Kelly Thompson è diventata, negli ultimi cinque anni, una delle firme principali della Marvel. Attualmente ai testi di Captain Marvel e di Mr. & Mrs. X, serie che racconta le gesta di Gambit e Rogue, ha parlato con Newsarama di come sia iniziata e di come e quanto si sia evoluta la sua carriera di sceneggiatrice:

 

Mr. & Mrs. X: Amore e matrimonio, copertina di Terry Dodson

In questo momento mi occupo di sceneggiare Captain Marvel, Sabrina e Mr. & Mrs. X, oltre a fare da supervisore per un altro paio di progetti Marvel. Inoltre, sto facendo ricerca e sviluppo per una proposta molto grossa, sempre per loro, e sto scrivendo dieci pagine di una storia davvero interessante di cui ancora non posso parlarvi. Ci sono anche un sacco di proposte dal mercato indipendente che vorrei disperatamente cogliere, da qualche parte nello sfondo della mia vita, che cercano di attirare la mia attenzione.

La mia esperienza come collaboratrice di Comic Book Resources la vedo come un passo fondamentale del percorso che mi ha portato a essere una scrittrice, nonché un periodo necessario a crearmi quei contatti che mi hanno permesso di mettere piede nell’ambiente. A volte, però, ho qualche rimpianto riguardo al mio lavoro di critica. Quando inizi a occuparti della realizzazione di un fumetto ti rendi conto di quanto sia complicata, e devo ammettere che mi dispiace di essere stata troppo dura con l’industria, a volte. Vorrei essere stata più generosa, aver concesso più beneficio del dubbio, ora che ho guardato dietro le quinte.

Penso che il miglior modo di imparare a capire i comics sia leggerne a tonnellate, sia buoni che cattivi, per poi costringersi a un’analisi del perché fossero o meno di qualità, nella forma della scrittura di recensioni. Mi ha insegnato più cose sul Fumetto di qualunque altra attività, inclusa quella di studiarlo a scuola.

Probabilmente non tornerò mai al giornalismo di settore. Sono finita a scrivere articoli e recensioni per caso. Mi sono divertita a farlo per un po’ e mi ha insegnato molto, ma non è la mia passione. Scrivere fiction è quel che ho sempre voluto fare e ho sempre fatto. Se il mondo dei fumetti dovesse lasciarmi un po’ di tempo libero, mi dedicherò nuovamente ai romanzi. Cosa che sto comunque cercando di fare mentre scrivo fumetti, con risultati nulli. E anche più cose per la TV e il Cinema. Almeno il piano è questo.

 

La Thompson cita un lavoro come receptionist e un altro come responsabile d’ufficio nel campo dell’architettura. Lo ha fatto fino al 2009 e ricorda quelle esperienze senza particolare fastidio né entusiasmo. Lo faceva solo per pagare le bollette e scrivere nel tempo libero. Dopodiché divenne redattrice per CBR, ma anche per Comics Should Be Good, Lit Reactor, Publishers Weekly e altri siti di informazione. Il tutto mentre frequentava il Savannah College of Art & Design.

 

Ironicamente, mentre frequentavo la SCAD non ho prodotto nessun fumetto, ma due anni prima ero all’Università dell’Arizona, e in quel periodo produssi la mia prima storia. Due episodi brevi in una pubblicazione indipendente pubblicata dalla fumetteria locale, Captain Spiffy. Le mie storie erano terribili, come la maggior parte degli esordi, credo. Dopo la laurea ho scritto altri piccoli lavori indipendenti, ma non pubblicai nulla e passai alla scrittura.

Ho realizzato qualche webcomic, quando ho iniziato con il mio blog. Bell’esperimento. Prima del 2015, l’unico altro fumetto che abbia pubblicato era un progetto di beneficenza per Womanthology, disegnato da Stephanie Hans. Da guardare era grandioso.

 

Nel 2005 arriva il romanzo The Girl Who Would Be King, che parla di ragazze con super poteri in un’epoca in cui i super eroi non erano certamente popolari quanto oggi. Figurarsi in Letteratura. Sarebbe stato pubblicato solo nel 2012, però, dopo una campagna di successo su Kickstarter. Anche il romanzo successivo, Storykiller, sarebbe stato finanziato allo stesso modo, due anni più tardi. Nel 2015, la Thompson ottiene il suo primo successo nel mondo del Fumetto con Jem & the Holograms.

 

Captain Marvel and The Carol Corps #1

Prima della pubblicazione di Jem, la mia graphic novel Heart in a Box, disegnata e co-sceneggiata da Meredith McClaren era già scritta per circa novanta pagine. Sarebbe stata pubblicata in formato digitale pochi mesi dopo il debutto di Jem e stampata in autunno. Ho dei sentimenti contrastanti a riguardo… quindi passiamo oltre.

Sono stata molto fortunata, riguardo a Jem. Sia perché Kelly Sue DeConnick mi aveva appena presentato a quelli della IDW sia perché la bravissima Sophie Campbell aveva voglia di lavorare con me a un progetto. Sarah ha fatto in modo di ottenere l’attenzione dell’editor John Barber e alla fine ce l’abbiamo fatta. Grandioso. Ero entusiasta e spaventatissima. Mi sembrava che tutto mi sarebbe crollato addosso alla grande, ma anche di avere una gigantesca possibilità di dimostrare a tutti che potevo farcela. Per fortuna, è andata così.

Pensare che la mia prima esperienza alla Marvel, poco dopo, avrebbe coinvolto Carol Danvers, con Captain Marvel & the Carol Corps, è strano, dato che oggi mi occupo ancora di lei, che è diventata un personaggio enorme. Sono felice e onorata di questa responsabilità. La mia speranza è di fare giustizia a lei e ai fan, creando qualcosa di nuovo che possano apprezzare.

Lavorare con Kelly Sue, all’epoca, fu grandioso. Ero una sua grande fan e penso che mettere dei novellini a fianco di veterani sia un gran modo per aiutare i primi a dar forma ai loro talenti e rafforzarli, mettendo la qualità del loro lavoro sotto supervisione. Tutte le esperienze a quattro mani sono diverse, ma credo che ascoltare quello che i colleghi volevano da me e cercare di impressionarli sia sempre stato il mio atteggiamento.

L’idea della serie era di Kelly Sue, mentre il mio compito era di darle forma attraverso i singoli albi, dividendola in capitoli. Che sottoponevo a lei e agli editor, i quali mi mandavano le loro annotazioni. Dopodiché io avrei scritto una prima stesura e Kelly Sue ci avrebbe lavorato tramite la sua revisione per farla funzionare. Un’esperienza di lavoro pazzesca. Ho imparato un sacco. Ed ero super consapevole del fatto che quella era un’audizione per altri lavori. Sana Amanat ebbe la mia proposta per Hawkeye in mano mentre lavoravo a quella serie. Quindi sapevo bene cosa mi giocavo.

 

 

Fonte: Newsarama