Nuovo appuntamento con la rubrica settimanale che sottopone a Jordan D. White, supervisore delle testate mutanti e di tutto ciò che riguarda gli X-Men e dintorni, le domande dei lettori. Quali interessanti dichiarazioni avrà rilasciato questa volta il sempre disponibile editor Marvel? Cerchiamo di condensarvele qui di seguito.

 

 

Si parte dal livello di profondità con cui le storie della serie Way of X hanno intenzione di approfondire la cultura della nazione mutante.

 

Way of X #2, variant cover di Christian Ward

WhiteWay of X ci mostrerà in maniera potente la cultura di Krakoa. Non sarà soltanto limitata alla religione, perché c’è molto da dire riguardo questo aspetto. Credo che quella testata sia il posto giusto in cui cercare, se siete interessati all’argomento. Per lo più, non posso dire che abbiamo una testata che si concentra sulla cultura mutante. Per lo più, la spina dorsale di ogni storia è fatta di questioni da super eroi. Detto questo, la cultura del genere mutante e di Krakoa è qualcosa a cui pensiamo spessissimo e di cui discutiamo molto. Way of X porterà la parte maggiore del peso della questione, anche se certamente la definizione sarà condivisa da tutte le storie, in generale.

La questione della nazionalità mutante o meno di Wiccan e Speed è dibattuta violentemente tra gli editor della Marvel. Alcuni sono favorevoli, altri no. Io penso che dovrebbero essere accolti a Krakoa, personalmente, ma non tutti sono d’accordo con me. Allo stato attuale, la situazione non è ancora definita e credo che una risposta finale sia destinata ad arrivare, prima o poi, ma per ora io sono convinto della mia posizione. Tuttavia, ancora non ci siamo.

Certo che abbiamo preso in considerazione l’idea di pubblicare le sceneggiature di alcune delle storie attuali sugli X-Men. Se non sbaglio, lo abbiamo anche fatto un paio di volte. Non spesso, ma qualche volta le abbiamo incluse dei director’s cut digitali. Se comprate il numero nella prima settimana di uscita, avete a disposizione una versione bonus, che mostra le varie versioni dei colori, degli inchiostri e anche la sceneggiatura.

Non lo facciamo spesso, tuttavia, per una serie di ragioni. Una è che gli sceneggiatori non sono sempre a loro agio, perché di fatto non realizzano quei testi per il pubblico. E poi dobbiamo sempre rivedere le sceneggiature da capo e analizzarle per verificare che non contengano un sacco di notizie segrete, perché spessissimo, e intendo davvero spessissimo, ci sono le spiegazioni anticipate di certe scelte.

Credo che X-Men di Gerry Duggan e Pepe Larraz si distinguerà dalle altre testate mutanti. Perché sinora non abbiamo ancora visto una serie che parli in effetti dei super eroi di Krakoa. Ogni gruppo visto sin qui ha una funzione molto specifica. Un gruppo è la CIA dell’isola, un altro esplora il mondo della magia. Un gruppo naviga per i mari per dare aiuto. Sono tutti super eroi che fanno cose da super eroi, ma non hanno la funzione di affrontare pericoli che minacciano il mondo intero.

Su X-Men vedremo Krakoa dire che i mutanti non sono presenti solo per la loro nazione, ma per il globo. Non pensano solo al loro interesse, ma a quello di tutti, perché gli X-Men sono ancora dei super eroi, alla fine dei conti. L’idea è che questo team non abbia come ragione di esistere la difesa del genere mutante, ma della Terra. Potrei dirti che sono gli Avengers di Krakoa, solo che ovviamente sono molto più fighi degli Avengers. E andiamo!

 

X-Men #1, copertina di Pepe Larraz

 

White ha promesso che presto vedremo una base del gruppo nella città di New York e che sarà qualcosa di sorprendente, anche, se non soprattutto, grazie al lavoro di Pepe Larraz, per cui non sono più sufficienti gli applausi, a sua detta.

 

White – Quando abbiamo messo Pepe su questa serie, essa ha fatto un balzo in avanti di molti livelli di qualità, perché lui è davvero grandioso. Quel che disegna nelle storie è sinceramente fuori di testa. Marte Gracia ha colorato tutte le tavole ed è spettacolare. Ora Pepe disegna e Marte sta colorando X-Men #1. Splendido, lo ripeto. Credo che la serie segnerà un nuovo standard rispetto a come una storia di super eroi debba apparire e parte del merito va a Gerry Duggan e alle cose che ha immaginato, ma Pepe ha fatto un lavoro incedibile. Se vedete il suo nome in qualunque anteprima, ordinate quello che disegna a scatola chiusa. Credo sia il migliore.

 

Sul finale, Jordan D. White ha confermato che questo team di X-Men, come composto oggi, resterà in carica un anno. Un anno di tempo reale, non all’interno dell’Universo Marvel. Un concetto, quello del tempo diegetico della Casa delle Idee, che White ci tiene a non nominare praticamente mai. Ed ecco la sua spiegazione di come mai sia ozioso e sbagliato cercare di dare una spiegazione razionale al passare del tempo all’interno delle storie.

 

White – Al Ewing, bontà sua, ha dato una spiegazione delle ragioni per cui le timeline scorrono nel tempo su Ultimates. Andate a leggervela, perché è coerente con il funzionamento dell’universo condiviso e io l’adoro. Ma la fredda verità del mondo reale è che le storie non sono state scritte da una sola persona per sessant’anni. Ecco tutto. E, anche se così fosse, il passare del tempo dentro di esse non avrebbe comunque senso.

George R. R. Martin è l’unico autore delle trame di Il Trono di Spade e persino nei suoi romanzi ci sono errori in questo campo. Nessuna storia è perfetta, figuriamoci una che è stata raccontata da centinaia e centinaia di persone nel giro di decenni. Quando arriverà la quinta elezione degli X-Men, Ciclope non avrà ancora compiuto trent’anni. Ci scherzo sopra anche io perché so che non c’è una spiegazione sensata. Mi ricordo che, in un’occasione, quando ancora ero su Twitter, ho fatto una battuta su quanto facesse strano pensare che la Saga di Fenice Nera fosse accaduta solo una settimana prima.

Alcuni hanno preso la cosa sul serio e si sono infastiditi molto. La maggior parte della gente, però, ha riso dello scherzo. Bisogna accettare che la cosa sia una nozione vaga nella nostra mente. Ogni evento narrato è successo, semplicemente non in una cronologia sensata. E so che c’è gente che fa notare che a volte i personaggi citano specifici periodi di tempo. Ma è anche vero che a un certo punto hanno detto che Reagan era presidente. Probabilmente hanno detto la stessa cosa ai tempi di Kennedy. Quindi ci sono solo due possibilità: o si mantiene il passare del tempo rigidamente o si accetta che sia tutto costantemente indistinguibile.

 

 

Fonte: AITP