Le voci si fanno più insistenti di settimana in settimana: Immortal Hulk, la serie che ha scritto pagine storiche per il Golia Verde e che ha consacrato definitivamente il team creativo di Al Ewing e Joe Bennett, sembra destinata a trovare conclusione con il suo cinquantesimo numero, nonostante i distinguo e l’omertà degli autori al riguardo. Il 18 novembre scorso è uscito l’albo numero #40 e siamo quindi, proiettati, con ogni probabilità, verso la cavalcata finale.

 

 

La rivalità tra Hulk e il Capo, uno dei suoi più antichi e terribili nemici, giunge a nuove vette e di declina in maniere inesplorate, in questo numero, come ha spiegato lo sceneggiatore sulle pagine di Games Radar.

 

Immortal Hulk #40, copertina di Alex Ross

Ewing – Joe Fixit e il Selvaggio Hulk sono attualmente tenuti prigionieri in una cella appositamente studiata che si trova nello spazio e che si muove in sincrono con la rotazione terrestre a 22.000 miglia da terra. Questa è la situazione attuale di Joe, che ha a propria disposizione solo il fragile corpo di Banner. Fuggire sarà un bel problema ma, se qualcuno può farcela, quello è l’allegro Joe.

Sin dalla sua primissima storia, l’Incredibile Hulk è stato un personaggio horror, quindi è molto semplice farlo scivolare verso questo genere. Ma è anche l’eroe Marvel che sfugge più facilmente all’ordine costituito, che cede letteralmente alla furia nei confronti della società e, di solito, contro l’autorità. Per fare un esempio molto basilare, mentre Tony Stark costruiva armi per il governo e la guerra del Vietnam, Hulk spaccava carri armati nel deserto. Avendo questa componente nel proprio DNA sin dagli anni Sessanta, può naturalmente spingersi in territori che difficilmente sono accessibili ad altri eroi.

Se il Capo appare più sinistro del solito credo dipenda semplicemente dal fatto che mi piacciono gli antagonisti che si divertono quando lavorano. E Joe Bennett ha dato splendidamente voce a questa mia caratteristica. Credo che metterlo a confronto con Bruce sia tematicamente interessante. Che io sappia, infatti, Samuel Sterns non soffre di disturbo dissociativo della personalità, non è un sistema di identità come Banner. Se affronti il Capo, hai sempre il Capo come avversario, quindi ho cercato di tracciare una linea di coerenza, a posteriori, all’interno dei suoi piani e dei suoi obbiettivi, per come li abbiamo visto nel corso dei decenni.

Una cosa semplice come l’affermazione che, probabilmente, almeno una parte dei suoi fallimenti e dei suoi piani andati male erano solo esperimenti, in cui si aspettava di non riuscire, è un modo per redimerlo come nemico e criminale, ma rientra anche perfettamente nel modus operandi di uno scienziato come lui. Anche quando vinci contro il Capo, non dovresti mai essere sicuro se la tua sia una vera vittoria o solo un’occasione, per lui, di raccogliere nuovi dati.

 

Come spesso ha fatto nel corso degli ultimi tre anni e oltre, Ewing si è speso in complimenti per il proprio collega di team creativo, Joe Bennett, sottolineando l’intesa ormai perfetta tra loro due, che ormai si conoscono a memoria e sanno esattamente cosa vogliano l’uno dall’altro, e il lavoro svolto soprattutto sul Devil Hulk, sia nella versione del presente che in quella che vediamo nelle scene ambientate nel passato.

 

Immortal Hulk #40, anteprima 01

Ewing – Non credo che ci abbiano mai chiesto di darci una calmata riguardo i toni horror della serie. A volte possiamo aver corretto qualche particolare, rimosso qualche viscera volante qua e là, ma di solito il disgusto delle immagini è già abbastanza ridotto dal fatto che ci assicuriamo che gli organi e il sangue di Hulk siano della giusta tonalità di verde.. La Marvel è sempre stata collaborativa su un sacco di aspetti. Non mi sono mai sentito spinto in una direzione o trattenuto. C’è sempre stata grande fiducia.

Alla fine della serie, potrei avere ancora qualcosa da dire sulla natura dei raggi Gamma e su altre idee di genere cosmico che ho citato nelle storie, ma una volta impacchettata questa run, penso che avrò detto tutto ciò che volevo sul personaggio di Bruce Banner e sui suoi alter-ego. Gli scrittori di Hulk tendono a tornare al personaggio, quindi mai dire mai, ma probabilmente farò l’equivalente di mandare biglietti di auguri di Natale per posta, a meno che non mi prenda per la gola un’altra vicenda di lungo respiro che mi si appiccichi addosso. Ma è improbabile che mi capiti due volte con lo stesso personaggio.

 

In chiusura, Ewing ha confermato la sua scelta originaria: niente crossover per L’Immortale Hulk. La serie rimarrà contenuta in se stessa, per quanto inserita nel contesto dell’Universo Marvel, senza chiudersi con un evento come successo per il Thor di Jason Aaron e La Guerra dei Regni. I lettori della serie di Ewing non saranno costretti ad acquistare altre serie per godersi l’intera parabola del personaggio.

 

 

 

Fonte: Games Radar