Fantagraphics ha annunciato una nuova edizione di In Pictopia, una storia breve scritta da Alan Moore (Watchmen) e disegnata da Don Simpson (Savage Dragon), pubblicata unicamente su Anything Goes! #2, un albo realizzato per raccogliere soldi a sostegno di una causa legale per diffamazione intentata alla rivista Comics Journal.

 

 

In Pictopia, copertina di Dan Simpson

Una curiosa caratteristica di questo volume è però l’assenza del nome di Moore, che preferisce non essere accreditato per le opere in cui non si riconosce più; non è la prima volta che succede qualcosa di simile, visto che ogni riferimento alla sua persona è assente dalla nuova edizione di Miracleman e dagli adattamenti cinematografici e televisivi di V for Vendetta e Watchmen.

La storia di In Pictopia è incentrata su una città popolata da personaggi dei fumetti, nella quale le vecchie glorie devono lasciare il posto ai giovani, in una non troppo velata allegoria con la quale il Bardo di Northampton volle criticare la società e il mercato editoriale dell’epoca. In quest’opera si possono riconoscere i germogli di elementi che poi utilizzerà anche in altri suoi lavori futuri, come Top 10.

Questa la sinossi ufficiale diffusa dalla casa editrice, nella quale come potrete notare si guardano bene dal nominare esplicitamente Moore:

 

In Pictopia è il leggendario fumetto del 1986, scritto dal più avventuroso sceneggiatore di fumetti mainstream dell’epoca e disegnato da uno stuolo di illustratori indipendenti guidati da Don Simpson, con Mike Kazaleh, Pete Poplaski ed Eric Vincent. Presentato qui per la prima volta, scansionato dalle tavole a colori originali, in un formato opportunamente sovradimensionato. Pictopia è la città allegorica abitata dai vecchi personaggi dei fumetti ormai dimenticati, una volta famose icone, ma ora sono solo l’oggetto della pietà dei nuovi personaggi che hanno inevitabilmente occupato con allegria il loro posto nel pantheon delle celebrità della cultura pop. È un inno ai più amati e immortali personaggi dei fumetti, ma anche una critica feroce della sottocultura dei fumetti contemporanei.

 

 

Fonte: Bleeding Cool