Parla Joe Kelly, dalle pagine di Comic Book Resources. Il suo I Kill Giants, realizzato assieme a J.M. Ken Nimura, è uno dei successi del decennio scorso e ha contribuito in maniera importante al rilancio in grande stile della Image Comics.

Il fumetto, edito in Italia da BAO Publishing, sta per diventare un film girato dal premio Oscar Anders Walter e interpretato da grandi nomi. Su tutti, Zoe Saldana. Ecco il perché dell’intervista a Kelly che vi proponiamo nei suoi passaggi chiave.

 

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Ho scritto una prima stesura di sceneggiatura per il Cinema non appena conclusa quella per il fumetto. Quando i produttori hanno iniziato a chiedere riguardo la possibilità di trasformare la serie in una pellicola, ecco che l’avevo ancora lì, come esempio. Soprattutto, cosa molto importante, ho detto a tutti quelli che incontravo che sarei stato l’unico e il solo a mettere le mani sopra il soggetto. Cosa fondamentale per me. Ero disposto a rinunciare a tutto, se non fossi stato io l’autore del film. Per mia fortuna, tutti videro che ero in grado di scrivere e che non ero un folle. Presto ebbi un piccolo esercito di professionisti a proteggere me e la storia. Grandioso.

Scrivere per il Cinema ha delle somiglianze con il lavoro sui fumetti. Mi piace un sacco vigilare sul fato che la struttura narrativa sia solida, mi concentro moltissimo sul racconto per immagini. Ma, detto questo, ci sono anche enormi differenze. In una sceneggiatura per un fumetto puoi prenderti il tempo di spiegare ogni dettaglio al tuo artista. Scrivere per un film è qualcosa di più rapido, stringente. Ci vuole arte a rendere una sceneggiatura entusiasmante e non soltanto un canovaccio, ma ci sono anche costrizioni a cui bisogna aderire per essere accettati come professionisti. L’animazione, a modo suo, è più leggera, perché si lascia spazio agli artisti per lavorare, ma bisogna essere estremamente chiari sul modo in cui la sceneggiatura verrà divisa tra le varie persone coinvolte del progetto.

Dal punto di vista del raccontare la storia, ad ogni modo, non cambia molto. Hai un buon esordio, sviluppo e finale? I personaggi appaiono veri? Guarderesti il film che hai scritto? Quest’ultima vi sembrerà una domanda retorica, ma spesso uno sceneggiatore pensa a vendere e non a creare. Le due cose non sono in contraddizione, ma io mi concentro sull’aspetto emotivo della scrittura. Poi viene il resto.

 

 

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