Al Ewing risponde alle domande di Comic Book Resources su Immortal Hulk, la serie candidata al Premio Eisner che da mesi sta approfondendo in maniera imprevedibile e interessantissima il personaggio del Gigante di Giada, come riconosciuto dal successo di critica e pubblico.

La saga dello sceneggiatore e dell’artista Joe Bennett è giunta a una rivelazione fondamentale, ma è sulla figura di Rick Jones che si concentrano le dichiarazioni più interessanti dello scrittore:

 

Immortal Hulk #17, anteprima 01

Credo di aver sempre visto Rick Jones come un’eterna spalla, il personaggio di supporto definitivo. Persino la sua autobiografia si chiama Sidekick, se non sbaglio. In questi giorni è un po’ il punto di congiunzione del nostro universo condiviso, una sorta di Kevin Bacon della Marvel, a suo modo, ma mi affascina la natura con cui ci fu presentato all’epoca del suo esordio, quando era sostanzialmente un teppistello adolescente. C’era un qualcosa di James Dean in lui, da ragazzo ribelle abbandonato da tutti. Lo vediamo sfidare la morte in un sito di test militari. Se ne va in giro a folleggiare senza alcun adulto che lo controlli, se non la zia Polly, che non vedremo mai più? Erano davvero parenti? Era una cosa normale?

Rick, comunque, non è un giovane fortunato alla Dick Grayson, un bravo ragazzo: è un buono a nulla da quattro soldi. E ha perfettamente senso che l’unico vero amico di Hulk sia un ribelle, un reietto. Credo che il suo personaggio sia parte integrante di Hulk, della sua componente contro-culturale. Quest’ultimo è membro fondatore degli Avengers, certo, ma viene cacciato via perché non si adatta al ruolo. Dopodiché lo troviamo estromesso dalla società, in giro con quel folle di Namor, e poi con Doctor Strange e i suoi matti del Greenwich Village. Grandioso.

Rick è l’idea che ha un adulto bacchettone di un sedicenne maledetto, ma è anche uno dei personaggi più realistici della Marvel degli esordi. Hulk ha certamente mantenuto la sua natura di personaggio di contro-cultura più di Rick, ma del resto è quel che succede quando abbandoni il Golia Verde per andare in giro con Steve Rogers.

Su Emil Blonsky ho letto un sacco di supposizioni su Internet, riguardo il suo imminente ritorno, e non confermo né smentisco nessuna di esse. Dirò solo che Abominio è un grande contraltare di Hulk, e se vi state chiedendo come Joe Bennett possa disegnare un contraltare di questa versione horror del personaggio che abbiamo costruito, be’… continuate a leggerci.

 

Ewing promette un grandioso e imprevedibile cliffhanger per il numero #16 della serie, che vede continuare i contrasti fra il protagonista e la segretissima Shadow Base. Inoltre, non finisce di incensare le matite del suo collega, maestro delle espressioni facciali e del linguaggio del corpo, il migliore in circolazione, secondo lui, fra gli artisti di stampo realistico.

 

Allo stato attuale dei fatti, ma non sono un veggente, ho in mente una struttura della storia in quattro atti, con una parte centrale e un finale molto ben definiti. Il primo atto è concluso, ma siamo ben al di qua della mezzeria. Ci sono molti temi che mi piacerebbe toccare, ma ho timore di fare spoiler anche solo citandoli. Sappiate che ci sono idee in arrivo che sono, scusate la battuta, incredibili.

 

Immortal Hulk #17, anteprima 02

 

 

Fonte: Comic Book Resources