Nel corso dell’ultima edizione di Lucca Comics & Games abbiamo avuto la possibilità di intervistare Jason Howard, artista britannico e co-creatore, tra le altre cose, della serie Image Comics Trees assieme a Warren Ellis.

Ringraziamo sentitamente lo staff di saldaPress per la collaborazione.

 

Ciao, Jason! Benvenuto su BadComics.it.

Grazie!

Con Warren Ellis hai dato vita a un fumetto dal forte sapore fantascientifico in un momento in cui sembra che lo sci-fi sia tornato prepotentemente in voga. Cosa differenzia “Trees”, rendendola una storia unica nel suo genere?

Trees vol. 1A: In ombra

Una delle cose che mi ha fatto subito innamorare del progetto, sin da quando Warren me ne ha parlato per la prima volta, è che il setting della storia è in effetti fondamentalmente fantascientifico, ma il mondo in cui è ambientata non è poi così diverso dal nostro.

Nel corso della serie ci imbattiamo in storie molto umane di svariati personaggi e scopriamo come le loro vite siano state toccate dai grandi cambiamenti avvenuti nel mondo. Potremmo dire che la fantascienza – in particolare l’invasione aliena – sia solo un pretesto per poter mostrare cosa sia l’umanità e come questa si adatti ai vari cambiamenti, anche quelli più estremi.

Non è un fattore da sottovalutare: sono un grande fan della fantascienza, ma ultimamente sembra che ci sia più attenzione da parti degli autori nel mettere in scena uno spettacolo quanto più grande e chiassoso possibile. Conseguentemente, l’aspetto della caratterizzazione dei personaggi, specie se umani, ne risente.

Grazie a “Trees” ho la possibilità di disegnare cose molto fighe, il che mi fa felice, ma è la storia che Warren sta scrivendo che mi ha reso il primo fan della serie.

Il realismo è senza dubbio una componente fondamentale di questo fumetto, che mostra una realtà piena di aspetti e problematiche politico-sociali presenti anche nella vita di tutti i giorni. Quanto avete guardato al mondo reale per progettare quello di “Trees”?

Basta conoscere un minimo Warren per capire che ciò che gli sta davvero a cuore sono le cose che accadono del nostro mondo. La fantascienza, genere che in qualche modo predilige, è solo il modo con il quale riesce a processare al meglio certe tematiche nelle sue storie.

Questo aspetto di “Trees” è quasi interamente a suo appannaggio, anche se ci confrontiamo spesso e lui bene o male accetta i miei consigli. Diciamo che il mio ruolo è quello di visualizzare nella mia mente quello che lui vuole raccontare e trovare il modo di rappresentarlo al meglio sotto il profilo visivo. Il mio compito è relativamente semplice, devo ammetterlo: quando leggo le sue sceneggiature mi è sempre molto chiaro dove andare a parare.

La trama si districa tra svariate location, dalla Cina a New York, fino al cuore dell’Africa: qual è la tua preferita?

C’è quel posticino sul mare, di cui non so mai come pronunciare il nome, che fa parte del vostro bel Paese: io lo chiamo Sifalu. [Cefalù – NdR] È quella la location più bella da disegnare, e vorrei che ci fossero più scene ambientate all’interno della città, piuttosto che nelle campagne limitrofe. Ho cercato di convincermi a fare un viaggio di ricerca in Sicilia, ma finora non ci sono ancora riuscito. Al momento, mi sto facendo bastare quello che trovo su Google, e sono totalmente affascinato da Cefalù.

Hai lavorato su “Super Dinosaur” con la star di questa edizione di Lucca Comics & Games, Robert Kirkman. Cosa puoi raccontarci sulla vostra collaborazione?

Con Robert ci si diverte. “Super Dinosaur” è sostanzialmente l’opposto di “Trees”: abbiamo realizzato questo fumetto per un pubblico giovane, per i nostri figli, ma anche per noi stessi. Spesso ci lamentiamo che molti dei nostri lavori sono per adulti perché hanno contenuti espliciti – basti pensare a “The Walking Dead” – e perciò non possiamo mai mostrare quello a cui lavoriamo ai nostri figli. Da questa premessa, è nato questo fumetto.

In “Super Dinosaur” abbiamo cercato di incanalare il nostro amore e il nostro entusiasmo di quando eravamo bambini, quando guardavamo serie animate e leggevamo fumetti, il tutto scritto con la sensibilità e il taglio moderno caratteristici di Robert.

Ultima domanda: abbiamo parlato di titoli targati Image Comics e Skyboud. Cosa rappresentano per te queste due realtà nel panorama attuale del Fumetto americano?

Super Dinosaur volume 1, copertina di Jason HowardUna delle cose che più mi affascina della Image è che di fatto ha dato una risposta efficace a tutti gli artisti desiderosi di esprimersi con delle proprie storie lasciandogli il controllo e la proprietà intellettuale.

Come autore, non voglio cedere niente di mio a qualcun altro. Certo, qualora un mio fumetto venisse scelto per essere adattato come film o serie TV, il tutto genererebbe un riconoscimento e un profitto anche per me.

“Trees”, per esempio, è stato opzionato due anni fa dalla NBC della Universal per farne una show televisivo: il progetto è ancora in fase di sviluppo, dato che sono processi molto complessi e lenti, e non si sa ancora se questa serie TV diventerà realtà o no, ma se si farà il nostro coinvolgimento è garantito.

Non bisogna avere vergogna di dire che è una realtà abbastanza remunerativa per gli autori: io disegno anche per vivere, e se grazie al mio lavoro riesco a farlo meglio lo devo a me stesso, così come a realtà come la Image.

 

Jason Howard