La seconda edizione della rassegna Comics & Science si apre con la conferenza sulla robotica Non solo Pacific Rim. Breve introduzione del mattatore Andrea Plazzi e del ricercatore del CNR Roberto Natalini, prima di entrare nel vivo del dibattito con Emanuele Micheli, ricercatore della Scuola di Robotica di Roma, Michele Bellone, scrittore e giornalista scientifico, e i due Luca del fumetto italiano, Vanzella e Genovese, interpellati in quanto autori del manga italico Beta, di argomento robottoni, per parlare del rapporto tra la scienza e la fiction e gli scambi tra questi due ambiti costantemente in contatto.

Si parla di Asimov e delle leggi della robotica per introdurre il tema della roboetica, la disciplina che studia i problemi di morale legati alle azioni degli automi. Come si valuta la responsabilità delle azioni di un robot? Chi paga le colpe delle macchine pensanti? Un ambito influenzato ed ispirato direttamente dalla letteratura e dal cinema fantascientifici che per primi si sono posti il problema di affrontare le paure e i timori imposti dal potere delle macchine nel presente e nel futuro.

Si è parlato della incorporeità della tecnologia odierna, contrapposta alla fisicità della robotica, ultima delle scienze ad alto contenuto tecnologico a produrre oggetti visibili, mentre il progresso va in direzione opposta: non possiamo vedere e toccare le innovazioni che influenzano la nostra quotidianità. Dal mobile alla rete, non abbiamo un rapporto fisico con la scienza che usiamo.

Vanzella e Genovese confermano: i loro robottoni vanno visti anche dentro, bisogna mostrare gli ingranaggi per renderli credibili. La robotica deve essere fisica anche sulla carta, altrimenti non funziona. Per questo i robot nel fumetto hanno da sempre successo: possono essere mostrati, con grande gioia dei cartoonist che hanno l’occasione di dare sfogo alla propria fantasia creativa e inventarsi macchinari privi di alcun fondamento, ma in grado di dare verosimiglianza alle macchine.

Il dibattito ha toccato anche le differenze tra l’idea orientale e occidentale di robotica: in Giappone non è un problema creare macchine umanoidi. Lo Shinto non prevede la figura vera e propria di un creatore divino, non possiamo peccare di superbia nei suoi confronti. Inoltre il robot deve sempre avere un pilota, in quanto la forza combattiva appartiene al’uomo e alle anime. In Occidente, al contrario, l’idea moderna di robot ha a che fare con quella di drone, teleguidato e privo di componente umana.

L’incontro si chiude con la presentazione di Dustbot, robot raccoglitore di rifiuti (in gallery) e PoseiDRONE, dispositivo biomimetico in grado di imitare i movimenti di un polpo. Entrambi realizzati dall‘Istituto Superiore di Robotica S. Anna di Pisa.