Ieri è stata presentata a Lucca Comics l’anteprima de I Cavalieri dello Zodiaco – La Leggenda del Grande Tempio, film d’animazione in CG che uscirà nei cinema italiani il prossimo febbraio. Oltre ad aver visto il film (nei prossimi giorni vi proporremo la nostra recensione) abbiamo intervistato il regista Sato Keiichi, il produttore di Toei Animation Asama Yosuke e il compositore Ike Yoshihiro.

La Leggenda del TempioCom’è nato il progetto? Avete deciso da subito di rinnovare i personaggi in computer grafica? Fin da subito sapevate che la trama avrebbe riscritto la prima saga di Saint Seiya invece di ideare una vicenda originale?

Yosuke: In realtà non siamo partiti da Saint Seiya: Toei Animation voleva realizzare qualcosa in computer grafica e abbiamo cercato quale opera sarebbe stata più adatta. Per quanto riguarda la storia, abbiamo analizzato il manga e l’anime cercando gli episodi che avevano avuto più popolarità, i gadget più venduti. In questo modo abbiamo scelto la prima saga.

Keiichi: Lo scopo principale è stato quello di divertire i vecchi fan, ma catturare anche i teenager che non conoscono le vecchie serie. Infatti l’anime ha avuto una vita decisamente diversa in patria: so che da voi in tv viene replicato periodicamente, invece in Giappone quando è finito una decina d’anni fa non è più stato trasmesso, perciò abbiamo tentato di ricostruire la serie per le nuove generazioni che non la conoscono, dimostrargli quanto sia interessante… Questo rende le cose meno difficili, perché per noi è un prodotto finito, qualcosa che appartiene al passato. Non potevamo semplicemente riprodurre ciò che era già stato fatto, quindi abbiamo cambiato punto di vista e il modo di raccontare la storia, per adattarci al pubblico odierno.
Inoltre abbiamo effettuato dei cambiamenti perché c’era una limitazione di tempo, avendo noi a disposizione solo un’ora e mezza.

Sappiamo che le modifiche presenti nel film rispetto alla versione originale sono stati concordati con lo stesso Masami Kurumada: ci potete dire le motivazioni dietro i cambiamenti principali, come il personaggio di Milo diventato una Saint donna?

Keiichi: Cambiamenti come questi sono stati possibili grazie al bel rapporto che si è instaurato tra produttore, regista e il mangaka che ha creato l’opera originale. Lo stesso Kurumada si è divertito all’idea, lui stesso ha proposto di far nascere qualche nuovo Saint; lui non ci ha mai ordinato cosa dovessimo fare, ma potevamo proporre le nostre idee e Kurumada ci ha detto di svilupparle.

Nel character design si nota la lunga carriera del regista nel campo dell’animazione, ma anche l’occhio di riguardo che ha per il cinema dal vivo, visto che è da qualche mese uscito il suo film live-action Black Butler. È un mix intenzionale?

In realtà inizialmente avevamo pensato addirittura di realizzarlo in motion-capture: abbiamo realizzato anche una scena di prova però il risultato non ci ha soddisfatto, perciò abbiamo preferito realizzarlo interamente in animazione. Eppure ci sono persone in Giappone che sono convinte che il film sia stato realizzato utilizzando la motion-capture.

SeiyaNella scena ambientata nella casa di Cancro la musica cambia registro e diventa quasi lirica, con l’aria cantata dal personaggio. Com’è stata concepita questa scena, sia musicalmente che visivamente, dato che il risultato è quasi kitsch e ha uno stile differente dal resto del film? 

Keiichi: Soltanto quella parte ha una forte impronta musicale perché anche nel manga il Saint della Casa del Cancro è un personaggio particolare, diverso dagli altri. Dovevo trovare un modo per rappresentarlo in modo differente, per restituire al pubblico la stessa particolarità; si tratta di un personaggio narcisista e quindi di fronte agli altri cerca di dimostrare di essere migliore di tutti, in un modo quasi straniante.

Yoshihiro: Personalmente, essendo un musicista, mi piace sbizzarrirmi quando mi viene richiesto di inserire una sequenza musicale di questo tipo. Poi io e il regista siamo amici e abbiamo un sogno: di realizzare un giorno un cartone animato musicale e confesso che abbiamo utilizzato quella scena come banco di prova.

Keiichi: Se invece di un film ne avessimo fatti due, o se avessi avuto più tempo a disposizione in questo film, avrei sfruttato molto di più la musica, anche come tappeto che sottolineasse le emozioni dei personaggi.

Quando Saint Seiya si è affermato gli anime e le serie televisive erano uno dei principali prodotti di intrattenimento seguiti dai bambini; forse anche per questo prodotti come I Cavalieri dello Zodiaco ancora oggi sono ricordati e tanto amati da chi è cresciuto in quella generazione. Quali sono oggi invece le difficoltà di realizzare un’opera di questo tipo, quando ci sono molte altre alternative come Internet e i videogiochi? Come si fa ad attirare le nuove generazioni a questo tipo di storie?

Yosuke: I cartoni animati giapponesi sono stati seguiti per così tanto tempo anche al di fuori dal Giappone per via del nostro modo differente di produrli: anche se sono per bambini non censuriamo alcune cose, perché anche i bambini vivono esperienze negative e hanno un loro modo di avvicinarsi alla sessualità. Non ci limitiamo a mostrare solo alcuni aspetti della vita in maniera edulcorata, come invece fanno le produzioni americane ed europee convinte in questo modo di proteggere i bambini, forse per l’influenza del cristianesimo.
Invece anche i bambini attraversano tutti questi stati d’animo, la tensione e la speranza, esattamente come gli adulti. È lì che nasce il dramma e forse è per questo che alcune serie animate riescono ad attirare ancora oggi. Avendo queste caratteristiche anche le nuove produzioni riusciranno ad affascinare il pubblico moderno, nonostante ci siano molte distrazioni.