Astorina, casa editrice storicamente legata al personaggio di Diabolik, volta pagina. Durante l’incontro Non solo Diabolik, svoltosi presso Napoli Comicon, si è parlato infatti di Escobar, volume scritto da Guido Piccoli e disegnato da Giuseppe Palumbo, incentrato sugli ultimi anni della vita del narcotrafficante Pablo Escobar.

La sperimentazione che ha portato alla pubblicazione di Escobar, racconta Tito Faraci, è iniziata però con il progetto DK:

 

DK è la dimostrazione di come Astorina stia guardando a un futuro di innovazione e sperimentazione. Una fase, comunque, già iniziata ormai da più di dieci anni; sperimentazione per quanto riguarda lo stile grafico, il modo di raccontare e la rottura della classica gabbia.

Il protagonista è un personaggio “alla Diabolik” ma costruito nel modo in cui il fumetto ci permette di farlo al giorno d’oggi. Un fumetto nero ma con una componente di ironia, che in Diabolik non sta bene, e qualche elemento che rompe il realismo, come il ratto che accompagna il protagonista.

 

E dopo DK si arriva, quindi, a Escobar, volume nato da una collaborazione con Mondadori, come racconta Mario Gomboli.

 

Astorina si apre, dopo più di cinquant’anni, a una pubblicazione diversa da Diabolik. Non cerchiamo un sostituto, ma avevamo bisogno di fare qualcosa di diverso, di avere una visione più ampia e di arrivare in libreria, ora che il mercato librario si è accorto dell’esistenza di una letteratura disegnata.

Escobar potrebbe essere il primo di una collana sui grandi criminali, coerentemente con la linea editoriale di Astorina. La differenza è che questi saranno personaggi reali, a differenza di Diabolik, che è di fantasia.

 

Gomboli ha quindi chiesto allo sceneggiatore, Guido Piccoli, se si fosse ispirato alla recente serie Netflix, Narcos:

 

No, Netflix ci fa un piacere enorme, perché probabilmente aumenterà le vendite della graphic novel, ma il progetto è in cantiere da dieci anni. Provammo a realizzarlo, con fatica, in Francia, con cui non si trovò l’accordo. Negli ultimi due anni abbiamo quindi realizzato il progetto con Astorina, ma di Netflix, quando iniziammo i lavori, ne ignoravo l’esistenza.

 

E sul perché la scelta sia ricaduta proprio su Pablo Escobar, Guido Piccoli ha affermato:

 

Di grandi criminali il mondo, purtroppo, è pieno. A me e Giuseppe Palumbo è toccato il compito di raccontare uno dei più grandi, che oltre ad essere un malvivente era anche un politico eletto democraticamente che ha fatto beneficenza, seppur per ottenere un consenso. E che aveva un grande amore per la famiglia, che è stato il suo tallone d’Achille: poteva scomparire, ma per tenere al sicuro i suoi cari si è messo a rischio ed è stato catturato.

Escobar