere un sacco di argilla su un tornio a cui lavorano in molti. Parti da un punto, ma poi non sai davvero cosa succederà. In questo caso, sembra che Nakano sia tornato da me e ora posso lavorare di nuovo su di lui.

Mi piace pensare a Gotham come a una città vera e propria, con i dipendenti pubblici e tutto questo genere di cose, la rende più interessante. È divertente lavorare su qualcuno che riveste una carica politica all’interno di una storia piena di mostri e di grandi scazzottate.

Detective Comics #1036, copertina di Dan Mora

Ho vissuto la mia esperienza personale come asiatica facendo parte di una famiglia che vive in Canada da molto tempo. L’idea di ciò che fa di me una persona asiatica è sempre stata molto complessa. Amo tutte le forme diverse che questa identità può assumere e credo che sia qualcosa in costante espansione. Avere un personaggio come Nakano, che è giapponese-americano, ma non è qualcuno che ha abilità specifiche di natura “giapponese” è una cosa che mi piace molto.

Penso di aver inserito qualcuno che è per metà asiatico o asiatico in quasi tutte le storie che ho scritto. Ma non li ho inseriti affinché fossero “i personaggi asiatici”. Sono lì innanzi tutto come personaggi. Una metropoli moderna deve includere abitanti di ogni genere.

 

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Fonte: DC Comics