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Il lato oscuro della Forza è la via per acquistare molte capacità da alcuni ritenute ingiustamente non naturali.” Questa iconica frase, pronunciata per la prima volta dal Cancelliere Palpatine in Star Wars: La Vendetta dei Sith, è diventata con il passare degli anni quasi un tormentone, fino a essere recuperata nella sua interezza da J.J. Abrams nel capitolo finale, L’Ascesa di Skywalker, per giustificare – seppur frettolosamente – il ritorno in vita del fu Imperatore.

È innegabile che inizino a essere diversi i fruitori del lato oscuro che abbiano trovato una via per ingannare la morte: ha iniziato lo stesso Palpatine, tornato in vita la prima volta nella serie a fumetti Dark Empire e bissando l’operazione – ma con meno stile – in Episodio IX. Lo ha seguito Darth Maul, dato per morto ne La minaccia fantasma, ma tornato sulla scena nelle serie animate Clone Wars e Rebels, dove si è conquistato quegli spazi e quella profondità che il cinema gli aveva negato. E questo solo per restare nell’epoca classica di Star Wars: andando a pescare nel passato, sarebbero innumerevoli i Sith e i fruitori del lato oscuro, Legends e canonici, sopravvissuti alla morte fisica, da Momin a Exar Kun.

A questa lista si aggiunge ora anche un altro celebre personaggio dell’epoca Imperiale: il capo dell’Inquisitorium, che ha esordito nella serie animata Star Wars Rebels, dove fungeva da antagonista principale dei protagonisti della prima stagione con il titolo di Inquisitore, ribattezzato poi Grande Inquisitore quando altri membri dell’ordine hanno iniziato a fare capolino.

Il Grande Inquisitore, doppiato in originale nientemeno che da Jason “Lucius Malfoy” Isaacs, andava apparentemente incontro alla sua fine cadendo in un abisso infuocato dopo essere stato sconfitto in duello dai ribelli Kanan ed Ezra, prendendo commiato con le enigmatiche parole: “Esistono cose peggiori della morte”.

 

Star Wars #6, anteprima 01

 

Anni dopo, arrivano Charles Soule e Jesus Saiz a dare una spiegazione e uno sviluppo a quell’uscita di scena nel numero #6 del fumetto di Star Wars della Marvel. Siamo, com’è noto, negli anni tra L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi, e Luke Skywalker è alla ricerca di una nuova spada laser così come di conferme sulla sconvolgente verità appresa a Cloud City. Gli indizi lo conducono tra le rovine di un vecchio tempio Jedi abbandonato, in realtà una trappola allestita dall’Impero per sterminare chiunque osi ancora interessarsi al vecchio ordine di cavalieri, e qui viene assalito dal Grande Inquisitore in persona, parte integrante della trappola.

Nel suo caso, parlare di ritorno dalla morte è probabilmente ottimistico: il Grande Inquisitore è una sorta di spettro fiammeggiante in grado di rendersi corporeo quanto basta per duellare, ma apparentemente vincolato alle rovine del tempio. Sconfitto in duello da Luke, si riforma all’arrivo di Darth Vader per riferire del fallimento e per chiedere la liberazione: una grazia che ovviamente non ottiene, restando a meditare amaramente sulle parole della sua prima uscita di scena.

La grama sorte dell’Inquisitore assume un sapore ancor più tristemente ironico se si considera che la sua essenza viene usata in modo molto simile alla trappola che egli stesso ordiva in epoca pre-Ribellione, sfruttando un’esca analoga per attirare i Jedi ancora sopravvissuti alla sua fine.

Pena del contrappasso più appropriata che mai, e un ottimo occhio per la continuity globale da parte di Charles Soule!

 

Star Wars #6, anteprima 02

 

 

Fonte: CBR