Si è svolto, nella giornata di venerdì 2 novembre, l’incontro Disney dedicato alla celebrazione dei novant’anni dalla nascita di Topolino. Panini Comics lancia uno speciale album di figurine dedicato al personaggio per dare modo a grandi e piccini di ricordarne la storia quasi secolare. All’interno, anche una storia inedita di Casty, il quale è intervenuto assieme ad alcuni dei più grandi nomi di Disney Italia: Giorgio Cavazzano, Silvia Ziche e Corrado Mastantuono. Con loro, il direttore Alex Bertani a moderare, il curatore dell’album a figurine Antonio Allegra e il direttore editoriale Panini Comics, Marco M. Lupoi.

 

Topolino 3284, variant cover di Massimo De Vita

Cavazzano – Topolino fa parte della mia vita. Mia moglie dice che cammino come Pippo e forse ha ragione. Più lo disegno più lo scopro straordinario, che ha bisogno di sceneggiatori che sappiano capire la sua personalità e quella di altri. Per fortuna ci sono ottimi sceneggiatori, tra cui Casty, che sanno inventare storie grandi per lui, che fanno parte della mia vita e che mi danno grandi soddisfazioni. Come Corrado Mastantuono che è un talento incredibile e riesce a disegnare, chissà come, sia Tex che Topolino. Silvia Ziche ha creato un mondo nuovo per il personaggio e un nuovo interesse grazie a uno stile che cattura quel che mancava da tempo. Dobbiamo tutti ringraziarla per il suo lavoro. Topolino è un personaggio sotto molti aspetti semplice ed elementare, ma famoso a livello planetario. Che lo sia stato per novant’anni è incredibile. E si rinnova in continuazione, con una carica e una forza incredibili. Ogni sceneggiatura sua è un’avventura anche per me.

Ziche – Ho fatto parlare prima Cavazzano perché devo il mio lavoro a lui. Il mio rapporto con Topolino è antichissimo: ho imparato a leggere sulle sue pagine e, quindi, con le storie di Giorgio. Leggevo le avventure come si guarda un film, fin da piccola mi trovavo così immersa da animare le immagini nella mia mente: un imprintig fondamentale. Per me Topolino e gli altri sono stati da allora degli amici, quasi reali, e lo sono anche adesso che li scrivo. Mi sembra di dirigere Tom Cruise. Il fatto di aver iniziato a leggere il mensile molto presto, soprattutto le storie di Cavazzano che erano incredibilmente vitali, mi ha aiutato. Ho sempre colto di Topolino la parte divertente. Non deve mai essere troppo serio. Anche rileggendo le storie di Gottfredson, si intuisce che la sua parte bambina e divertente, che sto cercando di promuovere, è fondamentale. Mi piace, nelle vignette, indagare la sua vita quotidiana. Non ho, in questa situazione, la chance di raccontare una storia intera, ho una sola battuta a disposizione e quindi mi piace lavorare sui luoghi comuni disneyani, che frequento da sempre.

Casty – Da piccolo, i miei preferiti erano i paperi, che negli anni Settanta erano ottimamente scritti e disegnati. Da Cavazzano. Sempre colpa sua. Nonostante Topolino mi piacesse graficamente, all’epoca non c’erano belle storie. Mi ricordo che nell’estate del ’77 o ’78, vado in edicola con le mie 500 lire e trovo I Supergialli di Topolino, un volume antologico. Dentro c’erano tre storie di Scarpa che mi fulminarono. Le avrò lette e rilette non so quante volte. Uno shock. E decisi che da grande avrei rifatto quelle storie. Non riuscivo. Topolino è difficilissimo da disegnare. Imitavo i paperi di Giorgio, invece, che sono più semplici. Quando, vent’anni dopo, ho avuto l’occasione di presentarmi in Disney, ho ripensato a quelle storie e ho cercato di realizzare gialli, thriller e storie di fantascienza alla maniera di Romano Scarpa. Piacquero quasi subito, per fortuna. Un sogno lavorare con Giorgio. Un giorno, improvvisamente, mi chiamò a casa e non credevo fosse davvero lui. Pensavo a uno scherzo di amici. Viste le emozioni che Topolino mi ha dato da piccolo e che tutt’oggi mi dà, capite quanto sia importante per me.

