Erano gli anni Ottanta quando Louise Simonson e Walt Simonson hanno firmato un ciclo di storie di X-Factor rimasto nella memoria dei lettori. I cinque membri originari degli X-Men davano vita a un gruppo che aveva scopi e dinamiche diverse dal principale team di super eroi mutanti. Una storia che avrebbe poi preparato il terreno al ritorno di Ciclope, Bestia, Uomo Ghiaccio, Angelo, poi Arcangelo, e Marvel Girl nella formazione che avevano contribuito a fondare.

 

 

X-Men Legends #3, uscito il 28 aprile scorso, ha visto i coniugi Simonson tornare a quei tempi con gli stessi personaggi, raccontare una nuova avventura di X-Factor che prende le mosse dall’albo #43 della loro serie. Con la partecipazione di Apocalisse, nato proprio sulle pagine di allora e creato dalla mente di Louise. Ecco cos’hanno dichiarato in merito.

 

Louise Simonson – L’editor Mark Basso mi ha chiesto di scrivere un paio di storie di X-Factor per X-Men Legends ed io ho accettato. Ho dovuto trovarne una che si inserisse nella vecchia continuity, perché questo era l’obiettivo dell’operazione.

Walt Simonson – A me piace moltissimo lavorare con Louise, quindi mi sono inserito e ho detto che avrei voluto disegnarla. Il che, probabilmente, è stato fonte di pentimento per Mark quando si è parlato di scadenze.

 

La storia racconterà tra le altre cose le origini di Nave, la base senziente un tempo controllata da Apocalisse e allora sede di X-Factor.

 

X-Men Legends #3, copertina di Walter Simonson

Louise Simonson – Era una storia che aveva a che fare con il passato di Apocalisse, che prima o poi avremmo raccontato. Ho sempre saputo quale fosse la natura di Nave. Probabilmente, lo avremmo rivelato durante la storyline Guerra del giudizio, ma in questo caso avremo Apocalisse come parte della questione, molto più coinvolto dalla situazione. Nella continuity regolare, ancora non si sapeva, però, e quando ho dovuto abbandonale la serie non avevo ancora fatto quella rivelazione. Che rimase nel cassetto.

Walt Simonson – Nella storia c’è Calibano. Quando lo disegnavo io era molto smilzo, ma apparentemente oggi segue una dieta di proteine e un regime di allenamento notevole, perché è diventato muscoloso. L’ho reso un po’ più grosso che in passato, ma probabilmente non quanto è diventato nelle storie dopo il mio abbandono. Mi sono divertito moltissimo a tornare a disegnare questi personaggi, Apocalisse e i ragazzi di X-Factor. E anche Nave. Nave è grandioso perché è sostanzialmente un mutaforma e ti consente di fare un po’ quello che vuoi.

Louise Simonson – Ci sono un paio di momenti in cui vediamo Jean avere dei flash di quando era Fenice. Non credo che le succeda anche con i ricordi di Madelyne Pryor. Sa di avere la sua coscienza bloccata nella propria mente, che le grida addosso. Lo sa. Nella storia che raccontiamo, la vediamo tornare pian piano in controllo della propria telepatia. Ma solo in parte.

Sicuramente ha un legame con Nathan Summers, se non altro empatico, perché il bambino di fatto non parla ancora. Ma anche con Angelo. Vediamo Jean sempre più consapevole di come si sentano le persone attorno a lei e del fatto che la vita di tutti quanti è cambiata. Non ancora interamente telepatica, ma sempre più sensibile ai pensieri.

 

Nella storia ci sarà Cameron Hodge, uno dei primissimi nemici di X-Factor, che ricompare poco dopo essere stato decapitato da Arcangelo. Hodge sopravvive grazie a un patto con un demone.

 

Louise Simonson – Mi è sempre piaciuto il personaggio, perché è davvero cattivo. Adoro il fatto che sia un umano desideroso di distruggere i mutanti, che però vuole il loro potere. Un tizio davvero complicato e incasinato. Il suo odio per Warren, anzi il suo amore-odio per Warren credo lo renda un personaggio davvero contorto. Per lui è quasi impossibile essere felice.

Ai vecchi tempi, secondo me, adorava Warren, il quale dev’essere stato tutto ciò che Hodge voleva diventare. Ricco, bello, atletico. Poi si scopre che è un mutante, che ha poteri che vanno oltre tutto ciò che Hodge può sperare di ottenere. E quest’ultimo l’ha vissuta come un tradimento.

Un’altra ragione per cui volevo Hodge nella storia è che vi avevamo mostrato Arcangelo che lo uccideva ma sapevamo che era immortale. Quando abbiamo rivisto Cameron su X-Factor era a Genosha ad occuparsi dei suoi affari. Volevamo mostrarci il passaggio tra la morte e il ritorno, il modo in cui è finito all’inferno per poi tornare, il modo in cui quell’uomo ha reso se stesso un mostro.

Walt Simonson – La cosa che ho preferito di questo lavoro è tornare a lavorare con Louise. I suoi X-Factor mi sono sempre piaciuti ed erano divertenti da disegnare Ecco perché mi sono offerto per il lavoro, perché ho pensato che sarebbe stato bello collaborare di nuovo su questi personaggi. E avevo ragione. E poi Apocalisse è una gioia da disegnare.

Louise Simonson – Credo che la cosa che ho preferito sia l’occasione di spiegare un sacco di cose che sono successe e che non abbiamo avuto modo di illustrare. Amo lavorare su Apocalisse e amo i personaggi di X-Factor. Credo che l’aspetto che preferisco di queste storie, però, sia il disegno. Si tende a dimenticare quanto sia spettacolare avere accanto alcuni artisti, ma poi, quando le loro tavole ti si presentano davanti, riconosci all’istante il loro valore. Il primo numero che abbiamo realizzato è davvero grandioso e credo che il secondo sia anche migliore.

 

 

Fonte: Marvel