Tom King parla di Supergirl: Woman of Tomorrow, la serie in dodici capitoli illustrata da Bilquis Evely con cui lo sceneggiatore americano maneggerà il personaggio di Kara Zor-El in un’avventura galattica che promette, come spesso fanno le storie scritte da King, di mostrarci una sfaccettatura mai vista della Ragazza d’Acciaio.

 

 

Ecco le dichiarazioni più interessanti di uno degli scrittori di Fumetto di maggior peso e talento degli ultimi dieci anni.

 

King – Il mio editor, con cu ho lavorato su Batman, è passato a lavorare nella divisione Superman. Un giorno parlavamo dei problemi che i personaggi con il prefisso “Super” si portano dietro per tradizione e per cui, almeno dal 1980 circa, vendano meno di quelli con il prefisso “Bat”. Io gli dicevo di non capirne il motivo, perché per me sono davvero fighi. E lui mi rispondeva che la serie Supergirl aveva difficoltà di vendite. Per me lei è una tostissima, con una storia delle origini pazzesca e lui, vedendomi così appassionato al riguardo, mi ha chiesto di pensare a un soggetto. Cosa che è stata semplicissima.

 

Una storia che parte dall’incredulità di Tom King per il fatto che un personaggio che si conosce praticamente da sempre, sin dalla prima infanzia, possa avere difficoltà ad entrare nel cuore delle persone. Il punto è quindi come renderlo spettacolare agli occhi della gente. Ancora più spettacolare. Un compito facile, sostiene King.

 

King – Il soggetto è rimasto quello originale ed è un’avventura cosmica, un Western nello spazio. Raccontiamo un viaggio da luogo a luogo, da pianeta a pianeta e da qui partiamo. Stavo leggendo su una rivista un articolo sui fumetti bondage e ho visto che avevano stilato una lista delle migliori cinquanta storie di Conan. Non ho mai letto granché sul personaggio, in gioventù, ma ho pensato che fosse una cosa splendida. Quando leggi queste classifiche, hai sempre voglia di leggere tutte le storie citate.

Supergirl: Woman Of Tomorrow #1, copertina di Bilquis Evely e Mat Lopes

Ho iniziato a leggere queste storie di Roy Thomas, Barry Windsor-Smith, John Buscema su Conan e ho pensato che il mondo che raccontavano fosse davvero divertente. E sai chi farebbe faville in un contesto del genere? Supergirl! Questa è la genesi del primo numero della storia: la voglia di infilare Supergirl in un mondo alla Conan.

Avevo appena scritto una trilogia di fumetti, tra il 2020 e il 2019, in cui raccontavo un’epoca senza speranza. Supergirl era il mio primo lavoro in cui essa tornava a mostrarsi. Mi dicevo che ci sarebbe stato un futuro dopo la pandemia, che dopo la follia del trumpismo sarebbe tornato il sole. Volevo dar vita a un  fumetto che raccontasse quanto siano splendidi i super eroi. Scrivo un sacco di storie in cui vengono decostruiti, in cui li mostro tristi, mentre piangono guardando fuori dalla finestra. Ma ho la sensazione che quelli che stanno arrivando siano dei nuovi ruggenti anni Venti e che ci sia bisogno di qualcosa di semplicemente fantastico. Supergirl in un ambiente stile Conan è proprio quel genere di storia.

 

King sostiene che le atmosfere molto europee della serie dipendano moltissimo da Bilquis Evely, che si è ispirata a Moebius, citando Parabola, la storia disegnata dal maestro francese con Silver Surfer come protagonista. Inoltre, lo sceneggiatore si è prodigato per lasciare all’artista il maggior spazio creativo possibile.

 

King – Sin dall’inizio mi sono detto che sapevo di avere a che fare con una disegnatrice che sa bene come costruire mondi e che volevo lasciarla lavorare come voleva. Le ho fornito il perimetro generico dell’universo che avevamo in mente. Dentro cui ci sono diversi mondi: uno di dinosauri, uno che sembra fatto di periferie anni Cinquanta d’America. Ho preso una serie di metafore che lei ha trasformato in pianeti alieni.

Supergirl: Woman of Tomorrow #1, anteprima 07

Chiunque legga le mie storie sa che, per me, la speranza non è mai il processo di ignorare il dolore, ma quello di affrontarlo e di sconfiggerlo. C’è una bella differenza. Credo che questo sia stato uno dei problemi di molti che si avvicinano a Supergirl, perché la trattano come qualcosa di prezioso e fragile, cosa che non credo lei apprezzerebbe. Kara non è qualcuno che vada trattato coi guanti di velluto, che ha bisogno di essere il simbolo di perfezione in ogni singola vignetta, bensì una donna che ne ha passate tante e si è temprata. Accettare questo fatto è ciò che la rende interessante.

Quando mi hanno assegnato il progetto, ho chiamato Steve Orlando, perché lui ha lavorato sul personaggio, e abbiamo parlato un po’. Mi ha fatto capire la differenza tra Kara e Clark e mi ha aperto la mente. Clark è sfuggito all’Olocausto, è nato su Krypton e la sua distruzione è solo un ricordo, per lui. Qualcosa di cui legge nei libri e vede in TV.

Ma Kara era lì e vi ha assistito coi propri occhi. Nn solo una volta, ma tre. Ne è fuggita su questo piccolo pezzo di pianeta, che a sua volta è andato distrutto ancora e ancora, finché non è rimasta solo lei. Quando hai quattordici anni e vivi un’esperienza del genere, la cosa ti lascia il segno, ti indebolisce e allo stesso tempo ti rende forte.

 

E l’aspetto della sopravvivenza al trauma la rende interessante, per lo sceneggiatore, un po’ come è la morte dei genitori a farlo con Batman.

 

King – Non mi ero mai accorto di quante parolacce dicesse Kara. Inizi a scrivere un personaggio e lo trovi cinico. Amo raccontare Superman, forse il personaggio che preferisco scrivere, e lui è buono, prende sempre le decisioni giuste, è felice di farlo. Se si segue la sua storia, la stessa cosa vale per Kara, che non prende mai decisioni idiote, ma è un po’ più cinica e indurita riguardo le sue scelte. Il suo ottimismo è un po’ più affilato e non me l’aspettavo.

 

Una storia cui King paragona Supergirl: Woman of Tomorrow? Il famoso Western Il Grinta, in cui c’è un mentore che addestra una ragazzina. Solo che King voleva inizialmente mettere Kara nella posizione di chi viene addestrato, invece il ruolo di mentore sarà proprio di Supergirl.

 

Supergirl: Woman of Tomorrow #1, anteprima 01

King – I lettori che, come me, sono fan del fumetto anni Novanta e ci sono cresciuti sappiano che abbiamo realizzato un omaggio alla run bizzarra e strana di Gary Frank e Peter David su Supergirl, con tanto di ali d’angelo. Bilquis ha fatto un lavoro grandioso.

Io scrivo un sacco di serie da dodici numeri, quindi, quando qualcuno ha sostenuto che con questo personaggio avremmo dovuto arrivare al massimo a otto, perché poi le vendite sarebbero crollate, ho iniziato a pensare che il mio compito fosse raccontare una storia che permettesse al suo prossimo scrittore di permettersi quanti numeri gli pare. Supergirl merita una serie tutta sua, un ruolo preminente nell’Universo DC, di essere un personaggio come Aquaman, Flash o Lanterna Verde.

 

 

Fonte: Comicbook.com