Mastantuono – Dissi a sette anni a mia mamma che da maggiorenne avrei messo via tre milioni di lire. Uno per andare in America, uno per comprare Pluto e uno per comprare Topolino. Credevo esistessero davvero e li avrei portati a casa, così com’erano. A livello professionale, ho iniziato con i paperi. La prima volta con una storia di Topolino mi ricordo che sottovalutai il compito di disegnarlo. Che ci vuole? Sono tre cerchi? Per fortuna la presi così, perché se no mi sarei congelato per la responsabilità. In venticinque anni, l’ho visto cambiare in continuazione, perché è difficilissimo da centrare. Ogni autore cerca l’anima di un personaggio. Con Paperino puoi sbagliare e rimane sempre lui. Topolino invece diventa un altro personaggio se sbagli un dettaglio. Sono felice di averlo saputo affrontare con successo.

Lupoi –  Come tanti di voi ho iniziato a leggere davvero con Topolino nei primi anni Settanta. Fortunatamente leggevo anche il Corriere dei Piccoli che aveva un aspetto più avventuroso, ma Topolino l’ho sempre amato, più dei paperi, le cui nevrosi familiari mi innervosivano. Topolino è un avventuriero, invece. Credo di aver letto Topolino sosia di Re Sorcio di Gottfredson, una storia perfetta, piena di gag e suspense. Intuivo che quello era ed è un capolavoro, perché Gottfredson ti incatenava alla storia. Per me, quindi, Topolino è IL personaggio disneyano. Infatti amo le storie di Casty che hanno quello spirito lì, aggiornato ai giorni nostri. Un personaggio positivo, eroico, ma non noioso.

Allegra – Avvicinarsi, dal mondo delle figurine, è stato emozionante. Per me era la lettura per antonomasia, da piccolo. Lavorarci oggi è un po’ come tornare bambino. La collezione di figurine su Topolino sarà speciale anche in questo senso. Unisce lo spirito adulto a quello bambino, perché è così ricco di temi contenuti e materiali che piacerà sicuramente tantissimo agli appassionati di ogni età. Permette di ritrovare la magia delle figurine, ma anche di incontrare lo spirito più profondo del personaggio. Speciale la copertina di Cavazzano e così anche la storia di Casty all’interno, in cui c’è davvero un mondo intero in una piccola storia. Nelle sketch card speciali, cento per dieci artisti, ci sono davvero dei capolavori che permettono di capire come Topolino possa essere interpretato in maniera diversa. Fortunato chi le troverà nelle bustine.

Ziche – Topolino lo conosciamo tutti da tanto tempo, è uno di noi. Una persona a cui vogliamo bene non può mai diventare noiosa, ha sempre nuove sfaccettature, fa sempre nuove chiacchiere, che cambiano a seconda di dove va il mondo, dove andiamo noi, ma non ci annoiamo mai con un amico. Con Topolino è uguale: non resteremo mai senza storie per lui, perché si adatta sempre al contesto. Non invecchia, ma cresce con noi e arricchisce la sua vita piano piano. Ci accompagnerà ancora per tanto tempo e ci racconterà ancora un sacco di cose.

Cavazzano – Vorrei dire altrettanto. Qui abbiamo Casty, che ha dato vita a una storia di Topolino talmente moderna che ne è la dimostrazione. Importante, perché ci dà la certezza che Topolino continuerà ad essere amato da noi e dai lettori. I quali si accorgeranno del nostro sacrificio e della novità. Finché ci saranno Casty, Faraci, Artibani e compagnia, non mancheranno mai avventure. Topolino è camaleontico, meno legato di Paperone alle singole situazioni.

Casty – Una delle lezioni più grandi di Topolino è che risolve le cose assieme ai suoi amici. Dobbiamo imparare da lui la collaborazione per risolvere problemi.

