Il prossimo 2 novembre, debutta negli Stati Uniti la nuova serie DC Comics dedicata a Human Target, la guardia del corpo di altissimo livello che prende le sembianze e simula l’identità dei propri protetti per proteggerli da chi li minaccia. La serie, come dovreste sapere, sarà firmata dal premiatissimo sceneggiatore Tom King, per le matite nientemeno che di Greg Smallwood.

 

 

Scrittore ed artista hanno risposto ad alcune domande in merito su Entertainment Weekly, che ha anche mostrato ai suoi lettori le prime immagini in anteprima della serie dedicata a Christopher Chance, che vi riportiamo.

 

Human Target #1, copertina di Greg Smallwood

Smallwood – Quando ho letto il soggetto di Tom ho pensato subito che fosse accattivante. Ha un’idea di base molto forte. Mi ha ricordato molto il film D.O.A – Cadavere in arrivo, che per me è un classico.

King – Te l’ha ricordato perché ho rubato l’idea di sana pianta.

Smallwood – Avendo visto il film e avendo letto tutte le tue sceneggiature, so perfettamente che le sue storie sono raccontate in maniera molto diversa, ma il nucleo di base è simile. Il tono si comprendeva già dal soggetto e poi si è evoluto nel tempo. Ho iniziato sin da subito ad avere delle immagini in testa, sin dal soggetto, ma poi Tom ha iniziato a mandare le sceneggiature, quando già avevo iniziato a disegnare. Al che son tornato letteralmente indietro a correggere il primo numero, di cui credo avessi già all’attivo nove pagine.

Avevo dato alla storia un approccio visivo da noir anni Quaranta. Quella era l’atmosfera che avevo in mente. Ambienti molto bui, veneziane alle finestre, questo genere di cose. Ma poi mi sono accorto che c’era molta leggerezza nella storia di Tom, che dovevo far presente nelle tavole, altrimenti si sarebbero giustapposte alla vicenda. Ho iniziato a metterci più colore e più atmosfere pop, forse più in linea con gli anni Cinquanta e Sessanta. Mi piace pensare che si crei un bel contrasto tra cinismo e ottimismo. Una linea sottile su cui scorre quella levità a cuor leggero di cui parlavo prima che equilibra molto le cose.

Human Target #1, anteprima 01

King – Detesto ammetterlo: Human Target è un personaggio davvero figo, ma non è mai stato nei miei progetti. Il che è divertente perché ha goduto di ben due serie TV ed è un’icona di un certo successo. Odio detestarlo, ma l’ho approcciato con un po’ di sufficienza. Ma quando mi sono arrivati gli studi per la prima copertina di Greg, prima che scrivessi il primo numero, ho pensato di avere per le mani qualcosa di speciale e ho cambiato interamente i toni della storia che avevo in mente.

Sono passato da una storia hard-boiled alla Chandler o alla Hammett, da cui avevo rubato le atmosfere, a quelle che tu mi hai suggerito con i disegni, Greg. Improvvisamente, potevo vedere il tuo stile applicato alle pagine e quella è stata la molla e ho capito di avere sottomano un progetto che potevo trasformare in qualcosa alla Mister Miracle o Visione.

La storia è quella di un tizio che scopre di stare per morire proprio all’inizio di tutto. Quando stavo scrivendo il soggetto eravamo in pieno confinamento da Covid. Sin da quando ero stato in guerra, non mi ero mai sentito tanto vicino alla morte. Ci sono momenti della propria vita, in cui senti che il confine tra vita e morte ti è prossimo e in cui senti paura e adrenalina, in cui rimetti in discussione la tua esistenza.

Questa storia è nata da lì. Che cosa significa vivere quanto sai che devi morire? E come ti riconcili con questa nozione? Cosa diventa la tua ossessione? Come ti tieni occupato e che cosa di dà la forza per andare avanti? E, poi, con tutto questo in ballo, è diventata anche una storia molto romantica.

La trama parla di Human Target che investiga sulla Justice League International, in cui Ice gioca un ruolo importantissimo. Tra lei e Human Target scatta qualcosa, diciamo, e tutto diventa una grande storia tra due persone. C’è una scena in cui Ice e Chance sono nell’oceano assieme e l’ho vissuta come la mia occasione per scrivere un momento davvero sexy di storia noir. Sono come Bogart e la Bacall, incredibilmente divertenti.

 

Ice, confessa Tom Kng, è la super eroina preferita di suo figlio più piccolo, di sette anni. Coinvolgerla nella storia, afferma tra il serio e il faceto, è stato il suo modo di accontentare le continue richieste del piccolo.

 

Smallwood – L’idea per la copertina del primo numero è una delle prime immagini che mi sono venute in mente. All’inizio l’avevo realizzata con un sacco di neri e in stile più tradizionale, senza gli elementi pop che vedete ora. Non avevo un’idea precisa del mio approccio a Christopher Chance e alla sua personalità, ma mi ero messo in testa che potesse essere uno alla James Bond. Era piuttosto chiaro, dal soggetto, che la Justice League International dovesse comparire in copertina, ma ovviamente Chance doveva essere il focus principale. Come mettere assieme le due cose?

 

Smallwood ha fatto un gran lavoro di documentazione sia su Human Target che sulla JLI, rileggendo molte storie del passato per afferrarne l’identità e cita soprattutto quelle di Peter Milligan e Javier Pulido, ma anche di Len Wein e Carmine Infantino, da cui ha rubato l’impressione che al protagonista piacessero le cose vecchie, perché in un dialogo si lamenta di come nessuno più costruisca le automobili come una volta.

 

Human Target #1, anteprima 02

Tom King – Quando ti chiedono di scrivere una storia su Human Target, la prima cosa a cui pensi è il prezzo che una vita come la sua richiede alla sua psiche, al fatto che potrebbe perdersi nell’identità altrui. Un’idea che Peter Milligan ha trattato brillantemente. Ho dovuto deviare da quell’argomento e parlare invece di un tizio che ha scelto un’esistenza costantemente sotto minaccia.

La sua storia delle origini ha molti punti in comune con quella di Batman, solo che suo padre, catturato da un criminale, si mette in ginocchio e chiede che la vita del figlio sia risparmiata. L’assassino uccide il padre invece di Christopher, che vede tutto questo. Papà è morto sostituendosi a lui. Quando hai per le mani un personaggio che decide di rivivere questo momento, il peggiore della propria vita, per mestiere, ecco servita una storia profondamente psicologica. Ed io ho costruito su questo.

 

 

 

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Fonte: EW