Guardians of the GalaxyChi vi scrive, in un’occasione non molto diversa da quella odierna, un anno fa circa, recensiva Thor – The Dark World, definendolo un film in cui si rideva troppo, in cui l’epica dello scontro tra Elfi Oscuri e Asgardiani veniva meno a causa delle troppe battute, del ridicolo messo in mostra in ogni momento, dei personaggi troppo spesso trattati come macchiette con la pretesa, poi, di tornare credibili a comando in una storia vessata da un cattivo privo di vera e solida malvagità, aura di minaccia, di carisma sufficiente.

Ieri sera, l’infido redattore che sta per dirvi la sua su Guardiani della Galassia è andato a vedere l’ultimo film dei Marvel Studios e ha riso come un pazzo ma questa volta lo ha fatto felice, contento e senza rimpianti. Guardians of the Galaxy è un film divertentissimo, e questa è un’informazione che vi meritate ampiamente, se non lo avevate ancora intuito dai vari trailer che sicuramente avrete visto. A parte forse Gamora (se non sapete chi siano i Guardiani dal punto di vista fumettistico, vi rimandiamo alla miniguida di qualche mese fa), tutti e cinque i membri del gruppo ci danno più di un motivo per ridere con loro o di loro. James Gunn li descrive per quel che si dichiarano apertamente: un branco di perdenti, losers, sfigati. Il dialogo e il rapporto tra il chiassoso Rocket e il breviloque Groot è spassosissimo, così come la personalità di Peter Jason Quill, detto Star-Lord, protagonista principale del film. Se pensate che Drax somigli al compìto e vendicativo colosso verde che avete conosciuto nelle pagine delle saghe cosmiche dei fumetti Marvel, preparatevi a ricredervi, perché, senza che vi spieghiamo come, James Gunn lo ha reso un personaggio comico come pochi.

Guardians of the Galaxy - conceptMa, e qui sta il mezzo miracolo di questo film, non per questo sono meno credibili nei loro ruoli di fuorilegge spaziale, coppia di terribili ed efficacissimi cacciatori di taglie, energumeno assetato di sangue e assassina dal passato tormentato in cerca di riscatto e libertà. Come mai Gunn riesce a farci ridere parecchio, molto più del secondo episodio filmico di Thor, senza pagarne lo scotto? Perché i personaggi non sono molto diversi dalle persone e, in quanto tali, sono adatti a certi toni oppure no, si trovano bene in certe situazioni e meno in altre, hanno un portato e un bagaglio di esperienze, storie, personalità che non possono lasciarsi alle spalle. Sei il Dio del Tuono norreno, maledizione! Non un procione parlante, non un donnaiolo malaccorto, né una pianta d’appartamento troppo cresciuta dotata, incidentalmente, di una forza sovrumana. Inoltre ti sei fatto conoscere tramite una storia di invidie e vendette di famiglia, un dramma shakespeariano che, per quanto maldestro possa essere stato, è la tua eredità narrativa. Se improvvisamente ti aiutano a salvare il mondo uno scienziato senile e mentalmente confuso che ruba le scarpe agli ospiti del centro anziani e una ragazzina dalle forme giunoniche che si innamora di un assistente idiota e adolescenziale, qualcosa non va. Non ci credo più.

Guardians of the Galaxy - conceptLa pianta d’appartamento, il procione parlante, il mascalzone terrestre e i loro amici letali e alieni sono invece costruiti apposta per essere ridicoli, per far credere a tutti quanti di non avere altro ruolo nell’universo che quello dei reietti imbecilli, per smentire l’universo e salvarlo da un cattivo decisamente convincente. Sono antieroi, non eroi, e la loro epica è di segno completamente diverso dal tuo, Thor. Funziona. Se ci aggiungiamo che il loro grande nemico è molto più convincente del tuo insipido Malekit, sei sconfitto su tutta la linea e le somiglianze apparenti tra il tuo secondo film e Guardians of the Galaxy diventano improvvisamente risibili. Sì, Ronan l’Accusatore funziona molto bene. Non parla molto, ma è costruito alla perfezione: gli bastano un paio di occasioni e di brevi pennellate del regista per dimostrare tutta la sua crudeltà. Ha sottoposti convincenti e funzionali, un’estetica assolutamente efficace e curata, dà sfoggio del suo potere quanto basta per essere percepito come una serissima minaccia.

Per quanto riguarda i Guardiani, non aspettatevi troppa fedeltà agli esseri dotati di poteri cosmici che conoscete su carta. Gunn li ha rimaneggiati in modo da renderli dei perfetti protagonisti di un film di fantascienza più che di un fumetto di supereroi. E il risultato è ottimo, anche per la capacità del regista di amalgamarli a dovere, di connotarli tutti e cinque in maniera molto precisa e di dare ad ognuno il proprio spazio di manovra come e più di quanto non succeda in The Avengers, che già da questo punto di vista si era dato da fare. Ci saranno dei momenti in cui i Guardiani vi faranno ridere, altri in cui si prenderanno in giro, altri ancora in cui faranno quel che degli avventurieri spaziali destinati a salvare il (un) mondo devono fare: prendere la gente a calci in culo. Tutte queste cose, le fanno loro. Non sono spalle comiche che improvvisamente devono trasformarsi in spalle dell’eroe. Non sono nemmeno eroi in senso classico. Fanno ridere e spaccano culi, a volte a turno, a volte contemporaneamente. Sono gente pericolosa, spesso idiota o ridicola. Ma sono credibili in ogni momento di questa incarnazione ibrida. E hanno navi spaziali fighissime con cui mettono in scena battaglie spettacolari nei cieli di Xandar. Insomma, un grande film.