Lo showcase con Masasumi Kakizaki nel secondo giorno di Lucca Comics è stata un’esperienza davvero soddisfacente. L’autore giapponese che si affermato recentemente con opere molto interessanti (tutte edite da Panini) come Green Blood e Rainbow, ha presentato il suo nuovo manga, Bestiarius (titolo originale Toujuushi). Contraddistintosi per uno stile molto personale, dal tratto ricchissimo ed elaborato, differente da quello tradizionale del manga, Kakizaki è apparso non molto a suo agio durante l’intervista, in quanto concentrato sul lavoro elaborato durante la conferenza che raffigurava i due protagonisti della sua ultima fatica.È riuscito comunque, nonostante un po’ di imbarazzo a catturare totalmente la platea, con la sua arte e la schiettezza delle sue risposte. Nasce mangaka per caso, come ha raccontato:
Ho provato a scrivere e proporre un mio romanzo ma era davvero pessimo.
A parte Rocky Joe, il capolavoro di Asao Takamori e Tetsuya Chiba, non ha mai letto manga. Lavorando in un bar ha notato una rivista che promuoveva un concorso per autori di fumetti. Iscrittosi, senza mai aver disegnato nulla a livello professionale, arrivò a conquistarsi l’ultimo premio, di 7000/8000 yen (circa 50/60 euro). Fu la svolta che lo spinse a crederci e a provare a realizzarsi in questo mestiere. Una dote naturale dunque estremamente spiccata, ma Kakizaki ha stupito tutti ancor di più con l’affermazione successiva:
Non mi piace molto disegnare anche perché soffro spesso di infiammazione ai tendini [ha creato un suo personale pennarello doppio per facilitarne un’impugnatura più comoda]. Lo faccio solitamente con il metal, la mia musica preferita [di cui è grande esperto] a tutto volume. Ho dovuto spostare due volte il mio studio per le lamentele dei vicini.
La sua ispirazione, ha confessato viene decisamente dal cinema. Bestiarius per esempio è nato per il suo amore verso il film Spartacus. Attento al più piccolo dettaglio e molto fedele alle ambientazioni, la serie propone comunque una commistione insolita, l’antica Roma e i mostri della mitologia classica, soprattutto greca e romana:
In Giappone i bestiari occidentali della mitologia li conosciamo magari superficialmente, ma fin dai tempi della scuola. Ovviamente per la mia opera mi sono poi documentato tantissimo. Il mio editore pensava che un fumetto solo sull’antica Roma poteva perdere di efficacia, sui giovani, il pubblico principale a cui era indirizzata, così è stato introdotto questo elemento fantasy, che all’inizio mi ha un po’ spaventato, perché non lo conoscevo affatto.
Il suo personaggio preferito? Heitai di Rainbow:
Penso sia quello che più mi è riuscito più naturale e credibile di tutti. Quando creo penso soprattutto al pubblico giapponese e non a quello estero, non me ne vogliate, sono ancora troppo poco conosciuto fuori dalla mia patria, ma sarebbe bello presto poter fare il contrario.
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