Christopher Cantwell è il nuovo sceneggiatore di Iron Man. Proveniente dal grande successo di critica di Doctor Doom, lo sceneggiatore per la televisione passato al mondo dei fumetti non è particolarmente tenero con Tony Stark, dato che nella sua run lo vediamo completamente smantellato, sia dal punto di vista fisico che mentale.

 

 

Questo e tanti altri argomenti, tra cui l’utilizzo di nemici e importanti comprimari, come Korvac e War Machine, sono stati al centro delle sue dichiarazioni, recentemente raccolte da Adventures in Poor Taste.

 

Cantwell – La reazione alla mia run è stata sorprendentemente positiva. Molti lettori sembrano apprezzare la nuova direzione in cui stiamo conducendo Tony ed io sono felicissimo. Dovendo gestire l’eredità di cinquantasette anni di storie, volevo essere sicuro di essere fedele al suo personaggio, ma anche di essere coraggioso, perché questo è ciò che credo i fan e il personaggio stesso meritino. Potrò fare felici tutti? No. I lettori di fumetti sono dei credenti appassionati e se sono convinti che qualcosa sia un’eresia, non esiteranno a dirmelo. Il che ve benissimo.

Io stesso pensavo che Star Trek III: Alla ricerca di Spock fosse una bestemmia. Spero solo che continuino a seguire la serie, perché ho pianificato un arco narrativo molto lungo per Iron Man, in questa prima storia di Korvac. Sarà una vera odissea per lui e ci vorrà un po’ perché si concretizzi. Scommetto che anche i peggiori bastian contrario potranno trovare almeno un paio di elementi di soddisfazione se continuano a seguirci.

 

Cantwell non nasconde che la sua run avrà un potente contenuto metaforico, che ha a che fare con la volontà da parte di Tony di vivere una vita più umile e semplice, con le difficoltà che incontrerà sul suo cammino, con il suo particolare tallone d’Achille nei confronti delle critiche altrui, nella visione dell’autore, ricevute molto spesso anche da parte dei suoi amici più vicini.

 

Cantwell – Molto del fuoco che spingerà Tony ad agire ha a che fare con Korvac, un uomo decisamente in grado di mettere in piedi una guerra psicologica. Stimolerà Tony Stark nei suoi punti più deboli e quest’ultimo potrà resistere ben poco prima di esplodere. Il sesto numero della serie ci porrà di fronte all’interrogativo: quanto potrà resistere Iron Man prima di vendicarsi? Le cose diventeranno molto personali molto presto e vorrà affrontare Korvac da uomo a uomo. Il secondo arco narrativo ci mostrerà quanto veda rosso, pur avendo ancora Hellcat a tenerlo lucido. Ma dovrà fare molta fatica, perché la mente di Tony guarda molto più in là di quanto sia saggio.

 

Cantwell cita le storie di Denny O’Neil, che portavano alle estreme conseguenze la dipendenza da alcol di Tony, come una fondamentale fonte di ispirazione per le proprie. O’Neil metteva in crisi il personaggio di Iron Man facendogli affrontare un nemico dopo l’altro, mentre Obadiah Stane gli portava via la sua compagnia senza che se ne accorgesse. Lo sceneggiatore sembrava voler consumare, un passo alla volta, le energie di Tony Stark, nelle sue storie, anche tramite il tradimento della splendida Indries Moomji.

 

Cantwell – Io voglio spingere Tony. Spingerlo ancora e ancora, cosicché, quando la diga cederà, lo farà in maniera spettacolare. Già nel numero #6, si tiene insieme appena, in senso letterale. Ma deve ancora passare attraverso un altro viaggio, nei prossimi cinque numeri. Un percorso che gli mostrerà quel che potrebbe avere, quel che potrebbe essere, come il mondo potrebbe diventare un posto migliore. Ma c’è anche una verità molto scomoda da accettare, cosa che lo indirizzerà ancor più verso la collisione con Korvac. Sta per arrivare. E quando sarà…

Iron Man #6, copertina di Alex Ross

Korvac vede gli esseri senzienti come dei poveri mortali che annaspano nell’oscurità. E lui è il nostro salvatore. Non ci sono limiti a quel che pensa di poter fare, a quel che un tiranno come lui crede sia alla propria portata. L’ingrediente segreto è che è convinto di agire per il bene altrui. Korvac, il Dottor Destino, gente come loro… sono sempre convinti che tutti debbano portargli gratitudine. Tony può diventare molto simile a loro, quando passa attraverso le difficoltà più strazianti. Qualcuno potrebbe anche pensare che io voglia portarlo proprio lì. Alla fine.

