Thanos: Il conflitto dell'infinito, copertina di Alan Davis

Vi riportiamo della conferenza stampa tenutasi a Lucca Comics & Games 2019 che ha visto al centro dei riflettori il leggendario Jim Starlin, fumettista americano noto soprattutto per aver creato l’ormai celeberrimo villain Thanos.

La chiacchierata con i giornalisti è cominciata prendendo spunto dal tema della fiera, Being Human, con lo sceneggiatore interrogato sulla sua idea di umano e sovrumano. Starlin ha chiarito che per lui non c’è differenza circa la natura dei suoi personaggi, in quanto lavora prevalentemente sulle loro motivazioni, nel tentativo di infondere umanità in ognuno di loro. Più avanti, nel corso della conferenza, ha sottolineato come per lui non esistano categorie con cui etichettare le sue creazioni: lo stesso Thanos, ad esempio, rappresenta sì una minaccia per l’intera galassia, ma l’ha anche salvata in diverse occasioni. In sostanza, non esiste una vera e propria differenza tra buoni o cattivi, secondo Starlin.

Com’era lecito attendersi, non sono mancate le domande sulla versione del Folle Titano vista in film come Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. L’artista ha dichiarato che sarebbe folle pensare di vedere adattata una propria creazione così com’è stata concepita. Del resto, ha spiegato, i Marvel Studios hanno realizzato decine di pellicole nelle quali hanno sviluppato personaggi dei fumetti in maniera alternativa rispetto al materiale originale. In virtù di questo, è pacifico che ci troviamo di fronte a prodotti completamente diversi e imparagonabili tra loro.

 

 

Starlin ha però particolarmente apprezzato l’interpretazione di Josh Brolin e ha dichiarato di non essere arrabbiato per il fatto che c’è chi attribuisce la paternità di Thanos a Stan Lee. Da Drax, a Gamora al Guanto dell’Infinito, in fondo, le sue idee hanno portato a grandi incassi.. A differenza delle storie che ha firmato per Ghost Rider, ha ammesso con una certa autoironia.

In merito alla ben nota diatriba scaturita dai commenti di Martin Scorsese sui cinecomic, Starlin ha detto che ognuno ha diritto ad avere una propria opinione e che, pur amando Scorsese, la sua vale come quella di chiunque altro.

Batman: Una Morte in Famiglia (Batman: A Death in the Family), di Jim Starlin, Jim Aparo e Mike Mignola - 1988

Parlando della sua parentesi alla DC Comics, l’autore ha raccontato alcuni retroscena sulla controversa saga Una morte in famiglia, presentata sulla serie di Batman. Starlin non nasconde l’antipatia nei confronti del personaggio di Robin, il cui costume giudica troppo sgargiante per essere il sidekick del Cavaliere Oscuro. In quell’occasione, ha raccontato, la casa editrice intendeva dare alle stampe una storia legata all’AIDS… facendo morire Jimmy Olsen!

L’idea naufragò perché l’attore che aveva portato il personaggio sul grande schermo, Marc McClure, aveva da poco reso nota la sua omosessualità. Accantonato il tema dell’HIV, il bersaglio si spostò dunque sull’odiato (secondo) Ragazzo Meraviglia, ucciso a sprangate da Joker dopo un sondaggio presso i lettori.

Il progressivo allontanamento dalla DC Comics, stando a quanto dichiarato da Starlin, è legata proprio a quella vicenda dalla genesi confusa, soprattutto al fatto che nessuno avvisò della morte di Robin l’ufficio marketing, il quale continuò a produrre merchandise su un eroe defunto. D’altro canto, tutto questo fece sì che Starlin tornasse alla Marvel per lavorare a Infinity Gauntlet.

Concludendo, Starlin ha dichiarato di non avere intenzione di tornare a lavorare per la Casa delle Idee o per la Distinta Concorrenza: preferisce concentrarsi sul suo Dreadstar, di cui nei prossimi mesi verrà annunciato il ritorno.

 

Jim Starlin