Da un po’ di tempo, non avevamo qualche dichiarazione di G. Willow Wilson da riportarvi. Eccoci qui a raccontarvi le sue impressioni su una questione piuttosto importante: la sua reazione alla possibilità che Kamala Khan, alias Ms. Marvel, divenga parte dell’Universo Cinematografico Marvel.

Ecco cos’ha detto ai follower del suo account Twitter.

 

Ms. Marvel #1 cover by Sara Pichelli

Dato che Ms. Marvel potrebbe un giorno o l’altro apparire in un film, come dicono le notizie, ho notato una tendenza nelle reazioni a questa cosa che mi preoccupa un po’. Appurato che la maggior parte delle persone sono, come anche io, entusiaste del fatto che ci siano così tanti scrittori, attori, showrunner, registi indipendenti e ogni altro genere di figura creativa disposti a lavorarci, noto una certa quantità di atteggiamento difensivo e un po’ snob che non credo affatto sia appropriato.

I super eroi, come ho detto altre volte, sono frutto di un lavoro di squadra. Ogni singola volta. E ogni membro del team porta qualcosa di unico nelle storie, sebbene nessuno di loro sia sinonimo dell’identità dell’eroe stesso. Ms. Marvel non è me. Io non sono Ms. Marvel. Il team Ms. Marvel ha avuto editor pakistano-americani, editor di colore, disegnatori giapponesi, altri spagnoli… tutti loro sono, collettivamente, Ms. Marvel. E si impegnano al massimo sulla serie.

Un buon fumetto di super eroi riesce a sintetizzare, dal punto di vista dei suoi vari creatori, una storia che abbia una certa universalità. Se fosse necessario essere un miliardario geniale per empatizzare con Iron Man, il personaggio non avrebbe avuto nessuna fortuna. Uno scrittore non musulmano, che appartiene ai popoli della diaspora sud-asiatica, o uno scrittore islamico ma britannico, o un musulmano del New Jersey maschio… tutti potrebbero portare qualcosa al personaggio che io non potrei. E sarei entusiasta di leggere e vedere cosa creerebbero.

Kamala sopravviverà, grazie a voi lettori, a qualunque mio impegno nella sua storia. Ed è così che deve essere. Superman, Batman, Wonder Woman, Pantera Nera… sono tutti il frutto del lavoro collettivo di centinaia di persone. Quindi, per favore, vi prego, quando una persona di talento, magari figlia di immigrati anche se non musulmana, o di discendenza Pakistana anche se di nazionalità britannica, oppure australiana, dice che gli piacerebbe lavorare a questo film o sulla serie a fumetti, non chiudetegli la porta in faccia.

Non sono più lontani da Kamala di quanto lo sia io e, a volte, penso che potrebbero esserle molto più vicini. In un modo o nell’altro, quando questa storia diventerà un film, io me ne starò in disparte. Perché questa storia non mi è mai appartenuta. Da sempre, è vostra.

 

Ms. Marvel #5, copertina di Emanuela Lupacchino

 

 

Fonte: Bleeding Cool