Le mie storie non sono mai realmente biografiche, ma mi capita spesso di trarre spunto dalle mie esperienze e da come penso che reagirei in certe situazioni. Spesso, reagisco in maniera incazzata, sarcastica. A volte onesta. Dentro di me c’è sempre un monologo continuo che mette in discussione quel che faccio e penso che Tony sia un tipo come me. Il personaggio di Patsy, nella storia, probabilmente rappresenta il lato più innocente della mia mente, sopravvissuto a un trauma d’inferno. Quando cerco di aiutare una persona e vengo rimproverato per questo mi offendo molto. E questa situazione si presenterà anche a Tony.

 

War Machine arriverà nella storia con il sesto numero e Cantwell ha una visione molto precisa del personaggio di Rhodey. Secondo lui, è l’Iron Man che Tony Stark vorrebbe essere, un uomo d’onore e dalla statura morale integra, dalla forza di volontà intatta. Una visione del personaggio che potrebbe spiacere a molti lettori, ammette lo sceneggiatore.

 

Cantwell – Una cosa che spesso si sente dire ultimamente in rete è che non tutti i super eroi andrebbero decostruiti. Sono d’accordo. Lo abbiamo fatto praticamente con tutti. Così come gli anti eroi hanno invaso le serie televisive in questi anni Dieci e stanno sparendo, credo che succederà lo stesso con la decostruzione degli eroi. Non che non ci siano storie meravigliose di questo genere. King in Visione, Mister Miracle e Batman è incredibile. Quel che Donny Cates sta facendo su Thor e Venom è pazzesco. Ci sono storie in progetto per alcuni personaggi Marvel che potrebbero essere ricordate come le migliori decostruzioni di sempre.

Ma… con il rischio di farmi accusare di essere un bastardo malato… c’è un punto che mi pare evidente. Il 2020 è un anno di compromessi, di grigiume morale per moltissime persone. Il che significa che molti di noi, quando sentono parlare di super eroi, pensano che l’espressione sia paradossale. Anche se non esistono nel mondo reale, i personaggi della Marvel e della DC sono degli ideali. E scrivere degli ideali come personaggi può essere a volte noioso, ma è possibile. Al cento percento. Ed io sono convinto che prendere questi personaggi così famosi e scriverli come puramente virtuosi possa essere assolutamente entusiasmante. Ecco perché parte del vetriolo che mi è stato gettato addosso dalla rete ultimamente mi ha stimolato creativamente.

Nelle prossime storie mi chiederò se ci sia un modo in cui Tony possa accedere alla parte virtuosa di se stesso, per essere un eroe davvero puto per un po’. Se avrò la fortuna di poter scrivere le storie di Iron Man al di là di questo arco narrativo su Korvac, penso che cercherò di scrivere una storia del genere, in cui Tony si alza dal letto, si mette l’armatura, esce di casa e salva il mondo affrontando gravi rischi. Non che non lo abbia già fatto nelle mie storie. Semplicemente mi pare che abbia raggiunto un livello di complessità tale, come personaggio, da contenere un’importante percentuale di oscurità, nella propria mente.

Nella cultura buddista esiste la figura del Bodhisattva, qualcuno che ha raggiunto l’illuminazione completa ma, invece di goderne in un mondo superiore, rimane nel nostro per il bene degli altri e per aiutarli a fare lo stesso percorso. Credo che il mondo moderno ne abbia conosciuto qualcuno e credo che ci siano diverse storie del genere che possono essere raccontate grazie ai super eroi, perché quando sono al loro meglio, sono proprio come dei Bodhisattva.

 

 

 

Fonte: AITP