Nel corso dell’ultima edizione di Napoli Comicon abbiamo fatto quattro chiacchiere con Werther Dell’Edera, disegnatore della miniserie Il Corvo: Memento mori, pubblicata da Edizioni BD in Italia e IDW Publishing negli Stati Uniti.

Ringraziamo Daniel De Filippis e Anna Spena per la disponibilità.

 

Ciao, Werther! Bentornato su BadComics.it!
Come ti sei approcciato a un personaggio iconico come il Corvo, al fine di modularlo per una storia particolare come “Memento Mori”?

È stata una bella impresa. Non nascondo che ho avuto un certo timore nel doverla affrontare, quando mi venne proposta. Poi ho pensato che la sostanza è in realtà la stessa: il Corvo originale è un prodotto che sta lì, ha un suo valore, e tutto quello che è stato realizzato dopo non deve necessariamente andare a scontrarsi con esso. Deve acquisire un valore tutto suo. In quest’ottica sono riuscito a mettermi un po’ più serenamente al lavoro. Chiaramente, si è trattato di un lavoro di squadra: il mio ruolo arriva fino a un certo punto, mentre prima e dopo di me c’è tutta un’altra parte di lavoro. Alla fine, il risultato deriva dal mettere insieme tutta una serie di componenti. 

Come hai richiamato le atmosfere del fumetto originale all’interno dell’ambientazione romana di “Memento Mori”?

Non ho avuto particolari problemi: il mio disegno è già così, oscuro. Quando vado ad aggiunge un’ombra, questa assume un peso di un certo tipo, anche maggiore in certi casi, quindi non ho bisogno di fare grossi salti d’immaginazione.

Il fumetto originale aveva per protagonista un personaggio che richiamava molto la cultura goth (bianco, con il rimmel sugli occhi e i capelli sparati), ma tolto quello restava un fumetto underground, uno di quelli belli sporchi con un segno molto lavorato e interessante. In questo, con O’Barr siamo più o meno dalla stessa parte: non è come se dovessi affrontare “Jonas Fink” di Vittorio Giardino, dato che non c’entro assolutamente niente con quello stile. In quel caso si tratterebbe di una rielaborazione totale! Mentre con “Il Corvo: Memento Mori” lavoriamo più o meno sullo stesso binario dell’originale, ma con le dovute differenze.

La scelta del colore: avete voluto spostare il prodotto dall’underground al mercato mainstream? E, a questo proposito, com’è andata la collaborazione con Giovanna Niro?

La questione del colore è stata implicita, quasi da subito. Proprio perché la IDW, una casa editrice che lavora nel mainstream, voleva rilanciare “Il Corvo” in un certo modo, tirandolo fuori dal suo ambito. È stato gioco forza andare nella direzione del colore. Quando è stato deciso, ho chiesto subito di sentire Giovanna, una colorista fantastica con cui iniziai a collaborare nel primo numero di “Orfani”. Ci siamo subito trovati: lei lavora bene sulle mie tavole, è un lavoro che le piace, e io sono contento. È un connubio perfetto. È stata disponibile fin da subito, ed eravamo certi che il prodotto avrebbe avuto un buon risultato.

Come si è strutturato il lavoro con Roberto Recchioni? Com’è iniziato questo lavoro insieme?

In realtà fu Marco Schiavone a contattarmi e a propormi il lavoro. Quando ho parlato con Marco era tutto ancora in fase embrionale: mi disse che c’era la possibilità di lavorare sul Corvo, e che gli sarebbe piaciuto farlo con Roberto e me. Quindi, in realtà, siamo stati contattati in parallelo.

Anche lui accettò subito e iniziammo a lavorare sul progetto. Roberto aveva preparato una serie di soggetti, e ne fu scelto uno: all’inizio, il personaggio protagonista doveva essere un prete sulla quarantina abbastanza arrabbiato, a cui però mancava qualcosa che riportasse all’origine del Corvo, quello sturm und drang giovanile proprio dell’originale. Usando un uomo di mezza età, disilluso, sarebbe stato tutta un’altra cosa. Quindi Roberto ha fatto quello scatto che doveva fare ed è arrivato David, il ragazzino protagonista della miniserie.

Cosa ne pensi dell’edizione italiana targata Edizioni BD? Sei soddisfatto della scelta della carta e del formato?

Il formato è stato concordato all’inizio: essendo una collaborazione con IDW, sarebbe dovuto essere quello americano. Per quanto riguarda la confezione del prodotto, per me è stata una piacevole sorpresa: non sono intervenuto su questo aspetto, e quando mi sono ritrovato il primo numero per le mani sono rimasto a bocca aperta, perché avevano fatto un lavoro meraviglioso, a partire dalla copertina, per poi passare alla stampa interna. Tutto perfetto, con colori bellissimi. Un prodotto notevolissimo a un prezzo contenuto.

Possiamo aspettarci altro da te e Recchioni riguardo al Corvo, dopo questa miniserie?

Stiamo valutando, ci sono un po’ di strade aperte. Vedremo quale potremo percorrere.

 

Werther Dell'Edera