Lo abbiamo conosciuto grazie a The Big Bang Theory. Il suo fumetto, Colonus, è finito tra le mani di uno dei protagonisti della famosissima sit-com americana e il tam tam del web ha fatto il resto.
Ci siamo incuriositi e appassionati al comics disegnato da Arturo Lauria e abbiamo voluto conoscere l’ennesimo, giovane talento italiano che ha trovato fortuna e lavoro all’estero.
Vi proponiamo qui di seguito l’intervista, alcune sue tavole e intepretazioni di soggetti famosi e una preziosa, straordinaria rielaborazione di Colonus che il simpatico artista lucano ha voluto dedicare in esclusiva a badcomics.it. Buona lettura!

Arturo Lauria

Ciao Arturo, benvenuto su BadComics.it e grazie per la disponibilità.

Non possiamo che partire dalla notizia che ha fatto un po’ il giro di FB e del web. Non è da tutti vantare una citazione in una serie televisiva così seguita e osannata come The Big Bang Theory. Confessacelo, deve essere una bella soddisfazione! Come siete finiti in TV? Vi avevano avvertiti o è stata una sorpresa anche per voi? Come lo avete scoperto?

Grazie a voi per la gentilezza e per esservi interessati. Surreale è l’aggettivo che più s’avvicina a descrivere la sensazione avuta vedendo Howard Wolowitz sfogliare le pagine di Colonus. Partiamo dall’assioma: Ken Pisani è un figo, nonché navigato produttore cinematografico; il promo di Colonus è quindi stato visionato da tante persone del settore ed ha suscitato un notevole interesse in un suo amico, membro del team a lavoro sull’attuale serie di BBT, che ha organizzato l’imprevedibile citazione. Attendiamo trepidanti il prossimo cammeo di Colonus su Don Matteo 9: nella puntata in cui Terence Hill svela la Don caverna e il suo passato su Venere (ridendo).

“Galeotto fu il fumetto” nelle mani di Howard: Colonus. Si tratta di un breve racconto promo che ha vinto il Geekie Award, giusto? Parlaci di come sono nati questo progetto e la collaborazione con lo scrittore Ken Pisani. Colonus promo cover

Il Geekie Award, esattamente. Per il momento si tratta di un promo di 10 pagine (8 del primo capitolo – 2 d’anticipazione del secondo) con cui abbiamo vinto. Ci tengo a precisare che, sempre ai Geekie Awards, Colonus ha vinto altri 3 premi esclusivamente circa il comparto visivo (Best Art, Best Cover Art, Best Overall Art).
Il progetto risale a maggio 2012. Rientravo esausto dal Comicon di Napoli, coltivando la sensazione d’aver bisogno di cambiare strategia. Un paio di giorni dopo, durante una cena con i miei prof Manuel Bracchi e Francesco Biagini, tuttora in cima alle mie liste di “persone che stimo” e “disegnatori preferiti”, venivo a conoscenza di un buon forum del settore, su cui è possibile conoscere altri artisti, scrittori e quindi trovare buoni ingaggi. Creo il mio profilo, carico le miei tavole migliori e specifico le mie intenzioni, in sintesi: trovare uno scrittore con cui creare un progetto da sottoporre a Dark Horse, Image, Vertigo e qualsiasi altra casa editrice americana e inglese. Tre settimane dopo ricevo la mail da Ken Pisani che mi propone l’ambizioso progetto: Colonus. Accetto e mi metto subito al lavoro godendo anche del fatto che Colonus si presenta, man mano che imparo a conoscerlo, una storia totalmente affine ai miei gusti, in linea col feticismo estetico che nutro per le armi da fuoco, tubature e strutture sotterranee, col mio amore per la fantascienza distopica e col fascino dell’universo che subisco da quand’ero piccolo e mia madre registrava per me su vhs tutte le puntate di Viaggio nel Cosmo diretto da Piero Angela.

La partecipazione e la vittoria al primo Geekie Award è stata del tutto Colonus inaspettata o in qualche modo avete puntato a questo traguardo?

