A Lucca Comics & Games 2016 incontriamo Marco Taddei e Simone Angelini, autori di uno dei più interessanti prodotti underground degli ultimi anni. Se non avete mai letto Anubi, questo è il momento di rimediare, dato che si tratta di una storia con tante idee, un immaginario decisamente diverso dal solito e personaggi originalissimi.

Una formula che i due tenteranno di riproporre, con tutte le differenze del caso, con la serie Malloy, in arrivo la primavera prossima per Panini Comics. Di questo fumetto di fantascienza allucinata e fuori dagli schemi abbiamo parlato con Taddei e Angelini che, qui a Lucca, portano un piccolo albo di sedici pagine con la genesi del personaggio. Una storia già edita che funge da introduzione all’universo di Malloy.

 

Siete qui per presentare Malloy, ma noi non l’abbiamo ancora letto, nemmeno nella piccolissima anteprima che Panini ha portato qui a Lucca: quindi, da dove viene Malloy e qual è l’idea generale di questa serie?

Malloy, copertina di Simone AngeliniTaddei – Dopo il nostro Storie brevi senza pietà nasce Anubi e sbarca in parte sul web, come promozione di se stesso. E dopo il successo di Anubi, eccoci ad affrontare lo scoglio della produzione di Malloy. Uno scoglio divertentissimo che ci vede come lamprede attaccate alla superficie. Noi siamo dell’Adriatico, siamo marini dentro. Questo Malloy nasce però da un esperimento precedente: B Comics, una raccolta di fumetti curata da Maurizio Ceccato.

Fu lui a darci l’occasione di scrivere la storia di sedici pagine che è poi quella che pubblichiamo adesso. Abbiamo pensato di regalare questa storia ai lettori Panini per prepararli al mondo di Malloy – Gabelliere Spaziale, ovvero un esattore delle tasse del cosmo. Poco fa, una ragazza ci ha chiesto qualcosa del personaggio. Le abbiamo risposto che avevamo pensato alla cosa più noiosa possibile e alla più divertente. Quindi un esattore delle tasse e un avventuriero spaziale. Malloy è il frutto di questo dualismo, un avventuriero che va in giro a cavare di tasca il denaro ai sovrani di pianeti interi.

Angelini – Il lavoro fatto per B Comics e Ceccato era pensato e progettato in tempi molto brevi. Quindi, la storia che leggerete in questo piccolo assaggio che abbiamo portato a Lucca contiene una versione 1.0 di Malloy che, assieme a Panini, è stato sviluppato con più respiro. Anche da parte mia, a livello grafico, c’è stato un aggiornamento importante sia delle ambientazioni che dell’aspetto del personaggio. In questo spillatino ve ne accorgerete, perché la copertina è nuova, mentre gli interni sono precedenti a questa revisione. Ma anche sull’abbigliamento e la definizione della tecnologia che vediamo nell’avventura stiamo facendo un lavoro molto più dettagliato. La storia sarà parecchio lunga.

Taddei – Anche se la compressione dei tempi di racconto rimane una componente importante di Malloy, che abbiamo pensato come se fosse una serie di cinquanta puntate di cinquanta pagine. Quindi, praticamente, un’esperienza super-compressa per dare l’idea dello schizzo fantascientifico.

A proposito di storytelling e di stile narrativo, Anubi ci ha presentato una sorta di caos creativo e fertile in cui tutto era possibile, tutto poteva capitare da un momento all’altro. C’è questa stessa ispirazione sfrenata in Malloy?

TaddeiAnubi è piaciuto a tanti e ne siamo molto felici. Ciò nonostante, con Malloy, cambiamo molto e andiamo, in un certo modo, contro quello stilema “anubiano”. Però l’energia dell’immaginazione è la stessa, dato che abbiamo scelto il genere fantascientifico, quello che garantisce più spazio alla fantasia. Tuttavia abbiamo anche deciso di mettergli un po’ i bastoni fra le ruote, creando un’ambientazione un po’ bislacca e sghemba. La definiamo una proto-fantascienza, che si ispira a fonti del passato, tipo quella degli autori dell’Unione Sovietica a cui si chiedeva di immaginare l’anno 2000. Creavano mondi meravigliosi, che oggi appaiono rètro. Roba anni Sessanta e immaginario di chi immagina l’impossibile.

Angelini – A livello grafico abbiamo citato moltissimo anche l’architettura sovietica che, già di per sé, è molto futuristica, proiettata verso il nuovo mondo.

Anubi era una serie di personaggi, che si concentrava soprattutto sull’emotività, i rapporti, le percezioni e la loro definizione, relativamente a un personaggio molto bizzarro. Con questa virata verso la fantascienza dobbiamo aspettarci più focus sugli eventi?

