Dalle saghe cosmiche a quelle mutanti, per non parlare di quelle occasioni in cui le due cose si intrecciano: il nostro Valerio Schiti ha firmato alcune delle iniziative editoriali della Casa delle Idee negli ultimi tempi, passando dagli scenari galattici di Empyre a quelli di S.W.O.R.D., dove le atmosfere spaziali vanno di pari passo con le intricate vicende personali dei mutanti di Krakoa, e ora si appresta a “incendiare” l’isola mutante stessa nel primo capitolo di Inferno.

Schiti racconta se stesso, dalle origini della sua passione alle sue tecniche di lavoro, passando per la collaborazione con sceneggiatori come Al Ewing e Jonathan Hickman:

 

S.W.O.R.D. #6, copertina di Valerio Schiti

Schiti – Ho iniziato a leggere gli X-Men da bambino negli anni 90. Qui in Italia era il periodo precedente a quello dell'”era australiana” della squadra, durante La caduta dei mutanti. Li ho amati subito perché erano molto diversi dagli altri super eroi: erano strani, quasi dei freak, diversi e super-resistenti. Ricordo ancora chiaramente una vignetta di  Uncanny X-Men #225 del grande Marc Silvestri, dove Wolverine viene crivellato dai laser per proteggere i suoi amici. Mi sono detto: “Wow, questi tizi sono completamente fuori di testa, li adoro!”.

Sono molti gli artisti che mi hanno influenzato in realtà, non posso davvero nominarne uno solo. Quando ero più giovane, i miei riferimenti erano Alan Davis, Rick Leonardi e Todd McFarlane. Mi piacciono anche alcuni grandi maestri del passato come Sergio Toppi, Jorge Zaffino, Gianni De Luca o Alex Toth. Più recentemente, la mia più grande influenza è stata sicuramente Stuart Immonen. Le sue tavole sono semplicemente perfette da ogni punto di vista. Penso sia uno dei più grandi artisti dei nostri giorni e, se chiedete in giro, scoprirete che il suo lavoro ha ispirato un’intera generazione di artisti.

S.W.O.R.D., copertina di Valerio Schiti

Al momento lavoro in digitale al 100%. Faccio su carta solo le copertine, perché devo realizzarle più velocemente possibile. Comincio sempre con alcuni bozzetti semplici e approssimativi allo scopo di impostare la pagina, concentrandomi sulla narrazione e sottolineando ciò che è veramente importante comunicare. A volte si tratta solo di una o due vignette su ogni pagina. Partendo da quei bozzetti, cerco i riferimenti di cui ho bisogno, per assicurarmi che ciò che compare sulla pagina risulti credibile: luoghi, oggetti, anatomia e pose. Uso anche alcuni miei modelli 3D e un sacco di strani selfie. Poi stendo le le matite digitali: lotto sempre per semplificarle, ma poi finisco per farle alquanto dettagliate, perché non sono molto sicuro del mio processo di inchiostrazione. Invio le matite alla redazione per l’approvazione e, una volta ottenuto il via libera, inizio a inchiostrare. In tempi recenti riesco finalmente a divertirmi di più con le chine e a sperimentare, provando qualcosa di nuovo, di più dettagliato ed entusiasmante. Questo mi aiuta anche a combattere la paura di sbagliare. Ora devo solo ricordarmi di respirare ogni tanto.

S.W.O.R.D. #1, copertina di Valerio Schiti

Lavorare su una sceneggiatura di Al Ewing è molto diverso da lavorare su una sceneggiatura di Jonathan Hickman. Sono entrambi scrittori molto intelligenti, chiari e flessibili. Capisci sempre cosa stia succedendo e cosa sia importante raccontare in ogni singola pagina. Tuttavia ho lavorato con Al per un periodo più lungo, quindi lui si fida di me. Quando voleva che dessi libero sfogo alla mia immaginazione, lasciava semplicemente alcune pagine in stile Marvel (vale a dire non una sceneggiatura completa, ma solo la trama essenziale di ciò che deve accadere nella pagina). Per esempio, abbiamo realizzato l’intera sequenza spaziale alla fine di S.W.O.R.D. # 1 e alcune scene di combattimento utilizzando una sceneggiatura in stile Marvel. Jonathan e io non siamo ancora così “sincronizzati”. Tuttavia mi concede molta libertà e di questo gli sono molto grato, perché in questo modo posso lavorare al meglio.