È stato un tentativo, uno dei tanti. Il nostro obiettivo era una  pubblicazione, quindi più carne a cuocere si poteva mettere, meglio era. Non appena Ken ha iscritto Colonus al Geekie, abbiamo ricevuto prontamente delle risposte entusiaste dal    team. È piaciuto da subito e gliene siamo entrambi grati.

Ci racconti come si è arrivati al contratto con la Dark Horse?

È stata un’ardua scalata ricca d’emozioni. Come dicevo prima, l’obiettivo iniziale era trovare una discreta pubblicazione. Avevamo svariati canali da scandagliare. Per molto tempo dall’ultimazione del submission package non abbiamo avuto risposte positive. C’era del placido interesse da parte di alcune etichette minori. Dopo circa un anno, a dispetto delle aspettative, proprio Dark Horse ha mostrato attenzioni maggiori che Ken, consigliandosi sempre con me, ha iniziato a coltivare da abile stratega, restando sempre nel loro radar, ma senza forzare il sottile equilibrio. Poi è arrivata la vittoria suddetta al Geekie che Mr. Pisani ha subito inoltrato a Dark Horse, ottenendo il benestare del sommo Mike Richardson [fondatore e presidente della Dark Horse Entertainment].

Colonus almeno dal promo presente sul vostro blog è un’intrigante storia fantascientifica, ambientata in un futuro distopico in cui gli esseri umani, dopo aver devastato la Terra e il “terraformato” Marte, vogliono impossessarsi anche di Venere. Giusto?    class=

Non proprio, vi traduco al volo la breve sinossi: “Il futuro. La terra è un pianeta morto. I Suoi superstiti hanno colonizzato Marte, mentre i reietti della terra — i criminali, malfattori e sociopatici, sono fuggiti verso l’interno [del Sistema Solare], su Venere. Tre generazioni più tardi, la colonia di Marte ha replicato il peggio del mondo che hanno lasciato: avarizia, gola e sete di potere… mentre gli abitanti di Venere, rafforzati dal disagio forgiato dalla brutalità e dalle condizioni infernali, prosperano. E adesso, Marte volge le sue attenzioni alla bella Venere.”
Ed ecco ciò che ha scritto il leggendario Dennis O’Neill a riguardo, dopo averne letto la sceneggiatura:”Ken — I’m really impressed. A hell of a story with echoes of Clarke and Greek tragedy, and one that gives us an image of our own times. — Denny.” (“Ken – sono davvero impressionato. È una gran storia con echi di tragedia greca e di [Arthur C.] Clarke e che ci dà un’immagine dei nostri tempi. — Denny” ).

Hai partecipato alla creazione del soggetto o ti sei concentrato esclusivamente sulla realizzazione grafica?

Io mi occupo del disegno: bozze, matite, inchiostrazione e infine colorazione digitale ed eventuali correzioni. Ken è uno scrittore che non impartisce ordini ma informa e suggestiona il disegnatore. Mi ha lasciato molto spazio, rettificando il mio lavoro solo quando sono uscito involontariamente dall’ampio tracciato. Dalla nostra cooperazione è nata una forte stima reciproca, che ha portato spesso Ken a dipingermi come suo collaboratore e non solo come un esecutore del suo lavoro. Chiede sempre il mio parere, sulla struttura narrativa o su come impostare una pagina che non risulta essere particolarmente efficace. Ha materiale per molte serie e se ce ne sarà data la possibilità, Ken è propenso a svilupparne una intera basata su delle idee che gli ho mostrato tempo fa.

Quale sarà ora il futuro di questo fumetto? Ripartirà da questi      class= presupposti su Dark Horse Presents?  

Abbiamo avuto alcuni contrattempi che hanno posticipato il nostro esordio in DH. Facendo una stima, saremo su Dark Horse Presents in primavera: il nostro oscuro futuro  distopico ambientato su un pianeta ostile fiorirà insieme alle primule. La prima uscita sarà esattamente ciò che è fruibile nel promo di Wolowitz e sul nostro tumblr, a differenza di piccole migliorie fatte al comparto visivo e al lettering, totalmente rifatto dall’amico Ricky Lanier. Quindi, per otto numeri, fino alla conclusione della prima serie resteremo ancorati a DHP. Si spera in un buon riscontro, almeno sufficiente da farne continuare la pubblicazione, magari traslando a serie regolare.

