Ed eccoci. Era l’inverno del 2003 e nessuno ancora poteva immaginare cosa sarebbe diventata l’Image e quanto questo personaggio sarebbe stato in grado di riassumere, abbracciare e rappresentare il supereroismo e il fumetto mainstream statunitense.

Era l’inverno del 2003 quando, dopo alcune comparsate dell’anno precedente, iniziò la serie regolare di Invincible, il giovane ibrido alieno e terrestre di Robert Kirkman che ha saputo essere un po’ Superman e un po’ Peter Parker, portando il metafumetto analitico e decostruttivo negli anni Ottanta e Novanta, nell’alveo più luminoso della Silver Age americana.

Oggi, nell’estate del 2016, dopo oltre tredici anni di storie e di pubblicazione, giunge, da una lettera dello stesso Kirkman ai fan, la notizia della fine di Invincible. Non è ancora giunto il momento dell’addio, ma è il caso di iniziare a preparare i saluti a uno dei personaggi più significativi dei comics indipendenti degli ultimi vent’anni.

 

Invincible #1, copertina di Cory Walker“La mia più grande speranza nella vita è, un giorno, quando sarò molto più vecchio di oggi, di poter leggere un fumetto di Invincible realizzato da gente più giovane di me, che ancora non ho incontrato e che sta pubblicando una serie che detesto.”

Nei tredici anni in cui ho scritto Invincible, mi hanno spesso chiesto quanto a lungo sarebbe durato. La mia risposta è sempre stata la frase qui sopra, più o meno. Ho sempre pensato che sarebbe stato un grande onore vedere il personaggio raggiungere il livello di Superman o Spider-Man nel pantheon degli eroi a fumetti. Personaggi che hanno una longevità molto superiore a quella delle loro storie originali e che si sono trasformati in una sorta di motore immobile, in grado di mantenere in vita quella stessa storia (più o meno) in eterno, per generazioni e generazioni.

Solo ultimamente ho compreso quanto questo fosse contrario a tutto ciò che Invincible, come serie, ha rappresentato sin dalla sua nascita. Da quando Cory Walker e io lo abbiamo creato, con l’arrivo poi di Ryan Ottley, sul numero #8, il nucleo della storia è sempre stato celebrare quel che amiamo del fumetto di supereroi, mettendoci dentro il nostro punto di vista personale. Giocare con i luoghi comuni del genere, ma trasformandoli in qualcosa di nuovo ogni volta e ad ogni costo.

Ecco perché a volte i cattivi vincono e gli eroi si arrendono… oppure smettono proprio di essere degli eroi… ecco perché ci sono dei cambiamenti da cui non si torna indietro e perché i personaggi muoiono senza mai più ripresentarsi… non importa quanto siano popolari (probabilmente avremmo dovuto mantenere Conquest in vita).

Ed ecco perché, dunque, è ragionevole che, se la maggior parte dei fumetti di supereroi continua in eterno, senza che se ne veda la fine e i cicli che li compongono non raccontano una storia coerente che li mantenga compatti in un solo arco di storie… Invincible faccia l’esatto contrario.

Da molti anni, ormai, io e Ryan Ottley, con l’aiuto occasionale di Cory Walker (presto uscirà il numero #130!) narriamo le avventure di Mark Grayson e dei molti personaggi che gli orbitano intorno. Quando ho iniziato a progettare i numeri che ci aspettano per il prossimo anno, ho intuito che stavo andando verso… una conclusione. La grande epopea Viltrumita, iniziata con Nolan Grayson che approda sulla Terra e diventa padre di Mark, e proseguita con il loro confronto sul numero #11, tanti anni fa, stava giungendo alla fine. Tutte le fila convergevano in questa storia e, se mi guardo indietro, capisco di aver lavorato per giungere a questo punto sin dall’inizio. Parlandone con Ryan ho capito, con mia grande sorpresa, che l’idea di disegnare qualcosa di diverso da Invincible… e di non rimanere incollato a questo impegno mensile che ci siamo imposti per oltre una decade… gli era gradita. Quindi era ormai evidente: stavo scrivendo un finale e Ryan ne stava disegnando uno.

Il che ci conduce a una domanda: cosa ci aspetta?

Ho pensato, per un po’, di far subentrare un diverso team creativo, che iniziasse a marciare verso quel fumetto che avrei letto da vecchio e che avrei lanciato via con disprezzo, urlando: “Ma questa roba non è Invincible!”. E, per quanto abbia preso in considerazione una serie di possibilità davvero fighe che avrebbero prodotto dei fighissimi numeri della serie… più ci ragionavo e più mi convincevo che metterle fine fosse la cosa giusta da fare.

Quindi ecco quel che faremo! Il numero #144, conclusione dell’epopea in dodici capitoli intitolata La Fine di Ogni Cosa, sarà l’ultima uscita di Invincible. Sono certo che, quando tutto sarà giunto al termine, sarò triste, e so che mi mancheranno questi personaggi. Ma, per ora, sono solo eccitato. Ryan farà il suo ritorno con il numero #133, a novembre, e da lì inizierà la nostra corsa. Abbiamo una storia pazzesca in serbo per i fan, che toccherà ogni angolo dell’universo di Invincible e che, alla fine, collegherà tutto quanto in modo inaspettato e davvero interessante.

Quindi abbiamo ancora un po’ più di un anno di lavoro e sarà davvero grandioso! Perciò, vi prego di univi tutti quanti al nostro canto del cigno, in preparazione da tredici anni! Non ce l’avremmo fatta senza di voi, lettori, quindi attraversiamo il traguardo tutti insieme!

Robert Kirkman

Backwoods, CA

2016

 

 

Fonte: Comic Book Resources