Un’intervista decisamente curiosa appare sulle pagine di Vulture, magazine online non strettamente legato al mondo del fumetto, ma riguardante il vasto mondo delll’intrattenimento musicale e televisivo. L’intervistato, nientemeno che Frank Miller. Se siete lettori di BadComics.it, avete visto il suo nome in continuazione nelle ultime settimane, relativamente all’uscita di Batman: Dark Knight III – The Master Race. Vulture gli ha rivolto alcune domande non proprio prevedibili. Ecco, in pillole, le risposte di Miller e le considerazioni più interessanti scaturite dalla chiacchierata.

 

Batman: Dark Knight III - The Master Race #1, variant cover di Walt SimonsonIl più grande fraintendimento del pubblico riguardo a Il Ritorno del Cavaliere Oscuro è l’interpretazione di Batman come un antieroe. In realtà io credo di averlo dipinto come il più puro degli eroi. L’idea è di apparentarlo a Robin Hood, un personaggio creato in un’epoca in cui l’ordine costituito era sbagliato e doveva essere sovvertito. Pertanto egli è, politicamente, un radicale e un rivoluzionario impegnato a scardinare uno stato di polizia corrotto. Si tratta di una storia fortemente patriottica e di amore per la legalità, ma in cui le autorità facevano la cosa sbagliata, pertanto serviva un fuorilegge che portasse giustizia.

Io non mi considero un conservatore, bensì un libertario. Sono un cacciatore, quindi non sono contrario alle armi in senso assoluto, ma sono certamente contrario al fatto che la gente le utilizzi. Ho votato per Hillary Clinton come Presidente, pertanto non posso certo essere pro-armi.

Ho riletto Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, ovviamente. Tutti gli autori rileggono le proprie opere, anche se molti fanno i modesti al riguardo. La cosa che mi sorprende di più è quanto diamine fossi incazzato all’epoca in cui l’ho scritto. Ero davvero fuori di me, imbevuto dei film di Dirty Harry, e ho reso Batman più arrabbiato di quanto non sia mai stato. Tornare al personaggio è divertente perché io sono ancora molto incazzato e voglio vedere dove questa rabbia mi condurrà questa volta.

Sono tornato al mondo del Cavaliere Oscuro perché la storia originale era piena di personaggi versatili e interessanti, a partire ovviamente da Batman. Ci sono molte storie che si possono raccontare tramite loro e sono irresistibili. Avevo molte idee, le metterò sulla pagina per la terza volta e ho intenzione di farlo una quarta. Questa volta è successo per impulso della DC Comics, la prossima sarà per mia proposta.

Sono consapevole che le parole “master race” in un titolo facciano una certa impressione [la traduzione è in effetti “razza padrona” o “superiore”, espressione razzista – NdR], ma il mio mestiere è soprattutto provocare. Provocare interesse prima di tutto. E come chiamereste una razza di migliaia di persone dotate del potere di Superman? Se fossero libere di vagare per il mondo, come le chiamereste? Certamente non un gruppo di servi fedeli.

Ho intenzione di scrivere e di illustrare un libro per bambini. Probabilmente sarà di argomento mitologico, ma ancora non ne sono sicuro. Non ho il coraggio di scrivere una storia su Re Artù, perché Arthur Rackham lo ha fatto alla perfezione. Ma prima di quello, c’è un’altra storia per bambini che mi preme raccontare e vedrà per protagonista Carrie Kelley, la Robin del Cavaliere Oscuro.

Interrogato sull’illustrazione da lui disegnata per promuovere Dark Knight III e sulla sagoma del pene di Superman che fa bella presenza nel disegno, Miller si è messo a ridere, prima di rispondere come segue.

Parte del mio lavoro è disegnare corpi umani. Guardate Michelangelo. Se io fingessi che una cosa non esiste, non farei proprio un gran lavoro. Detesterei l’idea che tutti i miei eroi fossero in realtà degli eunuchi.

 

Dark Knight Universe Presents: The Atom #1, copertina di Frank Miller

 

Fonte: Vulture