Mastantuono – Ci son tanti Topolino. Quello spalla di Pippo che fa il pasticcione, quello investigatore, quello vittima delle gelosie di Minni. Chi lo scrive può scegliere e questo lo rende perfetto per ogni occasione. Come un attore bravo per qualunque ruolo. Con in più la fortuna di non invecchiare, dato che resta sempre quello che è cambia solo a seconda delle esigenze, rimanendo sempre perfetto.

Casty – E questo nonostante non sia infallibile. Ha sempre bisogno degli altri. Lui è il protagonista, ma è il team di amici che ha intorno a far sì che le cose gli riescano sempre. La storia contenuta nell’album di figurine, poi, è particolare. C’è un livello molto forte di satira sociale. Ringrazio la redazione che mi ha concesso di raccontarla, perché è un po’ un soggetto alla Orwell. Con tanti livelli di lettura, anche se senza rimandi effettivi alla realtà di oggi. Ma Minni che non può spegnere la TV perché è illegale tenerla spenta è un momento interessante. Una cosa che mi piacerebbe sempre tornare a fare è una storia per Giorgio Cavazzano. Ma dipende anche da lui.

Bertani – E vogliamo parlare dei cattivi? Ogni eroe è definito dai suoi avversari.

Cavazzano – C’è una vignetta, in una storia di Casty, in cui Topolino salva Macchianera. Tre vignette di suspense: crolla una caverna e Macchianera è là dentro; Topolino lo salva. Gambadilegno è spesso il cattivo, ma fa ridere. Casty, invece, ha mostrato Topolino che trascina Macchianera fuori dalla polvere e dai calcinacci. Fondamentale. Perché il cattivo deve continuare a vivere. E poi a me piace perché si disegna facilmente.

Casty – Come dice il direttore, un eroe è definito dai suoi nemici e sono loro che definiscono le storie stesse di Topolino. Più Macchianera c’è e più è seria un’avventura. La gerarchia è questa: Macchianera non si pentirà mai di essere cattivo e non sarà mai buono. Gambadilegno invece mostra affetto per Topolino: anche se è molto falso, dimostra di avere un cuore.

Bertani – Qual è la storia di Topolino che in assoluto preferite o a cui siete più legati?

Cavazzano – Il mio punto di partenza è stato Casablanca. Da quella storia è partita la mia ricerca sul personaggio e il cast dei suoi comprimari. Lì è scattata la scintilla, nata chissà dove.

Casty – Per me quell’albo di Scarpa di cui parlavo prima, che continuo ancora a rileggere. Topolino nella Dimensione Delta è ancora il mio riferimento e modello.

Ziche – Per quel che riguarda il Topolino che sto cercando di recuperare io, sono le storie di Gottfredson. Una che ancora mi tengo sul tavolo a volte è Topolino e il boscaiolo. Fantastica. Racconta bene il rapporto tra Topolino e Gambadilegno di cui si parlava prima. Facendo finta di dover lavorare con lui, Pietro cerca di ucciderlo in tutti i modi. Una storia cattivissima, con eccessi che oggi cerchiamo di non raggiungere. Ma si vedono delle espressioni, sui volti dei personaggi, che raccontano quasi il pensiero dei personaggi nelle espressioni. Gottfredson riusciva davvero a disegnare la psicologia dei personaggi.

Mastantuono – Condivido Silvia, compresa la passione per il Topolino isterico degli anni Settanta di Giorgio, che è quello che mi ha fatto passare quella vergogna adolescenziale di chi sta crescendo e non vuole più leggere Disney. Vedere oggi quella versione del personaggio sarebbe forse stravagante, ma per me è stato importante essere strattonato e riportato al personaggio. Una storia importante per me è Topolino Giornalista. Casablanca, per quel sapore nostalgico e malinconico: ha un posto nel mio cuore, con il suo recupero di un Topolino classico.

Ziche – Quel che rende speciale quella storia, come tante storie di Giorgio, è l’osservazione della realtà in modo da trovare sempre il suo aspetto buffo, pur nel realismo. Un talento incredibile, che rende Cavazzano il maestro per tutti noi.

 

Topolino Novant'anni Lucca