Gli Eterni incombono: una verità che nell’Universo Marvel è in atto da secoli, ma che da noi si concretizza proprio in queste settimane. La pellicola a loro dedicata sta per arrivare sul grande schermo, e come spesso accade in questi casi, al lancio cinematografico corrisponde il rilancio fumettistico. A infondere nuova linfa a un pantheon di figure che molto spesso è rimasto ai margini dell’Universo Marvel fumettistico è un team creativo di prim’ordine, composto dal vulcanico scrittore inglese Kieron Gillen e dall’illustratore Esad Ribic, che infonde alla saga degli immortali di casa Marvel il sapore epico e maestoso che solo le sue tavole sanno evocare.

Sul sito ufficiale della Marvel, Gillen racconta l’approccio che ha seguito per infondere nuova vita a queste figure, il “tassello mancante” che serviva per farne dei personaggi Marvel a tutti gli effetti e le avventure e i temi che li coinvolgeranno nell’immediato futuro:

 

Eternals #1, copertina di Esad Ribić

Gillen – Ero interessato a tornare a lavorare con la Marvel, e gli Eterni erano una tela abbastanza sgombra da permettermi di fare un tentativo. C’erano delle idee succulente da sviluppare, ma senza un pregresso eccessivo. In alcune serie non puoi avere troppa libertà perché il livello di aspettativa è molto alto. Con gli Eterni c’è più libertà. Nessuno è mai riuscito portare una serie degli Eterni oltre il numero #17. Per me è sempre una questione di interesse: i lettori devono appassionarsi a quello che leggono. Nel caso degli Eterni, questo accade in abbondanza. Penso che chiunque legga il fumetto possa notarlo. C’è qualcosa di nuovo in ogni numero, e questo lo rende entusiasmante.

La maggior parte del mio lavoro su commissione, tutte le mie produzioni per la Marvel, iniziano sempre con qualcuno che viene da me e mi chiede: “Cosa ne pensi di questo?” In partenza, come scrittore, non penso niente a proposito di personaggi che non possiedo. Il mio cervello ha una capienza limitata, quindi penso solo a quello su cui sono in grado di lavorare. Per il resto, sono come un cane facilmente entusiasmabile; se mi metti un giocattolo davanti, dico: “Okay, riflettiamoci”. Ho una certa specializzazione nel lavorare su dei e semidei e nella costruzione di una mitologia sviluppata l’ultima volta che ho lavorato per la Marvel. Sono elementi che ricorrono spesso anche nelle mie serie creator-owned. Sono una persona abbastanza logica, quindi ho capito rapidamente come potevo approcciare questo lavoro e perché me lo chiedevano. Per contro, va detto che gli Eterni non sono divinità paragonabili a quelle di Thor. Sono strane creature fantascientifiche. C’è indubbiamente un pizzico di fantascienza anche in Thor, ma negli Eterni è una componente molto più rilevante.

Eternals #2, copertina di Esad Ribic

Un’altra cosa che non avevo mai fatto prima alla Marvel prima era una “revisione” completa: prendere l’auto rimasta parcheggiata nel garage, metterci dentro dei pezzi completamente nuovi, capire cosa funzioni e cosa no e prepararla per la strada. Non l’avevo mai fatto prima alla Marvel. Quando arrivo su una serie, ho generalmente una visione aggressiva di ciò di cui parla. Ripartire direttamente dai principi di base era qualcosa che non avevo mai fatto davvero, e questo è intrigante.

Anche il fatto che stesse per uscire il film rendeva il progetto interessante. Preferisco sempre fare qualcosa di nuovo, qualcosa che non ho mai fatto. Non avevo mai lavorato al volume che viene pubblicato per gli spettatori a cui è piaciuto il film. Non avevo mai svolto questo ruolo di apripista, proporre al potenziale lettore non solo la possibilità di leggere quel fumetto, ma di approcciarsi a tutti i fumetti. Avevo acconsentito a lavorare sugli Eterni anche prima che sapessi che il disegnatore sarebbe stato Esad Ribic. Ma se devo essere sincero, avrei detto di sì solo per Esad. Sono un grande fan delle sue opere. Ma ho detto di sì prima, quindi non sono stato egoista fino a quel punto.

Eternals: Thanos Rises, copertina di Esad Ribic

Fin dall’inizio mi sono detto che il tema portante di questa serie doveva essere: “Cosa sono gli Eterni?”, perché in realtà non hanno una nicchia tutta loro. La nicchia degli dei è già occupata, e l’idea di essere scambiati per divinità è meno interessante in un mondo in cui in c’è effettivamente Thor. Quindi ho deciso che gli Eterni sono angeli. I Celestiali sono le divinità, i Devianti sono chiaramente dei demoni e gli Eterni sono queste figure immutabili venute per proteggerci dai demoni. L’idea di definirli come angeli custodi mi ha permesso di assegnare loro una nicchia apposita. Questo è il primo dei temi portanti, e in un certo è visibile fin dal primo numero.