X-Men: Trial of Magneto #1, copertina di Valerio Schiti

Quel che è certo è che entrambi hanno molte grandi idee e una profonda conoscenza dell’Universo Marvel. Mi sento galvanizzato e un po’ intimidito allo stesso tempo quando leggo le loro sceneggiature!

Mi è piaciuto molto il lavoro di world building per la serie di S.W.O.R.D., era il posto giusto dove dimostrare la mia passione per il design e l’arte concettuale, sono sicuramente due delle cose che mi piacciono di più nel mio lavoro. Mi sono divertito molto a disegnare nuovi costumi, veicoli, personaggi e a creare l’intera atmosfera della serie. Mi sono sforzato molto di creare qualcosa di bello, di credibile e di originale, e la mia più grande gioia è stata leggere le reazioni dei lettori alle mie tavole, in cui dicevano che avrebbero voluto indossare le mie uniformi di S.W.O.R.D. nella vita di tutti i giorni. Non potevo chiedere un feedback migliore.

S.W.O.R.D. #3, copertina di Valerio Schiti

Riguardo a Khora, tutto quello che sapevo era che fosse letale e avesse il petto in fiamme. Questo è tutto ciò che Al mi ha detto. Volevo che fosse diversa per età, etnia e tipo di fisicità dalle altre donne di S.W.O.R.D. Una piccola, pericolosa, intelligente ragazza mediorientale. È anche un’orgogliosa mutante Arakki, che esibisce il suo potere mutante senza vergognarsene. Ecco perché il suo petto è sempre fuori in ogni suo studio che ho fatto. Pepe Larraz, che è un grande artista e un vero gentiluomo, mi ha aiutato con la versione Arakko di Khora, condividendo con me tutti i suoi riferimenti relativi ai mutanti Arakki. Ma c’è anche un’altra versione finale che ho realizzato per Khora: la sua uniforme dello S.W.O.R.D. come nuovo membro dei sei! Lo vedrete in S.W.O.R.D. #7.

Quanto ad Abigail Brand, il suo neo non è stata una mia idea, in realtà. John Cassaday l’aveva disegnata così quando è apparsa per la prima volta in Astonishing X-Men. Ho studiato molto, non c’è niente di randomico… a parte Random in persona! Comunque sì, mi piace sempre fare questo genere di cose quando posso. Raffigurare i personaggi con qualche tratto unico li rende più umani, quindi più credibili e riconoscibili. Perciò Abigail ha un neo, il naso di Risque è un po’ curvo, Frenzy è molto alta, Magneto ha le rughe, Mentallo sta perdendo i capelli… e così via.

X-Force #10, copertina di Valerio Schiti

Una curiosità: avevo già fatto le lentiggini a Jean quando avevo disegnato la sua versione più giovane nella saga Black Vortex come disegnatore dei Guardiani della Galassia, quindi per me è logico mantenere le lentiggini anche sulla Jean adulta. Il mio personaggio preferito da disegnare in S.W.O.R.D. è stato invece Fabian Cortez: molte pose e facce buffe.

Ora sono al lavoro su Inferno e le cose vanno alla grande. Lavoriamo insieme, ogni artista disegna il suo capitolo e Jonathan scrive per tutti noi simultaneamente. Ci scambiamo riferimenti, tavole e tutto ciò che può servire a raccontare questa grande storia e mantenerla coerente. In realtà ho iniziato un po’ prima, quindi sto per completare il primo capitolo. I lettori vedranno nuovi posti fantastici e nuovi angoli di Krakoa, ma ritroveranno anche molte cose familiari. Ma stavolta vedrete queste cose da un punto di vista diverso, perché vari pezzi si aggiungeranno al grande puzzle che Hickman ha costruito fin dai tempi di House of X e Powers of X.

 

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Fonte: AIPT