Fumetti timidi è il titolo della prima rivista pensata per il personaggio creato da Andrea Sambucco, in arte Ruggero de I Timidi. Dopo aver scalato le classifiche mondiali (?) con il suo ultimo disco, Giovani emozioni, il Nostro è pronto a conquistare nuovi adepti grazie alla sua prima incursione nel mondo del Fumetto. Ad affiancarlo in questa impresa troviamo, oltre alla moglie Fabiana Incoronata Bisceglie, il direttore editoriale Andrea G. Ciccarelli e un nutrito gruppo di autori in forza a saldaPress.

Come con ogni rockstar che si rispetti, abbiamo dovuto superare una folta schiera di fan adoranti e urlanti per raggiungere Ruggero e farci condurre nel backstage di questo importante quanto esilarante progetto. Ringraziamo Jacopo Masini per la collaborazione.

 

Ciao, Ruggero, e benvenuto su BadComics.it! Come nasce il progetto “Fumetti timidi”?

Fumetti timidi

È nato tutto per caso. Sono un lettore di fumetti sin da piccolo, sebbene non mi possa definire un appassionato o un nerd. Negli anni, ho avuto il piacere di leggere “Topolino”, “Dylan Dog”, “Rat Man” e ultimamente sto seguendo Sio. Il primo contatto con gli amici di saldaPress è avvenuto dopo un mio post su Facebook in cui commentavo il finale di stagione della serie televisiva “The Walking Dead”. Dopo poco mi hanno omaggiato dei volumi della serie di Robert Kirkman e, credimi, li ho letteralmente divorati!

Da questo episodio è nata un’amicizia che ha portato alla nascita di questa idea: realizzare i fumetti di Ruggero de I Timidi. Di fronte a questa richiesta non ho potuto fare altro che accettare. La gestazione è stata lunga, perché non riuscivamo a capire che forma dare a questo fumetto: se scegliere una formula come quella di “Lanciostory”, se realizzare un fumetto serio, o altre soluzioni ancora. Alla fine, è nata una rivista che presenta tre fumetti, intervallati poi da diverse rubriche. In quegli inserti ho voluto riproporre elementi che richiamassero riviste come “Grand Hotel”, che leggeva mia nonna, o “La settimana enigmistica”, che acquistava mio padre.

Qual è stato il tuo contributo alla realizzazione delle storie a fumetti?

Ho grandissimo rispetto per chi realizza i fumetti, tanto da non essere voluto entrare nel merito della stesura delle tre storie. Mi sono limitato a un ruolo di supervisore, visto che le storie sono ispirate alle mie canzoni. Tutti gli autori coinvolti hanno saputo cogliere subito lo spirito che c’è dietro alle mie composizioni, e solo a storia ormai conclusa ho inserito qualche battuta o parola nei dialoghi per rendere più evidente il nesso con i dischi di Ruggero. In fondo, avendo creato io il personaggio, e mi sono venute in mente alcune frasi che direi in quelle particolari situazioni, ma si è tratta veramente di piccoli particolari.

Per te che provieni dal mondo della musica, quali sono state le principali difficoltà incontrare nel realizzare “Fumetti timidi”?

Fumetti timidi

La prima difficoltà incontrata è legata proprio al tipo di storia che dovevamo realizzare. “Che storie facciamo?”, mi hanno chiesto, e per me è stato il buio totale. Mi sono trovato ad affrontare la paura del foglio bianco. A quel punto ho preferito fare un passo indietro e ho lasciato che fossero gli autori a propormi qualcosa. Si tratta di una forma d’arte che non mi appartiene e davvero mi sono trovato spiazzato. Per dirti, ho scritto il mio ultimo disco, “Giovani emozioni”, in un mese, una volta entrato in studio, ma quella è la mia materia, quindi è stato tutto più naturale, spontaneo. Una volta individuato il formato della rivista, mi sono sentito più libero e ho potuto contribuire alla scrittura di “Tsunami di passione”, un fotoromanzo pensato insieme a mia moglie, Fabiana Incoronata Bisceglie.

Successivamente, la difficoltà maggiore è stata il tempo. Trovare degli attimi per completare tutto mentre avevamo spettacoli e tanti altri impegni legati al marketing: è stato veramente impegnativo. Andrea Ciccarelli, ad esempio, ci invia e-mail alle tre di notte con oggetto “Per ieri”, scritto in maiuscolo. Per me che sono abituato a essere editore di me stesso, è stato difficile rapportarmi con quello che, a tutti gli effetti, è il mio editore.

Per come abbiamo portato avanti il progetto, posso dirti di averlo fatto con passione e serietà ma soprattutto con quel pizzico di incoscienza che ci ha spinti a realizzare questa follia.

Tra le tue letture preferite hai citato poco fa “Topolino”, “Dylan Dog” e “Rat Man”. Definita la struttura del format, hai suggerito queste tre differenti tipologie di fumetto agli autori o hai dato loro carta bianca?

