Quanto di sé l’autore mette in una storia? E qual è il giusto equilibrio tra fantastico e reale, tra atmosfere epiche e leggendarie e scene semplici della vita comune? Interrogativi che accompagnano da sempre non solo il Fumetto ma ogni forma di narrazione in generale. E interrogativi che affronta di petto Alyssa Wong raccontandosi sulle pagine del sito ufficiale della Marvel, unendoli al bisogno e al piacere di ritrovare il suo lato asioamericano nelle produzioni a fumetti odierne.

La sceneggiatrice di Doctor Aphra riflette sulle storie che più la entusiasmano e sui fattori che le compongono:

 

Doctor Aphra #1, copertina di Valentina Remenar

Wong – Sono sempre stata attratta dalle storie dei personaggi. Per me il personaggio è la storia: più scavi a fondo profondo e nel personale, più la storia diventa interessante e reattiva. Dammi qualcuno con una voce avvincente e lo seguirò ovunque. Salvare la galassia? Fantastico. Cuocere il pane? Anche quello è fantastico. E se imposti le cose nel modo giusto, forse il personaggio farà entrambe le cose!

La narrativa si basa sulle persone. Si tratta di costruire una storia fittizia e aprirla in alcuni punti strategici in modo da poter vedere l’impalcatura della vita reale che la sorregge. Quei fugaci momenti di identificazione riconoscimento quando vedi un assaltatore nervoso senza casco o un super eroe che entra in un ristorante coreano e ti viene da pensare: “Ehi, aspetta, quello è proprio come me”.

Sarò onesta. Per la maggior parte della mia vita, non avevo idea che i fumetti potessero parlare di persone come me. Raramente ho visto personaggi asiatici nei media. I manga sono stati un’eccezione, e ho adorato tutto ciò che promettevano: personaggi avvincenti, dialoghi intelligenti e trame drammatiche e intense basate sugli archi narrativi dei personaggi. E così ho letto un sacco di manga, cercando me stessa ai margini delle storie.

Totally Awesome Hulk #15, copertina di Stonehouse

Sono tornata ai fumetti occidentali a vent’anni, grazie ad alcuni amici asioamericani che lavoravano nel settore. Il loro era un lavoro davvero entusiasmante, e mi ha attirata. Il mio punto di svolta è stata una scena di The Totally Awesome Hulk #15, di Greg Pak, dove un gruppo di super eroi americani asiatici e asioamericani litigano per il conto in un ristorante. Era uno scenario così familiare, che avevo visto dal vivo nella mia famiglia molte volte (ad eccezione della pistola stordente), che finalmente i fumetti dei super eroi hanno fatto clic. È stato come vedere la tua immagine riflessa in uno specchio che non sapevi che esistesse.

Questi sono i momenti che rendono i fumetti così speciali. Quei momenti fondamentali della vita reale e della vulnerabilità personale, in mezzo alla frenesia e al caos per salvare il mondo, combattere i mostri e sfuggire all’Impero. Nello stesso numero di fumetti a cui mi riferivo più sopra, quel gruppo di super eroi asioamericani e asiatici lega grazie al cibo, al karaoke e alla sensibilizzazione della comunità. Si aprono l’un l’altro riguardo alle loro vite e alle pressioni sociali che condividono.

War of the Realms: New Agents of Atlas #1, copertina di Billy Tan

In War of the Realms: New Agents of Atlas #3, un altro gruppo di eroi della diaspora asiatica e delle isole del Pacifico sono in crisi, alienati l’uno dall’altro e devono affrontare una sconfitta inevitabile. Alla fine riescono a legare a uno spuntino familiare: lo spam. Grazie a una festa condivisa di riso fritto spam coreano, silog spam filippino e musubi spam hawaiano riescono a diventare veramente una squadra.

In Shang-Chi, Gene Luen Yang esplora le relazioni tra i personaggi di lingue cinese e inglese. L’agente britannico-cinese dell’MI-6 Leiko Wu non riuscirebbe a parlare cinese nemmeno se ne andasse della sua vita (la capisco benissimo). Nel frattempo, Shang-Chi si destreggia in diversi dialetti cinesi, tra cui il cantonese moderno e l’antico mandarino (dovuto al fatto di essere cresciuto in un culto ossessionato dalla dinastia Qing), e riflette sul modo in cui gli assunti occidentali abbiano plasmato il modo in cui parla inglese. Quando è da solo con Leiko, cambia sintassi e abbandona il tono formale. È una sorta di cambio di codice che sono abituata a vedere anche nella vita reale: una finezza riconoscibile che aggiunge profondità alla storia.

Shang-Chi #1, copertina di Jim Cheung

I fumetti sono un ottimo mezzo per esplorare queste complessità. Ci danno la possibilità di immergerci approfonditamente in personaggi che rispecchiano il mondo e i corpi in cui viviamo e, così facendo, creano storie reali e potenti. Penso che la scrittura dei fumetti dipenda da uno degli aspetti più importanti del personaggio: la voce. La voce ti dice chi è una persona, ti fa capire se andrai d’accordo o ti divertirai a guardarla crollare e bruciare.

Sono davvero entusiasta di lavorare sulla Dottoressa Aphra, la cui voce ha catturato la mia attenzione sin dal primo numero del ciclo di storie di Kieron Gillen. La Dottoressa Aphra è avida, ambiziosa, affascinante e incredibilmente intelligente, ma è un discreto disastro come essere umano. La adoro per questo. Doctor Aphra di Kieron Gillen e Si Spurrier è una capolavoro di narrazione incentrata sul personaggio. Le complicate relazioni con la sua famiglia e i suoi cari (suo padre, la sua pupilla Vuulada e le sue ex Sana Starros e Magna Tolvan) fanno progredire attivamente la sua storia. Le azioni di Aphra sono motivate dal contrasto tra queste relazioni e il suo stesso interesse e le sue decisioni sono raramente quelle giuste. Ogni cattiva scelta conta. Questo mantiene la sua storia deliziosamente imprevedibile. Non vedo l’ora di esplorare le relazioni di Aphra con le sue vecchie fiamme, e soprattutto con Sana, che ha una brutta sorpresa nel numero #7, quando Aphra si presenta per complicarle la vita… di nuovo (e senza spoilerare: non saranno l’unica coppia queer di ex problematici in questo arco narrativo).

Doctor Aphra #1, variant cover di Valentina Remenar

Adoro scrivere personaggi complicati e moralmente grigi, e il fatto che Aphra sia una donna asiatica queer è sia la ciliegina sulla torta che un grande onore. Passare dal non vedere nessun personaggio di Star Wars come me, a scrivere una serie di fumetti di Star Wars con una protagonista che condivide diversi aspetti della mia identità è incredibile. È un altro momento in cui ti vedi allo specchio, non perché io sia Aphra o un altro personaggio, ma perché la sua esistenza significa che nei fumetti c’è spazio per storie come la mia. Tutti dovrebbero provare questa sensazione.

Come dicevo, la narrativa si basa sulle persone. Più la rendi realistica, più le tue storie diventeranno stratificate e complesse. Sono entusiasta di poter continuare a lavorare su personaggi dei fumetti che rispecchiano le persone della mia vita e le cose che ho vissuto. Si tratta di dare una voce alle storie che ho sempre voluto sentire. Ci saranno sempre battaglie spaziali, tradimenti e resa dei conti con i super criminali… ma al centro di una storia fantastica resta sempre ciò che è familiare, reale e autentico.

 

 

Fonte: Marvel