Quando si parla di scrittori che hanno lasciato il segno su certi personaggi, Peter David è quasi invariabilmente legato a Hulk. E non solo per le sue vicende nel presente dell’Universo Marvel, ma anche per quelle tratteggiate nel distopico Futuro imperfetto che lo vede trasformarsi gradualmente in quella che sarà la sua stessa nemesi, il Maestro.

La storia miniserie Future Imperfect, che David realizzò a suo tempo con George Perez, ci catapultava nella storia in media res, e la natura dell’Hulk malvagio era essenzialmente già definita. Ora, molti anni dopo, David torna sulla sua creazione con una nuova miniserie, Maestro, che racconta la genesi del perfido e geniale Gigante di Giada del futuro, stavolta affiancato dagli artisti German Peralta e dallo storico collaboratore Dale Keown.

In occasione della pubblicazione del numero #1, uscito questi giorni negli Stati Uniti, PAD riflette sul passato, sul presente e sul futuro del suo sodalizio con il Golia Verde:

 

Maestro: Future Imperfect #1, copertina di InHyuk Lee

David – Ho iniziato a scrivere Hulk negli anni ’80, quindi se partiamo da allora, sono passati circa trentacinque anni. Ma non ho certo lavorato su di lui continuamente per tutto il tempo, l’ho fatto a intervalli. Il mio ciclo originale è durato dodici anni, e di tanto in tanto vengo chiamato per rimetterci mano.

All’epoca, Bob Harras non riusciva a trovare nessun altro che volesse lavorare su Incredible Hulk. Dico sul serio. Allora c’era una certa ostilità nei confronti delle mie sceneggiature da parte della redazione, perché lavoravo alle vendite e credevano che un sottoposto del reparto vendite non avesse niente a che spartire con il reparto creativo. Quindi ero sostanzialmente una persona non gradita. Poi Bob propose a ogni scrittore disponibile di lavorare su Hulk, e nessuno di loro ha voluto l’incarico. In seguito è andato da ogni editor, e nessuno ha voluto saperne nulla. Allora capì che poteva contattarmi senza suscitare reazioni negative, perché a nessun altro sarebbe interessato.

Iniziai a fare delle ricerche sulla serie, perché non avevo mai letto la serie e mi imbattei in questa storia di Bill Mantlo che descriveva dettagliatamente gli abusi che Bruce aveva subito da bambino. Questo mi suggerì la chiave di lettura del disturbo di personalità multipla… l’idea che Bruce non fosse mai stato in grado di curarsi da solo perché somatizzava tutto e la sua difficoltà stava nel portare all’esterno ciò che aveva dentro.

Maestro #2, copertina di Dale Keown

Hulk faceva parte della sua personalità; i raggi gamma gli avevano semplicemente dato una forma. Fin dai tempi del numero #1 non avevamo mai visto Bruce Banner come una persona integra, e così pensai che avrei scritto una storia in cui Doc Samson, con l’aiuto del Ringmaster, lo avrebbe sottoposto alla classica terapia riservata a chi soffre di disturbi di personalità multipla: l’ipnosi. Questo ha definito poi l’intero ciclo delle mie storie. 

Anche il Maestro ha i suoi traumi. Scoprire che la vita felice che pensavi di condurre era una simulazione al computer e che il mondo è una terra desolata post-nucleare può certamente essere considerato un trauma, io credo.

Sono tornato alla trama di Futuro imperfetto perché me l’hanno chiesto, tutto qui. Wil Moss mi ha chiesto se fossi interessato a scrivere un prequel sul Maestro per Futuro imperfetto, e io ho accettato volentieri. A grandi linee, la sua storia mi ronzava in testa da decenni, quindi apprezzo l’opportunità di poterle dare vita. Maestro è essenzialmente un prequel molto diretto di Futuro imperfetto. Tecnicamente parlando non è necessario aver letto quella storia per capirlo, ma ho notato che la Marvel ne ha recentemente pubblicato un’edizione speciale, quindi non avete scuse.

Maestro #3, copertina di Dale Keown

Lavorare con George Perez era molto stimolante: io gli dicevo di cosa avessi bisogno e lui sviluppava al massimo quelle indicazioni. Per esempio, nelle due pagine che ci mostrano una panoramica della sala dei trofei di Rick, gli avevo detto: “Include gli oggetti seguenti: lo scudo di Cap, il martello di Thor, lo scheletro di Wolverine e la tavola di Silver Surfer. A parte questo, inserisci quello che vuoi”. George si lasciò trasportare e ci mise dentro di tutto, dalla cappa della levitazione ancora fluttuante al maglione di Riverdale di Archie Andrews. È questo il bello di lavorare con George: tu gli dici quello che vuoi e lui ti dà molto di più.

Lavorare con German Peralta è diverso, perché quando scrissi il ciclo originale, lo feci in quello che viene chiamato lo stile Marvel. Descrivevo la storia e lasciavo la narrazione a George. Oggi invece scrivo la sceneggiatura completa, ripartendola in singole vignette: trovo che sia più facile raccontare la storia in questo modo, e German ha fatto un ottimo lavoro. Ha lo stile ideale, molto dark e post-apocalittico.

Maestro è ambientata alcuni anni prima di Futuro imperfetto. Janis è un po’ più giovane e la mente di Rick è più lucida di quanto non fosse in quella storia. Al di là di questo, è ambientato nella stessa era (e sì, Rick Jones è presente). Anche se la storia prevede alcuni grossi combattimenti, di cui eviterò di entrare nei dettagli, in realtà è uno studio di approfondimento sul personaggio in cui vediamo in che modo Hulk ha sviluppato lentamente la personalità del Maestro. E comunque, sì, abbiamo dei piani a lungo termine per il Maestro oltre a questa miniserie.

 

 

 

Fonte: PreviewsWorld