Emiliano Pagani è tornato a parlare del volume di Don Zauker sul quale sta lavorando assieme a Daniele Caluri, confermando che sarà l’ultimo capitolo delle avventure del dissacrante prete esorcista.

 

 

Ricordiamo che è in cantiere anche una storia di Dylan Dog nella quale l’Indagatore dell’incubo incontrerà Don Zauker, ma quel fumetto è stato scritto l’anno scorso, anche se probabilmente uscirà dopo l’epilogo della serie principale del sacerdote sboccato. Riguardo al congedo dal suo personaggio più amato, l’autore ha dichiarato:

 

Don ZaukerEmiliano Pagani – Come abbiamo più volte annunciato, il volume che stiamo finendo in questi giorni e che uscirà presumibilmente il prossimo autunno sarà l’ultimo di Don Zauker. I perché di questa decisione sono molti. In primis, perché lo facciamo da 20 anni (sì, siamo vecchi, ma anche voi lo siete) crediamo di aver detto, nel modo più esaustivo possibile, quello che volevamo dire e ci atterrisce l’idea di ripeterci solo e unicamente perché il personaggio ha successo e i lettori (o gli editori) ce lo chiedono. Sarebbe andare contro l’idea stessa che sta alla base di Don Zauker, il voler distruggere, cioè, certi schemi precostituiti, anche nel nostro stesso campo di lavoro. Don Zauker è un fumetto diverso dagli altri, principalmente per questo motivo: perché ogni suo episodio è nato da una nostra urgenza di raccontare qualcosa, di spostare un punto di vista, di ribaltare un qualcosa precedentemente dato per scontato, etc… non solo dal punto di vista satirico, ma anche fumettistico e narrativo. Ce lo siamo prodotto da soli, per tanti anni, apposta per questo motivo: per avere la totale libertà di dire e fare quello che volevamo, come volevamo. Però adesso, nel 2021, l’idea di fare satira sulla mancanza di senso critico di molte persone usando la Chiesa Cattolica è un’idea che sta perdendo forza perché la Chiesa non è più un avversario così spaventoso o almeno non è più percepito come tale. “Tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti” – cantava Guccini. Non che la Chiesa sia diventata un nano, intendiamoci. È ancora potentissima, è ancora un’ottima agenzia di collocamento per medici, politici, insegnanti e una spregiudicata agenzia immobiliare, ma ha perso il potere di influenzare la gente. Non il potere economico, sia chiaro, il potere materiale ed economico, quello ce lo hanno ancora ben saldo nello loro mani affusolate, ma il potere di influenzare il pensiero e la mente delle persone lo hanno perso o lo stanno perdendo. Smuove più un influencer o una campagna web che non un vescovo e la direzione, per ora, sembra sia questa. Le battute sulla Chiesa, sul Papa, sui vari rappresentati delle gerarchie ecclesiastiche non hanno quasi più senso, non servono a niente al giorno d’oggi e questo non perché Bergoglio viene percepito come “buono” mentre Ratzinger era “cattivo” ma semplicemente perché i tempi sono cambiati. Certo, Don Zauker è sempre stato qualcosa di più che non un insieme di battute o di attacchi alla Chiesa. Ci sono le storie, i personaggi, le situazioni grottesche, gli intrecci che abbiamo tessuto nel corso degli anni, le citazioni etc… per questo motivo avremmo potuto pensare di continuare ancora per diversi anni, anche perché sinceramente ci divertiamo ancora come matti, ma abbiamo deciso di non farlo, di non seguire questa strada perché, a nostro avviso, rischieremmo di svilire il personaggio, di fargli perdere forza e renderlo una macchietta e, allo stesso tempo, di restarne schiavi. Don Zauker è sempre stato un cane sciolto, rispetto alle logiche dell’editoria a fumetti come, in fondo, ci piace pensare di essere anche noi. Sembra strano concludere proprio adesso che siamo usciti dalla dimensione di “cult” e approdati a un grande editore come Feltrinelli, ma non c’è nessun collegamento tra le due cose se non forse un gesto di ringraziamento nei confronti del nostro esorcista. Ci facciamo da parte, con ultimo albo clamoroso, lasciatecelo dire, e consegniamo Don Zauker alla storia del fumetto italiano. La messa è finita, levatevi dai coglioni.

 

 

Fonte: Emiliano Pagani