Brian Michael Bendis ha incontrato i lettori all’Emerald City Comic Con di Seattle. Si tratta di uno dei primi eventi fumettistici importanti a cui lo sceneggiatore partecipa dal passaggio alla DC Comics, ma anche dopo i recenti e gravi problemi di salute che lo hanno colpito.

Ecco cos’ha detto al pubblico intervenuto alla sua conferenza:

 

Pearl #1, copertina di Michael Gaydos

Sto bene, sono sano. Nella mia necessità di guarire al più presto e in modo umano e graduale, ho aggiornato molto poco sulle mie condizioni. E a partire da oggi, il Jinxworld è ufficialmente parte della DC.

Pearl sarà una storia ancora più complicata di Jessica Jones e, che ci crediate o no, era il nostro obiettivo. Una vicenda un po’ alla Romeo e Giulietta ambientata nella San Francisco dei giorni nostri. Per coloro tra voi che amano Jessica Jones, sappiate che volevamo regalarvi qualcosa di diverso, ma che parlasse la stessa lingua, che avesse le stesse qualità che apprezzate di quel personaggio. Cover parte dall’idea che anche noi fumettisti potremmo essere delle spie, visto quanto viaggiamo.

Se sono felice che Jessica sia diventata un personaggio della TV? Ovviamente, è più di quel che avrei mai sperato. Un po’ di tempo fa ero in un centro commerciale con David Mack, a cena, quando una ragazza seduta vicino a noi ha iniziato a parlare di Jessica Jones come se fosse una persona reale. Noi ascoltavamo, affascinati. Tu pensi che questa sia la cosa più folle che possa capitarti e ti chiama Jeph Loeb per avvertirti che hai vinto un Peabody Award. In men che non si dica, sei in una stanza con David Letterman, Steve Martin e Jon Stewart.

Ho un accordo per lavorare alla Fox, scrivere qualcosa di davvero figo che riguarda in qualche modo gli X-Men. Tutto quel che avete sentito dire, non è altro che un mucchio di previsioni e pronostici. Mi spiace non potervi dire nulla, ma mi pagano per farlo. Sappiate che è una cosa interessantissima ed è piuttosto curioso che io abbia appena lasciato la Marvel Comics e due giorni dopo mi abbiano chiamato per un film sugli X-Men.

Cover #1, copertina di David Mack

Una delle cose che mi affascinano di Superman è il fatto che abbia deciso di lavorare come giornalista. Non aveva per forza bisogno di un’identità segreta umana. Credo che la sua scelta dipenda dal fatto che quel mestiere gli consente di servire la giustizia anche quando non è Superman. Rivelare la verità è il lavoro di Clark Kent, un concetto che oggi è sotto assedio. La giustizia, come vediamo ogni giorno in televisione, non è certamente un bene a disposizione di tutti. Il Sogno Americano è anch’esso in pericolo. Le tre parole fondanti del vecchio motto di Superman sono cose che cinque anni fa avremmo percepito come un luogo comune e per cui oggi, invece, dobbiamo lottare.

Dal 2002, sogno un crossover tra Daredevil e Batman. Se questa gigantesca mossa nella mia carriera fosse un coraggioso tentativo di fare in modo che ciò accada, sarebbe un’iniziativa tostissima. Dovrebbero farlo? Certamente. Vorrei tanto scriverlo? Potete giurarci. Hell’s Kitchen e Gotham. Il Quarto Mondo e i Guardiani della Galassia. L’Universo DC e quello Marvel non sono mai stati così diversi tra loro. Ecco perché sarebbe perfetto.

Chi è il Luke Cage della DC, il personaggio fuori dai radar da rispolverare? Lo scoprirete leggendo le storie della mia etichetta. Ogni personaggio che vi comparirà, corrisponde alla descrizione. Mi sono sorpreso di quanto io ami scrivere alcuni personaggi in particolare. Ad esempio, adoro Lanterna Verde, che comparirà in Man of Steel. Un sacco di scrittori adorano avere sottomano le icone, mentre a me piace scrivere persone. Mi tutto a capofitto nelle persone che stanno dietro alle icone.

 

Man of Steel #1 - 6, copertine di Ivan Reis

 

 

Fonte: Comic Book Resources