Uno degli annunci potenzialmente più importanti che vi abbiamo dato negli ultimi mesi è senza dubbio l’approdo di Grant Morrison alla rivista Heavy Metal. Il connubio tra il noto, amatissimo autore anglosassone e uno dei periodici a fumetti più importanti della storia americana, potrebbe rappresentare il rilancio che in tanti si augurano da molto tempo per la sede in cui gli Stati Uniti fecero la conoscenza di autori come Meobius, Jodorowsky, Tamburini, Liberatore e tanti altri maestri europei e controcorrente.

Comics Alliance ha intervistato proprio Morrison sulla questione, ed ecco cos’ha avuto da dire il nuovo direttore:

 

Heavy Metal copertina 01Il mio primo lavoro è stato su Near Myths, una rivista scozzese che in pratica si ispirava direttamente a Heavy Metal. C’era Bryan Talbot tra noi, l’unico vero talento del gruppo, convinto che potessimo fare meglio di Moebius e tutti gli altri! Ai tempi la rivista era per me sia la principale competizione che il modello fondamentale.

Autori come Michael Moorock, Harlan Ellison e tutta la fantascienza new wave sono stati un’influenza notevole sul mio lavoro. E oggi, con questo incarico, mi sembra di avere l’occasione di tornare a quelle radici e vedere cosa sarebbe successo se mi avessero assegnato la direzione di Heavy Metal a quei tempi. Che cosa ci avrei messo? Che direzioni avrei preso?

Morrison ha spiegato come la rivista fosse molto diffusa tra gli adolescenti britannici che si avviavano all’età adulta e come la fantascienza folle e non convenzionale che vi trovava spazio fosse il passo successivo naturale alle letture del Dottor Strange di Steve Englehart e delle storie di Warlock e Captain Marvel realizzate da Jim Starlin: i semi della psichedelia che albergava in Heavy Metal erano già in quelle storie Marvel, in qualche modo. Con in più il sesso di Vampirella o le componenti più adulte di Conan o Unknown Worlds.

Da ragazzino ero un punk e la mia appartenenza culturale era strettamente legata alla fantascienza, su influenza di gente come David Bowie, anche se nominalmente dovevamo detestarlo. Inoltre la letteratura di genere era molto adulta, con temi importanti, immagini narrative potenti: Heavy Metal fu in grado di intercettare tutto questo nel mondo dei fumetti. E fu fondamentale, divenne un’ossessione.

Heavy Metal copertina 02Negli anni Ottanta, pur avendo autori fenomenali al proprio servizio, ebbe problemi di immagine, si fece la nomea di essere diventata commerciale, di sfruttare il genere fantascientifico in modo sensazionalistico. Ma non fu tanto la qualità del fumetto a cambiare, quanto l’evoluzione dei costumi dell’epoca, l’aria che tirava nella cultura occidentale in quel decennio. Heavy Metal cercava di rimanere fedele a dei valori che, dieci anni prima, sarebbero stati ancora fortissimi.

Ha senso tornare adesso a cercare di riproporre quei valori? In parte. L’importante è, secondo me, prendere atto di ciò che è ancora rilevante, ancora attuale, sapendo che è diventato molto più sofisticato nel modo in cui il fumetto e la narrativa lo trattano. A partire dal sesso. Negli anni Settanta solo su Heavy Metal si potevano vedere un paio di tette e pistole laser nella stessa tavola. Oggi, un diciassettenne le trova dove vuole. Quindi non basta la loro presenza, bisogna metterci una fluidità e uno sguardo moderni e, possibilmente, originali.

Morrison descrive il suo lavoro come una sorta di direzione estetica e arrtistica. Scegliere storie, portare nella rivista una serie di persone di cui si fida e attorno a cui creare un collettivo e un progetto, attingendo non solo dagli artisti e autori che stima, ma anche da aree espressive differenti: ad esempio musicisti amanti di fumetto.

Heavy Metal copertina 03So che Neil Gaiman vorrebbe scrivere una storia per la rivista, voglio qualche artista come Frazer Irving o Chris Burnham, voglio che torni gente come Richard Corben, che era il motivo per cui ho continuato a seguire Heavy Metal negli anni Ottanta. Ci sarà Bryan Talbot, che sta realizzando alcune delle cose migliori della sua carriera, negli ultimi anni.

Farò un gran lavoro di ricerca, di rilettura, scaverò nelle vecchie uscite per farmi ispirare. Voglio assorbire tutta l’atmosfera di allora, per scovare cose utili, riproponibili, materiale che merita di essere omaggiato. Voglio proprio immergermi nella vecchia Heavy Metal prima di contribuire a forgiare la nuova, per rilanciare questa meraviglia psichedelica rendendole giustizia.

“Psichedelia” sarà la parola chiave. Voglio che gli artisti sperimentino, che facciano cose sempre diverse, che siano completamente differenti gli uni dagli altri dal punto di vista stilistico ed estetico. Ogni uscita dovrà avere un tema ben definito e un’impronta stilistica molto forte. Ma la questione è che siamo ancora all’inizio di questo processo, non posso essere più specifico di così.

Sappiate soltanto che l’entusiasmo è alle stelle e che mi dedicherò al progetto anima e corpo. Voglio cambiare la mia stessa identità, con Heavy Metal… cambiare il modo di vestire, la musica che ascolto, la mia pettinatura. Voglio che ci sia un rumore di sottofondo della rivista, una specie di suono psichedelico, sexy, alternativo e ispirato a Jack Kirby. Una specie di buco nero con la psichedelia intorno. Ecco quel che vorrei.

 

 

Fonte: Comics Alliance