Veniamo a te ora. Cerchiamo di farti conoscere meglio al pubblico italiano: quando e come hai iniziato a lavorare nel mondo del fumetto?

Mi chiamo Arturo Lauria alias John Moloch. Ho 25 anni e provengo da Latronico town, incastonata nell’aspra montagna lucana, dove ho vissuto fino a 18 anni. Da allora vivo a Perugia, dove ho frequentato il NID, indirizzo fumetto e illustrazione. Formato dai miei amati prof e amici, Francesco e Manuel, di cui parlavo prima, che mi hanno aiutato a capire il mio recondito desiderio di disegnare fumetti, fino ad allora sepolto sotto la sola consapevolezza dell’amore per il disegno in genere. Appena diplomatomi al NID, col massimo dei voti (ci tengo a precisarlo perché al liceo ero una sola) ho continuato a lavorare per conto mio, trovando in breve tempo una pubblicazione per Wombat edizioni, piccola realtà editoriale napoletana, con cui esce la mia prima breve storia a fumetti: Zombie History X, scritta/disegnata da me e sceneggiata dal mio amico Andrea Cerullo detto Janahdan, grazie alla quale ho ottenuto la nomination ad autore rivelazione dell’anno 2012 al Treviso Comic Book Festival.

Colonus è stata la tua prima avventura professionale oppure avevi già avuto delle precedenti esperienze?

Esperienza con Wombat a parte, direi di no. È dopo questa pubblicazione che ho capito di voler puntare ad altro, approcciando la rete e il forum che mi hanno consentito di conoscere Ken e molti altri scrittori.

Ti piacerebbe lavorare in Italia o con autori italiani?  Batman secondo Arturo Lauria

Mi piacerebbe, ma non vedo come. Credo che in futuro riprenderò a scrivere e disegnare il mio personaggio Nonno Nucleare, che vorrei proporre anche in Italia, visto che nonostante viviamo nella terra del papa, godiamo di un buon senso dello humor. Ho un progetto in corso, che ho dovuto congelare, con il mitico Antonio Solinas, editor della Panini comics ma anche ottimo scrittore. Spero avrò la possibilità di costruire qualcosa con i miei prof, col sommo Sudario Brando, “vate oscuro” del fumetto italiano e altri amici. Sarebbe bello portare un po’ di sana fantascienza cupa e violenta in Italia.

Ci puoi svelare se ci sono altri progetti in cantiere oltre Dark Horse Presents, a cui stai lavorando?

Certo, sto lavorando sulla backstory di Ruin, intitolata Runner’s Blade, un bel progetto ideato da Ricky Lanier e disegnato da Ruben Rojas. Al momento non è vincolato a nessun editore ma ha sbancato al kickstarter, cosa che ha permesso a Ricky di finanziare anche il mio lavoro e di strutturare una storia, fuori dal continuum narrativo principale, su cui sto lavorando. Children of the Grave, scritto da Gordon McLean, è appena stato acquistato da una grande casa editrice inglese, di cui non posso ancora dire il nome, che vedrà la luce come miniserie di 5 numeri. Il primo, da contratto, uscirà entro la fine del 2014. Il succitato progetto con Antonio Solinas e appunto Nonno Nucleare, già presente su Facebook (è da parecchio che non ci metto più mano perché impegnato sui nuovi lavori), una mia sconclusionata creazione che versa ancora in uno stadio embrionale, di cui vi copio una breve descrizione: “Anno 2050. L’imperialismo perbenista ha intrappolato l’umanità nelle maglie di una morale borghese onnipervasiva; gli individui, privi della loro singolarità, sono ormai schiavi del bon ton; il galateo è il loro vangelo. L’empatia, un lontano ricordo. Nonno Nucleare, profondo conoscitore di un’immensa gamma di stupefacenti, dopo aver trascorso una vita pregna di baccanali e pratiche orgiastiche a sfondo satanista, torna da figlia e nipote, in seguito a una serata con gli amici durata 38 anni. Lui rappresenta la vera anomalia in questo mondo assurdo.”
Infine, posso citare, ma solo citare, un accordo ancora in divenire con uno scrittore che ha messo mani più volte su Judge Dredd, non posso dire altro, e aggiungo che entro la fine di marzo vedrete qualcosa di mio in tutte le edicole, altro progetto ancora top-secret.

