Sono due nomi storici del Fumetto supereroistico che ultimamente hanno lasciato il segno con Doomsday Clock e che ora approdano sotto le insegne della Image Comics con una nuova miniserie in sei parti dal sapore post-apocalittico. Parliamo di Geoff Johns e Gary Frank che lanciano Geiger, sopravvissuto a un olocausto nucleare che lotta per proteggere la sua famiglia negli scenari desolati del Nevada. Più una storia di sopravvivenza che un’avventura supereroistica vera e propria, e che tradisce anche il desiderio dei due di dare vita a un potenziale universo tutto loro.

Frank parla della sua nuova opera e del fortunato sodalizio con Johns:

 

Geiger #1, copertina di Gary Frank

Frank – Io e Geoff parlavamo di questo progetto già ai tempi in cui stavamo lavorando a Doomsday Clock, è qualcosa che ho in lavorazione da un po’. Geoff aveva in mente il concetto essenziale, il cuore emotivo della storia, ma il resto era tutto da definire. Penso che il suo titolo provvisorio fosse “Atomic Cowboy”. Io sentivo il bisogno di lavorare a qualcosa di nuovo, di un cambio di scena. E di lavorare su qualcosa che fosse nostro e che potessimo sviluppare come volevamo.

Ho passato molti anni a disegnare supereroi ed è stato fantastico, ma non sono esattamente agli albori della mia carriera quindi, se non ora, quando? Geoff mi ha proposto alcune idee e, forse essendo un padre, questa mi ha toccato più da vicino delle altre. Geoff è sempre stato molto aperto e collaborativo, anche quando conosceva chiaramente i personaggi e il materiale molto meglio di me. Quindi più o meno la nostra collaborazione ha funzionato in modo molto simile al nostro lavoro su Doomsday.

Geiger #1, anteprima 01

Geiger è un tipo molto malato. Penso che quando non hai certezze sul tuo futuro, nei tuoi pensieri la priorità va alla tua famiglia: vuoi che stia bene. Penso che Geiger si trovi in una situazione di questo tipo quando iniziano a cadere le bombe, così concentra ogni suo sforzo sulla protezione di quel rifugio antiatomico dove vive la sua famiglia. Forse la sua sopravvivenza ha qualcosa a che fare con la malattia, o con le cure, ma mi piace pensare che fosse semplicemente così concentrato sul suo compito che persino la morte abbia deciso di tenersi alla larga da lui.

Al centro della storia ci sono due orfani le cui strade si incrociano con quella di Geiger. Da un certo punto di vista è la loro storia tanto quanto la sua. A livello di ambientazione, ho sempre amato gli spazi sterminati che Moebius ha creato nella sua visione del vecchio West in Blueberry, quindi mi sono ispirato a quelli fin dall’inizio.

Geiger #1, anteprima 03

L’altra ambientazione principale è Las Vegas, e fondamentalmente non ho fatto altro che immaginare come potrebbe essere quel posto qualche decennio nel futuro sulla sua traiettoria attuale. Ma soprattutto, ciò che conta per me sono le interazioni tra i personaggi. Mi piace cercare di trasmettere espressioni e atteggiamenti realistici. Quando funziona, la storia scorre a dovere e la soddisfazione è enorme.

Geoff ed io cerchiamo sempre di fare la stessa cosa con le nostre storie: ovunque siano ambientate, miriamo a trovare l’umanità e il cuore dei personaggi. Questo è sempre il nucleo di una storia, tutto il resto è al suo servizio. I lettori hanno bisogno di conoscere i protagonisti e di tenere a loro, altrimenti non penseranno che la posta in gioco non sia importante.

Infine, in questa serie tocchiamo tangenzialmente la storia di un altro personaggio su cui sarà basata la serie successiva: sono tutti mattoni di un muro che vogliamo costruire.

 

 

 

Fonte: Newsarama