Dietro a un gesto insulso come gettarsi un secchio di acqua gelata addosso, può nascondersi qualcosa di più. The Cold Water Challenge (“la sfida dell’acqua fredda”) si è diffusa nel Nord America ma ha origini non ben precisate. A partire dall’anno passato è divenuta sempre più popolare sui social network e sui siti web di video-sharing, solitamente associata a scopi benefici, per raccogliere fondi a favore della ricerca contro malattie come il cancro.

Questa dell’Ice Bucket Challenge, letteralmente “sfida del secchio di ghiaccio”, è stata promossa dall’ex capitano della squadra di baseball dei Boston College, Pete Frates, a cui nel 2012, all’età di 27 anni, fu diagnosticata la Sclerosi Laterale Amiotrofica. La cosa ha suscitato notevole attenzione grazie al supporto delle star del cinema e dello sport, diventando un fenomeno molto popolare ovunque. Solitamente un personaggio conosciuto (ma la sfida è aperta a tutti naturalmente) posta un video dove si versa acqua ghiacciata addosso, dona una quota minima di $ 10 alla causa e sfida altri amici a fare altrettanto entro le successive 24 ore. Chi non se la sente di affrontare la doccia gelida in pubblico dovrà pagare “un’ammenda” di $ 100.

John Stewart ice bucket challenge by Bernard Chang

John Stewart Ice Bucket Challenge by Bernard Chang

Le polemiche a riguardo non mancano: c’è chi solleva il dubbio che sia solo un modo per mettersi in mostra e farsi pubblicità o semplicemente una moda, radicatasi ormai anche tra la gente comune; c’è chi arriva a sottolineare l’idiozia dell’atto soprattutto per via dello spreco d’acqua, atto irriverente nei confronti di quelle popolazioni per le quali rappresenta la risorsa più rara. Resta il fatto che secondo i dati del Time, l’Ice Bucket Challenge ha raccolto più di 50 milioni di dollari da un anno a questa parte, quasi 16 milioni dal 29 luglio contro i € 50.000 dello stesso periodo dell’anno scorso in America, donati alla ALS (Amyotrophic Lateral Sclerosis) Association. Secondo il sito dell’ANSA, dove viene spiegato anche come donare, nel nostro paese si sono raggiunti i € 100.000 in soli due giorni a beneficio dell’AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica.

E veniamo a noi. Non poteva rimanerne fuori da tutto questo il mondo del fumetto. La battaglia contro il morbo di Lou Gehrig ha coinvolto moltissimi autori di comics di cui CBR propone una corposa carrellata di performance (da non perdersi quelle degli autori degli X-Men, Michael Brian Bendis  e Chris Bachalo). Anche in Italia sta prendendo piede in maniera forse più sottile e creativa, un approccio in realtà anticipato da Scottie Young.
Vi proponiamo due dimostrazioni di coraggio molto diverse ma altrettanto apprezzabili e divertenti. Quella di Scott Snyder (sempre tratta da CBR) che chiude sfidando, scherzando, il venerabile Stan Lee coi suoi 92 anni, e quella di Dylan Dog (dalla pagina FB della testata) che in una rappresentazione deliziosa di Angelo Stano coinvolge niente meno che Tex, Diabolik e Topolino. Tutto è nato dalla pagina Facebook di Zannablù che ha nominato Sacro/Profano (la cui autrice Mirka Andolfo ha poi coinvolto Davide La Rosa) e Deficients & Dragons, di cui vi mostriamo le docce gelide nella galleria sotto al video, insieme a quella dell’Indagatore dell’Incubo.

 

 

Fonti: Comicbookresources e Dylan Dog su Facebook