Siamo curiosi. Ci piacerebbe sapere il perché del tuo pseudonimo su Facebook, John Moloch.

Non capisco perché molte persone siano iscritte a Facebook col proprio nome e soprattutto perché mettano le proprie foto su Facebook. Perché? Sono un cultore della fantascienza tanto quanto del nonsense. Ho sempre utilizzato nomi insensati. Prima mi chiamavo John Murdoch, nome del protagonista di un film a cui sono molto affezionato, Dark City di Alex Projas. Poi, senza un preciso motivo, magari stimolato subliminalmente dal mio amore per Watchmen e per gli dei oscuri venerati dai cananei, ho cambiato il cognome in Moloch.

Il tuo tratto ci ricorda quello di Mike Mignola. Sei stato influenzato dal Hellboy secondo Arturo lauria suo stile? Ci sono altri artisti a cui ti senti più vicino?

Grazie per il bellissimo complimento, tra l’altro fattomi già da The Beat qualche mese fa. Paradossalmente quando ho  disegnato le tavole del promo di Colonus non avevo ancora approfondito la conoscenza dello stile di Mignola. Ne sono stato assuefatto solo tempo dopo, quando, appena avuta la notizia dell’approdo in Dark Horse, ho avuto bisogno di rientrare nell’impostazione grafica del promo, dopo lunghe peregrinazioni nel lavoro di [Jim] Mahfood, [Jamie] Hewlett, [Dave] Johnson, [Andrew] Robinson, [Mike] Huddleston, [Ashley] Wood e Barth. Mignola è stato quindi un veicolo per rientrare in quella logica e mi è entrato talmente in testa da essermene dovuto letteralmente disintossicare. Amo [Frank] Miller, non solo come scrittore, i suoi stilemi grafici sono la mia bibbia personale, precisamente il suo lavoro nei vari Sin City: lo scontornato, la sintesi, la capacità inumana di rendere dinamica un’inquadratura centrale o simmetrica e di esprimere la scena che si sta descrivendo nel modo migliore possibile con soli due schizzi di nero su bianco o spesso di bianco su nero. L’Atmosfera. Ci sono disegnatori tecnicamente eccelsi che però non sprigionano atmosfera, ciò che spesso fa la differenza tra un artista ed un rinomato professionista. Attualmente sto studiando J.P. Leon: convoglia tutte le mie attuali pulsioni stilistiche nel suo lavoro. Amo Zezelj, la sua terrificante capacità di dipingere le emozioni ed il suo utilizzo dei neri. Apprezzo il lavoro di tanti disegnatori, quindi ho elencato solo quelli a cui attualmente mi sto ispirando.

Infine, quali sono i tuoi fumetti preferiti? Stai seguendo qualcosa in particolare al momento? Erotomechanics secondo Arturo Lauria

Ho cominciato a leggere fumetti solo dopo aver frequentato Il NID. Nel mio paesino d’origine è inesistente la cultura del fumetto, quindi sono consapevole d’avere un bagaglio limitato in merito. Devo molto ai videogiochi che mi hanno senza dubbio garantito gran parte del background d’immagini che ho in testa. Direi uno su tutti Enigma di Peter Milligan. Stravolgente. Hector Umbra, Sin City, Watchmen, Tank Girl, i vari Hellboy, The Invisibles (anche se non l’ho letto tutto), La Lega degli Straordinari Gentlemen, Abara, L’Incal, L’Eternauta, DMZ, The Goon, Batman anno 100, Preacher.
Non seguo le ultime uscite. Ho appena cominciato a leggere Who is Jake Ellis?, è davvero intrigante e i disegni di Tonci Zonjic sono incredibili. Inoltre sto leggendo Terra X e Deadpool; visto che sono abbastanza reticente nei confronti dei supereroi credo sia stato il miglior modo per continuare ad approfondire quest’altro ambito del fumetto ancora a me abbastanza confuso. Grazie.

Grazie a te Arturo!

Colonus per badcomics.it