TaddeiAnubi era un monolite di eventi. L’immaginazione e la creatività, come possibilità dell’incognita e dell’inaspettato sono le sue caratteristiche. Ci sono anche in Malloy, ma avendo a disposizione un intero universo, l’inaspettato si struttura in maniera completamente diversa. Non voglio dire piramidale, ma diciamolo lo stesso. Malloy si muove nell’avventura alla ricerca di questo denaro spaziale un po’ come Anubi si muoveva nella sua città. Se quella era una specie di inferno in terra, lo spazio di Malloy è un enorme circo infernale in cui succede tutto e il contrario di tutto.

Con questo intendo dire che possiamo vederlo andare al bar e chiedere una birra, o una magnum di champagne. Solo che lo fa su Callisto. Quindi lo vediamo in un bellissimo e normalissimo bar cittadino, ma su un satellite di Giove o Saturno. Questa unione tra possibile e impossibile dà la linea alla nostra immaginazione. Anubi era un alieno sulla Terra, mentre Malloy è un alieno in un mondo alieno, uno tra tanti. E questo mondo alieno noi lo scopriamo seguendo lui, come degli esploratori che vedono ciò che la torcia illumina, ma sappiamo che la piramide che stiamo esplorando è enorme, gigantesca.

Simone, siamo di fronte all’esplorazione di mondi, che, per un artista, chiama l’invenzione di un sacco di ambienti: ti sei lasciato guidare dall’ispirazione pura, o avevi un progetto nella formulazione dello spazio di Malloy?

Angelini – A parte la ricerca su illustrazione e architettura russa, che ha influenzato un po’ gli ambienti, devo dire che non c’è un piano preciso sulla costruzione dei mondi. Vedrete il pianeta dell’Imperatore con una connotazione precisa che risponde a una logica che vi sarà chiara, che non poteva essere diverso, per forza di cose. Ma tanti altri sono nati in divenire, nel corso della storia e, anche in questo, ci siamo posti con l’ottica di esploratori dell’universo che stavamo creando. Tutto molto libero

Voi che siete fumettisti dall’estetica underground vi proponete a una realtà come Panini che fa del mainstream la sua chiave principale. Avete trovato un ambiente accogliente e propositivo? Ve l’aspettavate?

Taddei – Panini è una macchina da guerra per il fumetto in Italia. Noi veniamo da realtà perfette e meravigliose, ma con potenza di fuoco ridotta. Io credo che questo passaggio sia molto valido e molto utile e che tutti gli autori dovrebbero avere l’occasione di compierlo. Anche perché si sceglie la casa editrice con cui si collabora in base al prodotto che si ha da proporre. Anubi era perfetto per GRRRZ, Malloy ha una grandeur fantascientifica e trova qui la sua dimensione più adatta.

Angelini – La cosa che ci rende orgogliosi è di poter lavorare su personaggi nostri per un editore che più che altro importa. Proporre proprio a Panini un personaggio nuovo è stata una bella soddisfazione. Considerando poi che siamo pochissimi italiani nella collana 9L che ci ospiterà, saremo in catalogo gomito a gomito con mostri sacri come Milo Manara e Davide Toffolo. Panini, evidentemente, ha questa intenzione di aprire il suo mercato delle graphic novel anche agli autori italiani.

E sappiamo quanto il sottobosco dei nostri autori di casa abbia bisogno di questa attenzione. A proposito di spazio per emergenti, voi avete usato poco il web per pubblicare, ma molto per tenere i contatti con il vostro pubblico. Continuerà questo rapporto così stretto?

Taddei – Sì. Non abbiamo ancora aperto la pagina di Malloy, ma lo faremo presto. Per quanto riguarda il web, ormai è un pilastro portante della promozione e noi non siamo tanto affermati da ignorarlo. Ovviamente lo usiamo con allegria e cerchiamo di divertirci.

Angelini – Io, personalmente, ho un rapporto di amore e odio e cerco di trovarne quotidianamente l’utilità. In questo caso è la promozione, che sulla rete è gratuita e potente. Quindi ben venga, se riusciamo a parlare di noi come vogliamo noi.

Ultima domanda: cosa state leggendo di bello? Qualche consiglio per i nostri lettori?

Taddei – Una cosa non nuova, ma molto particolare, che cercavamo da una vita: Aminoacid boy, di Diego Lazzarin. Proprio un bel trip, nato dal crowdfunding. Un prodotto proprio bello, molto colorato, in cui ogni vignetta è un dipinto. Già il titolo ti dice che la storia è allucinante. Poi sto leggendo un libro che parla della scrittrice Flannery O’Connor, intitolato Il territorio del diavolo.

Angelini – Dalla pila infinita di letture che mi aspetta, sono riuscito a levare Palla di Bacilieri e Tumorama di Pablo Cammello.