– Io sono Star-Lord.

– Chi?!

 

La battuta/tormentone che abbiamo imparato a conoscere nelle pellicole dedicate ai Guardiani della Galassia, fino a poco tempo fa poteva facilmente applicarsi alla stragrande maggioranza dei lettori di fumetti. Prima che il film di James Gunn portasse alla ribalta quello che era un gruppo di personaggi di serie C dell’Universo Marvel, il loro sedicente leader poteva contare solo su una manciata di frammentarie apparizioni.

Alcune delle figure coinvolte nella storia del personaggio riflettono sulla sua ascesa al rango di protagonista, primo fra tutti il suo co-creatore, Steve Englehart, che ricorda le origini del personaggio su Marvel Preview Presents #4 del 1976, illustrato da Steve Gan:

 

Star-Lord

Englehart – La mia idea originale era quella di creare una completa testa di ç@%%° per poi farlo evolvere attraverso il tempo (e lo spazio) in uno… Star-Lord. Doveva attraversare tutto il sistema solare e vivere una storia astrologica/mitologica su ogni pianeta: una favola su Mercurio, una storia d’amore su Venere, una storia di guerra su Marte, e così via.

Il punto è che la storia era stata concepita come una serie, ma riuscii a fare solo il primo numero, poi lasciai la Marvel. E così, nei decenni che seguirono, mi rammaricai per non avere mai portato a termine quella grande idea. Ma paradossalmente, la mancata evoluzione del personaggio fu la sua fortuna. Se Star-Lord fosse diventato una persona migliore, non sarebbe stato adatto a entrare a far parte dei Guardiani della Galassia, né nel fumetto, né nel film. Quindi congratulazioni a chi decise poi di includerlo nel fumetto.

È nella natura dei fumetti stessi riciclare quei personaggi che erano stati scartati, ed erano pochi i personaggi più scartati di Peter Quill. Se avessi dovuto scegliere una delle mie creazioni da riciclare, lui sarebbe stato in fondo alla lista. E se qualcuno mi avesse detto che ne avrebbe fatto la stella di un grande film, gli avrei riso in faccia. Eppure eccolo qui, e tutto questo perché non si è mai evoluto in modo convincente.

 

Star-Lord

 

È poi la volta di Sam Humphries, sceneggiatore della serie Legendary Star-Lord del 2014:

 

Star-Lord

Humphries – L’assenza quasi totale del personaggio per circa un quarto di secolo, dalle sue prime storie all’inclusione nei Guardiani della Galassia, è stata una spada a doppio taglio per me, come autore. Mi sentivo meno limitato, ma non avevo nemmeno una storia passata rilevante a cui appoggiarmi.

Nel nostro ciclo di storie decidemmo che l’essenza del personaggio stava nel suo duplice retaggio. È figlio sia della Terra che dello spazio, di una madre onorevole e di un re spregevole. Tuttavia, Peter non è John Carter, il tipico eroe dello spazio che lotta e sogna di tornare a casa. La vita di Peter sulla Terra faceva schifo, mentre nello spazio vive una vita grandiosa. Lo spazio è la vera casa di Peter, il cosmo viene al primo posto per lui.

 

Chiude la dissertazione l’attore che l’ha interpretato al cinema, Chris Pratt:

 

Star-Lord

Pratt – Be’, Peter è un uomo che sogna di fuggire, essenzialmente. Ma in modo analogo a un sacco di persone sulla Terra. Come dire, si aggrappa a una speranza di cambiamento, come quando compri un biglietto della lotteria. Insomma, crede che se solo riuscisse a portare a termine un colpo grosso, tutto andrebbe bene e tutto si sistemerebbe. E credo che nel corso del film impari che alla fine non è quello che ti darà una vera soddisfazione, una vera stima, una vera felicità. Tutto questo si ottiene facendo qualcosa che è più grande di te e votandoti a qualcosa che è più grande di sé. Ma all’inizio lo troviamo in una fase spensierata e di sogni di ricchezza, un uomo che vive in fuga in senso letterale, e anche dalle sue responsabilità.

 

Star-Lord

 

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Fonte: Newsarama