Ho dato loro piena libertà sui toni da utilizzare per le storie, purché rispettassero, ovviamente, lo sviluppo del personaggio di Ruggero. In fondo, quando su un fumetto lavora un autore come Giuseppe Zironi, c’è poco da aggiungere. Io e Andrea Ciccarelli ci siamo limitati, ti ripeto, a un ruolo di supervisione ma chi è stato coinvolto non aveva certo bisogno di indicazioni.

Ho imparato a conoscere Stefano “The Sparker” Conte e Davide La Rosa, invece, una volta entrato in contatto con gli autori del catalogo saldaPress: il primo ha uno stile molto vicino ai manga che a me piace; del secondo mi affascina la concettualità dietro ai fumetti disegnati male. Sono un lettore di fumetti che non va nello specifico, ma che ama il fumetto come medium.

Che tipo di aspettative accompagnano un fumetto così concepito?

Nessuna. La voglia è quella di fare assolutamente un altro numero di questa rivista, perché mi è piaciuto tanto lavorare su questo progetto. Ovviamente, non credo che saremmo in grado di farne uno al mese, però già se riuscissimo a farne uno all’anno saremmo molto felici. La tempistica di lavoro è quella ideale.

Questo primo numero di “Fumetti timidi” è pensato principalmente per chi è già fan di Ruggero de I Timidi – vista la presenza di foto che ripercorrono i miei ultimi cinque anni – anche se la speranza è quella di avvicinare nuovi adepti. Per il prossimo numero, invece, sarebbe bello pensare a qualcosa di più ampio, aperto a un pubblico che magari non conosce Ruggero. Ma procediamo un passo alla volta, come è solito ripetere Ciccarelli.

 

A questo punto della chiacchierata, subentra la moglie di Ruggero: Fabia Incoronata Bisceglie.

 

Dietro ogni uomo di successo c’è sempre una grande donna. Fabiana, dicci in che maniera sei stata impegnata in questa nuova avventura in territori per voi inediti.

Fumetti timidi

Fabiana – Quello che trovate in “Fumetti timidi” è il frutto di un progetto nato cinque anni fa e giunto oggi alla pubblicazione in forma di fumetto. Le foto, sia all’interno del volume che quella in copertina, sono state scattate da me e hanno accompagnato le diverse fasi di Ruggero.

Ogni volta che ci propongono un progetto nuovo, noi lo accettiamo con grandissimo entusiasmo. All’inizio, pensiamo sempre di non farcela, di non essere all’altezza. Poi, magicamente, riusciamo a portare a termine quello che ci eravamo prefigurati di realizzare. Vedi le e-mail di Ciccarelli alle tre di notte! Per nostra fortuna, l’editore ha avuto la pazienza di saperci aspettare e alla fine credo che si sia divertito alla stessa maniera in cui ci siamo divertiti noi nel costruire questo fumetto timido.

Ruggero – Mi piace definirci, con un termine che ho coniato io, “un agriturismo dello spettacolo”. Siamo a conduzione familiari, senza manager o agenzie a curare la nostra immagine, i nostri impegni o altro.

A questo punto, esageriamo e diciamo pure il John Lennon e la Yoko Ono di “Fumetti timidi”!

Ruggero – Oddio, non vorrei fare la fine di John Lennon, però sì. O meglio, direi più i Sandra e Raimondo degli anni 2000.

“Fumetti timidi” è solo l’ultimo tassello della tua carriera che, soprattutto in quest’ultimo periodo, ti vede protagonista di una repentina crescita. Ti sei mai interrogato sul perché di questo improvviso successo?

Ruggero – In realtà, non l’ho ancora capito. Posso dirti che ci sono molte sfaccettature in quello che faccio che possono aver conquistato la gente. Sono partito con una canzone sullo squirting che è stata cantata sia in tutti i peggiori bar di Caracas, sia su Radio 24, Radio Deejay o allo Zoo di 105, cosa che mi ha permesso di raggiungere un bacino d’utenza decisamente più ampio. Credo che il merito sia da attribuire alla fusione di una componente melodica – quella della musica – e di una comica – quella dei testi – che porta anche le famiglie a partecipare ai miei concerti.

Seppur tratti tutto con ironia e senza mai scadere nel volgare, gli argomenti dei tuoi testi non sono esattamente rivolti a un pubblico di bambini. Come gestisci questa situazione?

Ruggero – È difficile da gestire. Ovviamente, io avviso i presenti che stanno arrivando i servizi sociali e che porteranno via i bambini [Ride]. Credo che la parte goliardica e smaliziata dei miei testi sia in grado di avvicinare davvero un pubblico eterogeneo, e me ne rendo conto ora che Ruggero de I Timidi è coinvolto nella musica, nei video, nei fumetti e, pensa, siamo anche stati a Vinitaly con un nostro vino. Credo che la volontà di divertirci sia il trait d’union di tutte queste iniziative.

Fabiana – Credo anche che sia la voglia di fare qualcosa al di fuori degli schemi.

Ruggero – Di raccontare in modo diverso e un po’ più folle quello che ci propinano in televisione, in radio e in tante altre circostanze.

 

Ruggero de I Timidi e Pasquale Gennarelli