Inoltre, gli Eterni mi interessano come società. Non sono gli X-Men. Gli X-Men parlano di una nazione, ma in realtà tutto ruota attorno a gruppi di amici e familiari. Gli Avengers sono essenzialmente un ufficio, una procedura: sono un gruppo di persone che si riunisce per fare un lavoro. Spider-Man è solo un ragazzo. Gli Eterni sono una società. Ce ne sono 100. Questo elemento doveva passare in primo piano. Sono una struttura. Questo è il loro fascino.

Eternals: Celestia #1, copertina di Esad Ribic

Quello che secondo me mancava davvero agli Eterni è una tragedia. Gli mancava uno zio Ben. Non c’è niente di brutto quando sei un Eterno. Ma è quella tristezza a far brillare i personaggi Marvel. Spider-Man è il personaggio Marvel più celebre perché ha ottenuto i suoi poteri e ha imparato che da grandi poteri derivano grandi responsabilità perché ha fatto uccidere suo zio. Se passiamo in rassegna tutti i personaggi Marvel, c’è sempre qualcosa del genere. Ogni eroe ha sempre i piedi d’argilla. Gli Eterni non avevano piedi d’argilla. E così glieli ho dati io. Ogni volta che un Eterno muore, torna in vita, ma nel farlo reclama la vita di un umano a caso. È un peso terribile e mi piace come idea. Ad alcuni Eterni non importa assolutamente niente, quelli sono ovviamente i cattivi. Ma immaginate Spider-Man con un effetto del genere.

Da un punto di vista metanarrativo, i lettori odierni sono poco interessati alla morte quando si tratta di supereroi. Quello che Hickman ha fatto con gli X-Men è stato essenzialmente togliere la morte dal tavolo. La mia idea con gli Eterni capovolge un po’ le cose. Sono personaggi che hanno paura di morire perché sono eroi. Non vogliono quel peso sulla loro coscienza. Prendiamo ad esempio Ikaris: lui sa perché Toby è morto, ma quanti altri umani sono morti per lui? Ora anche gli Eterni hanno il senso di colpa, la vergogna e il rimpianto che caratterizza l’Universo Marvel. Era quello che mi prefiggevo di fare e ci siamo arrivati. Ikaris ha una battuta in cui dice: “Come posso combattere come se non mi importasse se vivo o muoio?”, mentre nei secoli passati non gli importava affatto di essere preso a pugni in faccia.

Eternals #7, variant cover di Peach Momoko

Alla fine del primo arco narrativo, sappiamo chi sono gli Eterni. Ora vedremo in che modo questi esseri immutabili stanno cercando di cambiare. Hanno lasciato la loro società e si sono uniti ai Devianti, i loro antichi nemici. Kirby aveva immediatamente smantellato l’assioma “Gli eterni sono buoni, i devianti sono cattivi, devono combattere”. I Devianti sono figure alquanto nobili sotto certi aspetti. Incontriamo personaggi come Karkas e il Reietto, il Deviante che sembra un Eterno. In ogni caso, i nostri Eterni sono partiti per unirsi ai Devianti, ed è qui che li ritroviamo.

Il secondo arco narrativo riguarda i Devianti e il modo in cui gli Eterni si relazionano a loro. Kro è uno dei Devianti più importanti e ha avuto una relazione con Thena per migliaia di anni. A cosa diavolo servono i Devianti? Perché i Celestiali li hanno creati? Negli albi di Kirby, molti Devianti pensavano di essere come dei popcorn, “I Celestiali adorano il nostro sapore”. Cosa alquanto deprimente. A chi piacerebbe pensare una cosa del genere su se stesso? Il secondo arco narrativo tratta del rapporto dei Devianti come il mondo. Esplora perché sono un popolo oppresso.

E infine abbiamo Thanos, anche lui è in circolazione ed esploreremo il suo legame con gli Eterni. Eternals: Thanos Rises è uno speciale straordinario che parla della sua nascita. È molto deprimente!

Eternals #7, copertina di Esad Ribic

Volevo che gli Eterni fosse una storia epica. Ma con Esad ai disegni, non lo sarà mai abbastanza. Volevo creare un’opera su vasta scala. Quando leggi Il Signore degli Anelli, non hai bisogno di leggere le appendici, ma sai che ci sono e sai di essere in buone mani. Questa è la funzione dei one-shot. Ti mostrano i retroscena. Potrei scrivere questi speciali all’infinito. Ogni piccolo dettaglio nella cronologia racchiude una storia. Le storie dei one-shot sono le storie che è assolutamente essenziale sapere ora. Ognuno offre una storia a sé stante, ma rivela qualcosa di veramente importante per la trama.

Ho molti altri Eterni che per ora sono solo un nome sulla lista ma a cui voglio fare riferimento. Non voglio introdurli troppo in fretta, ma ce n’è uno che entra in scena nel numero #8 e che ci offre un’interpretazione delle cose inedita e molto affascinante. E anche molto divertente. Ho finito di scrivere il numero #12 e ora sto pensando a cosa includere nell’arco narrativo successivo. Abbiamo una grande ricchezza a cui attingere e da offrire ai lettori Marvel.

 

 

Fonte: Marvel

 

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