Anche Gerry Duggan, come moltissimi autori ed artisti della Marvel in questi giorni, consegna il proprio omaggio a Jack Kirby, di cui abbiamo da poco festeggiato il centesimo compleanno. Ecco come lo sceneggiatore dei Guardiani della Galassia ha conosciuto il Re dei Comics e qual è stata l’importanza per lui di questo incontro artistico.

 

Hulk 6Il mio primo Kirby è quello del ciclo dei Fantastici Quattro. Scoprire i fumetti nell’era precedente a internet era un’esperienza del tutto diversa da quella di oggi. Da bambino, non avevo alcuna idea del fatto che l’Universo Marvel fosse quasi interamente scaturito dalla sua matita. Fu una sorpresa scoprire che l’artista che avevo conosciuto su Fantastic Four era lo stesso di cicli di Uncanny X-Men e Avengers. Solo più avanti, leggendo cicli storici del passato, capii che tutto quell’universo narrativo era figlio di Jack, Stan e pochi altri. Un lavoro impressionante.

Devo essere sincero, amo tutte le epoche di Kirby, ma la mia preferita è l’ultima, in cui fiorivano quelle incredibili, folli doppie splash-page. Ho sempre amato anche le storie di prima della nascita degli Avengers, con quei meravigliosi mostri che originavano direttamente dalla sua immaginazione. Groot nacque proprio in quel periodo e tra i miei preferiti ci sono Fin Fang Foom e Gorgilla. Troppo divertenti.

Di quando in quando, torno a leggere i suoi fumetti, ultimamente il suo Hulk. Le mie storie vedevano il mostro ottenere quel che ha sempre voluto e poi rendersi conto con tristezza che non poteva durare. La sua intelligenza e la sua indipendenza da Banner gli sarebbero sfuggite dalle mani.

Hulk #1, variant cover di Alex RossInsieme a Mark Bagley, spero di essere riuscito a rendere Jack orgoglioso nel nostro anno su Hulk. Rimane una delle mie collaborazioni preferite. La copertina del nostro primo numero era di Alex Ross e l’Hulk di Alex è proprio quello di Kirby. Un’immagine davvero potente e sorprendente, di grande ispirazione.

E, anche se certamente Deadpool non è una creatura di Jack, mi piace pensare che avrebbe apprezzato la gran quantità di divertimento e di dramma che abbiamo prodotto durante i miei cicli sul personaggio. Dopotutto, la costante delle storie di Kirby è che ti scatenavano delle forti sensazioni, ed è proprio a quello che abbiamo sempre puntato.

Ho fatto molto riferimento a lui in particolare quando ho avuto sottomano il personaggio di Capitan America. Il suo Cap è come il mio. Se incontri un nazista, lo gonfi di cazzotti e a posto così.

Con la Torcia Umana, mi sono divertito ad analizzare il suo mondo in lungo e in largo e a fargli affrontare la mancanza di Reed e Sue, oltre alla sua relazione sfilacciata con Ben. Le famiglie crescono, cambiano, sono disperse e poi qualcosa scatta e tornano unite. Ho creato momenti in cui Johnny potesse chiedere a Cable se Reed e Sue erano tornati, nel futuro. Sentivo la sua preoccupazione.

 

 

Fonte: Marvel