Una chiacchierata di Scott Snyder con la redazione di Adventures in Poor Taste dà l’occasione di riflettere sull’evento Dark Nights: Death Metal nel suo complesso. Un progetto che ha tenuto il fiato sospeso i fan per tutto il 2020, tra annuncio roboante, ritardo dovuto alla pandemia, rielaborazione e accrescimento dei suoi contenuti e, infine, pubblicazione.

 

 

L’importanza delle trame di questa storia, che segna una pausa alla presenza di Snyder e del suo sodale, Greg Capullo, sulle pagine dei progetti legati all’Universo DC, è indubbia. Lo sceneggiatore ha avuto modo di dire la propria su diversi aspetti dell’opera e della sua gestazione, poco prima della conclusione.

 

Snyder – Non vedo l’ora che il pubblico legga il finale e sono triste ed entusiasta allo stesso tempo. Per me sarà davvero la fine di un’era e anche per la DC, ma in maniera eccitante. Sarà l’ultima storia di super eroi che scriverò per un po’ di tempo, almeno fino a metà 2021. La più lunga pausa che mi sia mai preso dal genere negli ultimi dieci anni. La storia vuole onorare il passato, assicurarsi che conti in tutte le sue componenti per i personaggi, nel bene e nel male, e poi porre le basi per nuove narrazioni, aprire le frontiere e permettere a tutti di essere più progressisti nel modo in cui raccontiamo le nostre storie. Più di quanto non lo siamo da un sacco di tempo.

 

Come sappiamo, una parte dei temi di Death Metal ha da sempre a che vedere con la rabbia, sempre più estrema, che Snyder riconosce nel mondo contemporaneo. Ma c’è anche un discorso metafumettistico dietro a questo argomento.

 

Dark Nights: Death Metal #7, anteprima 01

Snyder – La storia parla anche del mondo dei comics, nel senso che mi pare di vedere sempre una certa rabbia, quando annunciamo di voler fare qualcosa di nuovo o spingiamo le nostre idee in territori inesplorati. Spesso il pubblico tenta di trascinarci di nuovo indietro. Il nucleo propulsivo dell’evento è così diventata l’idea di Wonder Woman, la paladina della verità, che vede quella verità, ovvero il fatto che tutti i nodi principali della storia DC, tutti i momenti in cui i cattivi hanno cercato di rendere il presente più importante di ogni altra cosa e di mancare di rispetto al passato, ergo alla verità, di affermare che l’unica cosa che conta è la percezione del presente e che il passato non ha alcun valore… tutti quei momenti sono menzogne. E l’unico modo per andare avanti con speranza è scogliere quei noti.

Permettere all’intera storia DC di esistere, anche se solo nella mente dei personaggi e poi usarla come una piattaforma di lancio per il più luminoso, infinito futuro in espansione che si possa costruire. Il piano è sempre stato questo, anche se sono intervenuti un sacco di cambiamenti, non certo per colpa nostra. Tutto un complotto di AT&T e Warner Brothers e DC, ovviamente. Insomma, hanno licenziato Dan DiDio, no?

 

Scherzi a parte, Snyder conferma quanto già affermato in altre occasioni: nonostante tutti gli incidenti di percorso, Death Metal è rimasto fedele allo spirito iniziale del progetto: inclusivo, celebrativo, rispettoso del passato eppure strumentale alla creazione di qualcosa di interamente nuovo e inedito. Il tutto in un processo creativo che ha visto spesso l’iniziativa dietro a Death Metal cambiare, venire messa in discussione nella sua ampiezza, essere minacciata nelle sue ambizioni. Un percorso accidentato che ancora si legge nelle trame, che paiono cambiare spesso struttura globale del progetto.

 

Dark Nights: Death Metal #7, anteprima 02

Snyder – A un certo punto la casa editrice ci ha chiesto di essere più contenuti nelle storie che raccontavamo e di tagliare molti dei tie-in che avevamo progettato. Poi avremmo pensato a una soluzione per mettere comunque in moto gli eventi del finale in qualche maniera. Ma la storia andò così bene presso il pubblico che decisero di lasciarci espandere le nostre idee. E a un certo punto ci hanno dato il permesso di prendere sulle nostre spalle per un mese l’intero Universo DC. Abbiamo fatto piani su questa base in una riunione improvvisa, che si tenne a casa mia.

Poi, quando Dan DiDio ha lasciato il suo incarico, quel che Marie Javins, la nuova Editor-in-Chief, aveva in mente era molto più aderente allo spirito di Metal e noi sentimmo di poter creare qualcosa, con i tie-in, che potesse essere materiale supplementare tale da non imporsi eccessivamente su tutto il resto e da poter davvero sottolineare alcuni dei messaggi di Death Metal. Noterete che abbiamo cercato di metterci la stessa cura che abbiamo dedicato alla serie principale.

 

Snyder cita soprattutto la storia dedicata a Superboy Prime, che è stata anche la prima occasione in cui ha avuto modo di collaborare con Geoff Johns. Una vicenda con cui i due nomi forse più importanti della DC degli ultimi quindici anni volevano passare il testimone a una nuova generazione di autori, senza cercare di tenere una mano sul timone, ma mostrando la grandezza delle storie del passato come monito, come spinta a fare altrettanto, o addirittura di meglio.

 

Snyder – I numeri antologici hanno sempre avuto anche lo scopo di coinvolgere alcuni dei giganti della DC degli ultimi tempi e una serie di nomi nuovi, per condurre i personaggi attraverso la loro ultima notte buia. Dovevano essere storie che parlavano dei loro momenti più intimi, vissuti come se fossero stati quelli dell’ultimo giorno che avevano da vivere. Persone che non avevate mai visto al lavoro in maniera continuativa, come Regina Sawyer, Che Grayson o Mags Visaggio. Un gruppo di voci nuove.

L’idea era di scommettere su di loro, da un lato celebrando quel che la DC è stata e dall’altro dichiarando che non abbiamo paura di espanderci, di accogliere i nomi emergenti, di dare spazio a nuove e coraggiose narrazioni nel 2021. Di levarci di mezzo un po’ per dare ossigeno alla DC di domani.

 

Snyder rivela che il progetto iniziale, nelle sue intenzioni, vedeva Death Metal comporsi di dodici numeri e non di sette. Anche sei e otto albi sono stati nei progetti, prima di attestarsi sulla struttura attuale, che, alla fine, si è adattata perfettamente agli obiettivi.

 

Snyder – Quel che Maria Javins sta per realizzare credo dirà moltissimo delle priorità che aveva nell’aiutarci a progettare Death Metal. E credo che vedrete una vera convergenza con Future State e lo sguardo al futuro che ci concederà. Molto di ciò che vorrà mostrarci avrà una realizzazione effettiva, altre cose no. E altri elementi ancora si manifesteranno in maniere inaspettate. Sarà un avvertimento per gli eroi, un avviso che mostrerà loro le direzioni che stanno prendendo le loro azioni, anche se non ne sono consapevoli. E, in questo senso, sarà una storia che vi perseguiterà.

 

 

Fonte: AITP